La fiaccola olimpica è arrivata in Inghilterra. Atterrata all’aeroporto di Helston, domani mattina comincerà il suo viaggio per la Gran Bretagna. Prima tappa da Land’s End (estremo sudovest della penisola) a Plymouth. Poi in giro per 70 giorni e oltre 13mila chilometri, fino ad arrivare il 21 luglio a Londra: un breve giro turistico per la città e il 27 luglio il grande ingresso nello Stadio Olimpico per la cerimonia di apertura dei Giochi della XXX Olimpiade moderna. Non sarà un viaggio semplice né tranquillo. I problemi che la fiaccola dovrà affrontare sono molti, quante le tappe (oltre cento) che toccherà nel suo tour britannico. Già il suo arrivo ha suscitato più di qualche perplessità.
La fiaccola è stata accesa il 10 maggio nella città di Olympia, sede degli antichi giochi, in una cerimonia in cui undici sacerdotesse le hanno donato il fuoco ponendola al centro di uno specchio concavo che convoglia raggi solari. Una cerimonia quest’anno resa possibile solo dagli sponsor, visto che lo sport greco non ha neppure i soldi per mandare gli atleti a Londra. La fiaccola ha poi intrapreso un mesto viaggio per due settimane in giro per il Paese simbolo della crisi e delle devastazioni del neoliberismo. Durante il percorso è stata accolta da proteste e manifestazioni, tanto che i politici locali hanno evitato di presenziare alle cerimonie ufficiali previste per ogni tappa.
Dalla crisi all’opulenza ostentata, alla faccia dei valori olimpici. Giovedì è avvenuto il primo strappo. Raggiunta Atene la fiaccola è passata nelle mani di David Beckham, uomo immagine di London 2012 e ossimoro dello sport: è il calciatore più ricco e famoso del pianeta pur non sapendo giocare a calcio (parole e musica di George Best). Insieme a Beckham la fiaccola è poi salita a bordo di un aereo speciale della British Airways con il quale è giunta in Gran Bretagna. Per aggiungere un ulteriore tocco di classe e rifilare un ennesimo schiaffo alla miseria, il Boeing ‘BA 2012’ (nel nome la data) è stato interamente dipinto d’oro.
A Land’s End il primo tedoforo è il velista Ainslie (tre ori olimpici), che l’accompagnerà per il tratto iniziale di un percorso che tocca Galles, Irlanda e Scozia. Il picco a nord nelle isole Shetland. Poi la discesa e l’arrivo a Londra, dove sarà accolta da una città militarizzata in preda alla paranoia. Un viaggio che più che una festa si preannuncia un incubo. Per prevenire attacchi terroristici, o più probabilmente solo le proteste degli attivisti, il percorso sarà monitorato da migliaia di componenti delle forze dell’ordine e la fiaccola guardata a vista costantemente da 70 uomini dello speciale Torch Security Team (TST): un gruppo composto da poliziotti, militari ed ex rugbisti che si allenano allo scopo da 18 mesi.
Scotland Yard è in massima allerta per evitare che “un solo idiota riesca a mettere a repentaglio tutta l’organizzazione”, come è successo il 10 aprile quando un attivista solitario bloccò la Boat Race. Per questo la fiaccola non sarà una sola, ce ne saranno un’altra in una macchina a breve distanza e altre tre/quattro che viaggeranno su percorsi alternativi. Ufficialmente per prevenire lo spegnimento, dovuto a esaurimento della combustione, in realtà per non incorrere nella pessima figura di trovarsi con una fiammella bagnata in mano: è l’estintore la minaccia più temuta dall’intelligence britannica.
Il viaggio della fiaccola olimpica deve insomma farsi carico della distanza enorme che c’è tra Olympia e Londra: da una parte la miseria, dall’altra un aereo dipinto d’oro; lì la celebrazione del fuoco che Prometeo rubò a Zeus, qui la messa in vendita del medesimo fuoco a 199 sterline per ogni tedoforo che, conclusa la tappa, vorrà portarsene a casa una copia. Ogni cosa ha il suo prezzo, anche la fiaccola. E nel suo percorso è il divario tra giochi olimpici antichi e moderni. Basti pensare che l’introduzione del viaggio della fiaccola, da Olympia alla città ospite dei giochi, fu un’idea del segretario del comitato olimpico tedesco Deim per le Olimpiadi di Berlino 1936.
Furono i nazisti a realizzare per primi il potenziale propagandistico delle Olimpiadi e il valore simbolico del percorso della torcia. Nel delirio hitleriano, il viaggio della fiaccola doveva rappresentare “il legame spirituale e concreto tra il suolo tedesco e i sacri luoghi dell’antica Grecia, fondati 4mila anni prima da immigrati nordici”. Nel 1936 la fiaccola intraprese il suo primo tour di oltre 3mila chilometri in giro per l’Europa, dove fu salutata da braccia tese e infuocate adesioni al regime. L’Olimpiade da allora è potere, declinato nelle sue varie forme, e il percorso della fiaccola ne testimonia il passaggio: oggi in Gran Bretagna il potere arriva a bordo di un aereo d’oro e vale 199 sterline la copia.