La pubblicazione di documenti è “un atto criminoso” e il Vaticano farà in modo che “gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete” ne rispondano davanti alla giustizia. Lo afferma la Santa Sede in un comunicato stampa, in relazione alla pubblicazione di numerose carte riservate, alcune delle quali raccolte nel libro di Gianluigi Nuzzi “Sua santità”, pubblicato da Chiarelettere. “La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile, e obiettivamente diffamatoria, iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso”, si legge nella nota. “Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza”, ha affermato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
Negli ultimi mesi diverse carte riservate e delicate sono usciti dalle stanze pontificie e sono stati pubblicati dai mezzi d’informazione, compreso Il Fatto Quotidiano, che venerdì, in un articolo di Marco Lillo, ha riportato la lettera di Dino Boffo al cardinale Angelo Bagnasco sui veleni che hanno portato alle dimissioni del giornalista dalla direzione di Avvenire. In precedenza, Il Fatto aveva pubblicato le missive del cardinale Castrillon su un complotto per eliminare papa Benedetto XVI e l’atto di accusa di monsignor Carlo Maria Viganò sulla malagestione delle finanze vaticane e degli appalti interni allo Stato pontificio.
La Santa Sede, ha affermato ancora padre Lombardi, “compirà i passi opportuni affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia”. E “se necessario -conclude – si chiederà tal fine la collaborazione internazionale”.
Sulla questione è intervenuto anche Boffo, ora direttore dell’emittente satellitare Tv2000. Pur dicendosi “beneficiato” dalla pubblicazione del carteggio che lo riguarda, anche il giornalista rimarca che ”la pubblicazione di documenti riservati, ottenuti tramite un furto, è comunque un furto, è comunque un latrocinio”. Riferendosi al libro “Sua Santità”, Boffo ha aggiunto: “Se il collega Nuzzi non si è introdotto lui nelle stanze del Vaticano e le ha ricevute da qualcuno infedele alla Santa Sede, allora è un ricettatore. E i ricettatori portano il loro materiale sulle bancarelle, non nei negozi”.
Il problema investe la sicurezza della Santa sede, aggiunge Boffo: ”Come mai non sono state installate telecamerine dove sono custoditi documenti riservati del Papa? Che tipo di vigilanza c’è in Vaticano?”.