Le foto in bianco e nero dei soldati americani in vedetta sul muro di Berlino, all’indomani della sua costruzione. Quelle scattate nei teatri dei conflitti più sanguinosi, dal Vietnam alla Cambogia dei Kmer Rossi, dalla guerra civile in Irlanda del Nord al Libano dei massacri di Sabra e Shatila. Un secolo intero, il Novecento, visto attraverso l’obiettivo del grande fotografo inglese Don McCullin, da molti considerato l’erede di Robert Capa: l’appuntamento è a Palazzo Magnani di Reggio Emilia fino al prossimo 15 luglio in occasione della mostra Don McCullin. La pace impossibile. Dalle fotografie di guerra ai paesaggi 1958-2011, in occasione dell’edizione 2012 della rassegna Fotografia Europea curata dal Comune di Reggio.
Nato a Londra nel 1935, McCullin è uno dei miti della fotografia del Novecento, testimone appassionato dei conflitti e delle tragedie che hanno attraversato la seconda metà del secolo. Un personaggio la cui esistenza stessa è scandita da episodi che sconfinano nella leggenda: dalla Nikon che gli salvò la vita fermando un proiettile che gli era stato indirizzato in una zona calda al diniego del governo britannico a concedergli un pass da giornalista per le Falkland, data la pericolosità evocativa delle sue immagini. Un coinvolgimento emotivo dunque, il suo, frutto di precise coordinate biografiche:“come tutta la mia generazione a Londra”, scrive nella sua autobiografia, Unreasonable Behaviour, “sono un prodotto di Hitler. Sono nato negli anni Trenta e sono stato bombardato negli anni Quaranta”. Dato che basta a far comprendere quell’insopprimibile pulsione, che emerge da ogni scatto, a raccontare il dramma della sofferenza collettiva: quello della guerra, certo, ma pure quello delle laceranti contraddizioni della società inglese, dove accanto ai volti e immagini della povertà e del sottoproletariato urbano, delle gang londinesi, dei senzatetto ed emarginati convivono con stridore quelle dei nobili alle corse dei cavalli di Ascot.
La mostra curata da Robert Pledge e Sandro Parmiggiani è un percorso di enorme potenza espressiva, lungo 160 immagini – fotografie rigorosamente in bianco e nero, tutte stampate personalmente da McCullin – scattate in alcuni dei luoghi in cui egli scelse volontariamente scelto di essere presente.
Nella mostra di Palazzo Magnani scorrono così sotto i nostri occhi le immagini delle apocalissi umanitarie, delle guerre, della povertà, nella drammaticità e forza d’impatto di un bianco e nero che accanto ad un’ombra sempre incombente serba intatto il rispetto estremo per le persone e per la dignità propria di ogni essere umano.
Accanto ad esse la mostra presenta in esclusiva varie fotografie degli ultimi due decenni, alcune delle quali inedite, presentate per la prima volta, testimonianza di un nuovo percorso di ricerca rivolto alla natura e alle popolazioni primitive, frutto dell’amicizia con Bruce Chatwin. Senza dimenticare gli splendidi ritratti di personaggi celebri: Michelangelo Antonioni e David Hemmings sul set di Blow up, Madre Teresa di Calcutta, i Beatles e Francis Bacon. Tutte le informazioni sugli orari sono reperibili sul sito www.palazzomagnani.it.