Manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale i reati contestati. "Vogliono colpire il movimento"
La manifestazione del 27 febbraio fu indetta in seguito alla caduta da un traliccio di Luca Abbà, leader del movimento valsusino No Tav rimasto per numerosi giorni in bilico tra la vita e la morta e poi pian piano ripresosi. All’ingresso della stazione di Bologna quel giorno ci furono tafferugli con gli agenti in tenuta anti sommossa posti a difesa dell’edificio. I manifestanti però, dopo due tentativi di sfondare, riuscirono ad entrare passando da un ingresso secondario. Non tutti però scelsero di occupare i binari: il grosso del corteo preferì attendere all’esterno e solo un centinaio di persone decise di entrare. Persone che evidentemente, viste le 89 notifiche di fine indagine, sono state quasi tutte identificate dalle forze dell’ordine. “C’è la volontà politica di colpire e criminalizzare il movimento No Tav. Quello che possiamo dire è che lo faremo ancora se sarà necessario”, spiega Niccolò.
Oltre a Crash e Cua tra i promotori della manifestazione del 27 febbraio anche la rete TimeOut, il Tpo e i No People Mover. Pochi giorni dopo, il primo marzo, un corteo di quasi mille persone occupò per circa un’ora l’autostrada A32 in solidarietà con i No Tav.
di Giovanni Stinco