No ai matrimoni tra omosessuali, ma attenzione ai diritti delle persone. Lo ha ribadito oggi il ministro Elsa Fornero con una lettera al quotidiano della Cei, Avvenire, in cui ha voluto puntualizzare che col suo recente invito a una “riflessione aperta” sulle coppie di fatto e gay non intendeva certo parificarle al matrimonio né tantomeno attaccare la famiglia tradizionale. “Non ho auspicato che le unioni di fatto, sia etero sia omosessuali, siano equiparate alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ma semplicemente invitato ad aprire gli occhi sulle diverse realtà che stanno emergendo e a non dimenticare, e meno che mai a discriminare, i diritti dei singoli individui che vi si riconoscono e che chiedono con forza un riconoscimento”, ha scritto la responsabile del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha anche la delega alle Pari opportunità, a pochi giorni dalle polemiche nate in seguito alle sue dichiarazione per la Giornata della famiglia.
“Senza queste risposte, si acuirebbe un altro fattore di instabilità sociale, oltre a quelli di carattere economico resi più acuti dalla crisi in atto”, ha aggiunto. Il ministro ha sottolineato che le sue dichiarazioni sono state riportate “in modo distorto”. “Richiamare l’attenzione su una realtà, ancorchè scomoda, non significa affatto esprimere giudizi, ma porre problemi, e invitare a riflettere – ha osservato -. Prendere atto di una situazione sociale e personale di disagio diffuso e auspicare la ricerca di soluzioni che rimuovano tale disagio è cosa ben diversa dall’esprimere giudizi negativi sulla famiglia”.
Nel suo intervento, Elsa Fornero aveva fatto riferimento al “rischio” di un “superamento della famiglia tradizionale”, visto il calo delle unioni fondate sul matrimonio uomo-donna e ha ricordato oggi “il sempre crescente realizzarsi di fattispecie nuove, come le unioni eterosessuali stabili di individui che non intendo contrarre matrimonio e le convivenze stabili di omosessuali”. E davanti a questi andamenti, ha spiegato, “non è sufficiente limitarsi a ribadire il valore della famiglia tradizionale”, valore peraltro che il ministro dice di “condividere fortemente”, poichè “in essa si rispecchia interamente la mia esperienza di vita” e poichè rappresenta “la base più solida per la crescita e lo sviluppo integrale della persona, ancora più in tempo di crisi”.
Nella sua risposta, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il cui giornale era stato molto polemico col ministro, ha accolto le “chiarificazioni” come “parole meditate e utili”, dopo le precedenti dichiarazioni “sorprendenti e preoccupanti”. “L’importante è però la sostanza”, secondo Tarquinio, perché nell’odierna lettera “non si parla a sproposito di matrimonio (di serie A o di serie B), ma del tutto a proposito ci si riferisce alla Costituzione repubblicana, che riconosce, e non disegna a suo capriccio, la famiglia ‘come società naturale fondata sul matrimonio’ e riguardo alle diverse forme di convivenza si ragiona saggiamente e civilmente di ‘diritti dei singoli individui’”.
Il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, chiede però che “il ministro Fornero incontri le associazioni lesbiche e gay per elaborare una proposta che non sia discriminatoria”. “Il piano dei diritti individuali applicato alle coppie e alle famiglie non ha senso – sostiene -. Per tutelare i diritti individuali basta andare dal notaio. Non serve un ministro. Speriamo che Elsa Fornero non faccia una retromarcia benedetta da Avvenire ma non in linea con le politiche europee sulle pari opportunità”.