La Lega Nord ha perso tutti i ballottaggi in cui era impegnata con un proprio candidato. Dalla Lombardia al Veneto il Carroccio è affondato su tutti i fronti. A nulla sono servite le candidature forti e le sponsorizzazioni di caratura nazionale. A nulla sono valsi gli sforzi di Roberto Maroni e dei suoi barbari sognanti. Una dopo l’altra sono cadute realtà come Cantù (Co), Tradate (Va), Meda (Mb), Senago (Mi), Palazzolo Sull’Oglio (Bs), Thiene (Vi) e San Giovanni Lupatoto (Vr).
A Cantù il ballottaggio era arrivato quasi a sorpresa. Merito senz’altro della candidatura dell’onorevole Nicola Molteni, che ha sbaragliato la concorrenza di altri pretendenti più quotati. Si è presentato al secondo turno quasi da favorito, tanto che Roberto Maroni ha riservato a lui l’onore della visita del venerdì prima delle elezioni. Alla fine ha vinto invece Claudio Bizzozero, a capo di una cordata civica sostenuta anche dal Pdl, con il 55,03% dei voti. A Tradate, nel cuore lacerato della padania, dove la Lega governava ininterrottamente da 20 anni il candidato sindaco Gianfranco Crosta è stato battuto contro ogni previsione da Laura Cavalotti e dalla sua coalizione arancione (Pd, Sel, Idv e civiche). La città è una roccaforte maroniana, considerata per questa ragione un test importante. Era uno di quei posti da dove il movimento voleva ripartire con la sua versione 2.0. La Lega dei giovani e della meritocrazia è stata punita proprio dove governava da più tempo. Il gap di credibilità accumulato negli ultimi mesi dal Carroccio nei confronti del suo elettorato deve essere evidentemente difficile da colmare.
A Senago, in provincia di Milano, Lucio Fois ha guidato il centrosinistra al trionfo con il 61,12% dei consensi, stracciando il giovane candidato leghista Riccardo Pase, sostenuto direttamente da Roberto Maroni e Matteo Salvini. A Meda, in provincia di Monza e Brianza, ci si è messa di mezzo anche la malasorte. Al candidato di centrosinistra Gianni Caimi è bastato un voto di scarto (3867 a 3866) per battere il tre volte sindaco leghista Fiorenzo Taveggia. Una vittoria al fotofinish che rende la parabola leghista ancora più amara.
A Palazzolo Sull’Oglio (Brescia) Gabriele Zanni ha vinto di misura (con il 52,48%) sul leghista Alessandro Sala, portando la coalizione di centrosinistra al governo della cittadina bresciana.
Se in Lombardia la Lega di Maroni si lecca le ferite, in Veneto non è certo andata meglio. Qui il Carroccio aveva già centrato due obiettivi, con Verona e Cittadella, con Flavio Tosi e Giuseppe Pan. A San Giovanni Lupatoto (Verona) Federico Vantini con una coalizione di centro sinistra ha battuto il candidato leghista Fabrizio Zerman con il 51,15% dei voti contro il 48,86%. A Thiene (in provincia di Vicenza), la candidata del Carroccio Maria Rita Busetti è stata letteralmente spazzata via da una coalizione di centrosinistra guidata da Giovanni Battista Casarotto, che ha ottenuto il 59,5% dei voti.
Una sconfitta cocente quella dei ballottaggi, che va ad aggravare il risultato già grave incassato al primo turno quando la Lega Nord aveva già lasciato sul terreno sette sindaci. Tre erano andati direttamente al centro sinistra (Crema, Cesano Maderno e Feltre); in altri quattro casi la Lega era rimasta fuori dai ballottaggi: Monza e Lissone (poi vinti dal centrosinistra); Jesolo e Cassano Magnago (andati al Pdl). Da registrare come il Carroccio possa fregiarsi di un paio di risultati positivi solo in competizioni dove ha avuto un ruolo marginale. Ha vinto la coalizione di centrodestra che comprendeva Lega Nord a Mondovì (Cuneo), come ha vinto il centrodestra (Lega compresa) anche a Tolentino (Mc), ma ha perso a Civitanova Marche (Mc).