Volevo parlare di malaria. Ho pronti anche dei post sull’epigenetica, sulla terapia dell’infezione da HIV. Oggi però, direi che è mio dovere dedicare questo spazio alle vittime di Brindisi.
Sono un osservatore privilegiato: avevo diciotto anni quando avvenne Piazza Fontana. Poi Brescia, gli Italicus, il caso Moro, Bologna, Falcone, Borsellino e così via. Ho imparato credo, molto da tutti quei fatti e ritengo importante che quel qualcosa che ho dentro cerchi di trasmetterlo, per rispetto delle ragazze pugliesi. Pertanto parto proprio da quegli avvenimenti ormai lontani nel tempo.
Due semplici considerazioni. Va fatta un’analisi differente per ogni singolo atto.
La strage di Bologna, secondo me, è sia cronologicamente che eziologicamente distinta dalle stragi della “strategia della tensione” classica. Appartengono ad uno scenario internazionale, di cui quella di Ustica vicina nel tempo ne è l’inizio, per così dire, semplificando: NATO. Le stragi da Falcone-Borsellino, passando per gli Uffizi, Velabro etc. appartengono invece al rapporto Stato-Mafia, sic. Mi sembra evidente che questa di Brindisi rientri in questo ambito.
È simile lo scenario politico. Il protettore, a suo tempo la DC, oggi il PDL, ma non solo, mostra dei “segni di appannamento”. Nel mondo degli affari mafiosi c’è bisogno di stabilità per poter portare a termine i mille traffici. L’urna è vicina (non solamente domani) e conta, eccome, e gli Italiani potrebbero “pazziare”. Meglio ricordare che “mamma” è sempre in grado di colpire i “picciotti”. In tal modo i punti di riferimento delle varie cupole possono essere identificati e risettati . Naturalmente è già partita la canea dei depistatori. Oggi in macchina ascoltavo in Rai alcuni giornalisti affermare che “..insomma, suvvia..ma non si è mai visto che la Mafia adoperi due bombolette…” ”per cui tutte le ipotesi sono valide: anche quella terroristica (ovvio), anche se..”.
Ma, come mi pare altrettanto ovvio, poi potrebbe sempre arrivare una rivendicazione apocrifa e tardiva, come accaduto giusto una settimana fa.
La seconda considerazione riguarda il fatto che signori è scientifico: il nemico, che può essere chiamato, come qualcuno ha già fatto, il Partito Criminale delle Stragi, ha purtroppo sempre raggiunto i suoi obbiettivi. E si. La strategia della tensione forse all’inizio non fu pagante nell’arretramento delle conquiste sociali e politiche popolari. Ma l’uccisione di Moro mise a freno i tentativi timidi di far evolvere ulteriormente questo paese, di emancipare il ruolo dell’Italia a livello internazionale, interrompendo violentemente il processo di sviluppo democratico ( io almeno così la vedo a distanza di anni.
A suo tempo me ne rendevo in fondo conto, ma confusamente, perché non avevo elementi concreti ed evidenti di prova, ma su questo c’è molto da dire). Le stragi di Mafia portarono alla nota trattativa, che ultimamente sembra si stia riaccendendo.
L’esperienza passata dovrebbe aver determinato la formazione di anticorpi nella collettività, tali da impedire il reiterarsi degli effetti deleteri degli atti di violenza. Ma la mia sensazione è che proprio oggi sia in gioco anche qualcosa di diverso, di molto più importante. Probabilmente è la resistenza e le coesione democratica del paese ad essere in gioco. Oggi a repentaglio più di allora: più del ’69, più che nel’78 o nel ’93. La sorveglianza popolare è forte a sufficienza? L’attenzione a non cadere nelle provocazioni sarà sempre vigile? La sagacia nel prevenire politicamente le mosse di questo nemico invisibile ed impunito sarà efficace e pronta? Attraverso quali canali si raccoglierà e potenzierà questo sdegno? Non verrà isterilito dai soliti pompieri o dai soliti demagoghi o peggio irretito dalle sirene dell’estremismo infantile?
Non credo, come è sempre successo prima, che si riuscirà a raggiungere una verità giudiziaria, anche perché in realtà nessuno ha interesse a farlo. L’incertezza sui fatti, quando sono passati, è la migliore garanzia di poter ricorrere in futuro agli stessi mezzi. L’ora pertanto richiede nervi saldi ed un’analisi impietosa e scientifica dei fatti. Ciascun cittadino può fornire il proprio contributo di intelligenza ed di impegno e in questo paese c’è ne è molto bisogno.