La vice presidente dell'Associazione Caponnetto ha raccontato che durante la festa per l'elezione del nuovo primo cittadino, alcuni personaggi vicini al sindaco uscente sono entrati a Palazzo di città e hanno tentato di portar via fascicoli. Indaga la procura
A Civitavecchia la campagna elettorale è stata infuocata fino all’ultimo minuto. Pietro Tidei – già due volte sindaco in passato – con il 52,74 per cento dei voti ha battuto il suo avversario, Gianni Moscherini, uomo del Pdl che invece si è fermato al 47,25 per cento. Uno scontro che, tra i due, si consuma da oltre un ventennio. La tensione, però, ha raggiunto il suo apice lunedì sera in tarda serata. A poche ore dalla proclamazione di Tidei, infatti, intorno alle 21.30, a festeggiamenti in corso, l’automobile del neo primo cittadino, una Mercedes parcheggiata sotto la sede del suo comitato elettorale, è stata data alle fiamme. Nelle stesse ore, secondo quanto raccontato da Simona Ricotti – vice presidente dell’Associazione Caponnetto – “un folto gruppo di persone, circa un centinaio, i cosiddetti moscheriniani, è entrata nella sede del Comune di Civitavecchia e ha prelevato alcuni faldoni di documenti”. Carte pronte per essere caricate su due furgoni della municipalizzata dei rifiuti, Città pulita, nel frattempo parcheggiati sotto la finestra del municipio. “Ho visto piovere carte dalla stanza di Moscherini“, ha detto sbalordita Simona Ricotti.
La notizia ha fatto il giro della città e in pochi minuti un altro gruppo di persone – questa volta sostenitori di Tidei – ha raggiunto il Palazzo del Pincio. Dalla festa, un centinaio di tideiani si sono precipitati sul posto. Da questo momeno in poi la situazione è andata fuori controllo. Quando Chiara Ceccarelli, membro del comitato elettorale di sostegno al neo sindaco di Civitavecchia, ha chiesto spiegazioni sul perché della spedizione notturna a un esponente di centrodestra che stava accanto ad uno dei due furgoni, è stata allontanata e insultata: “Ti devi vergognare” è stata la risposta. Chiara non è riuscita a fermare la fuga di uno dei camion della spazzatura: “Sono salita sul furgone di Città pulita per impedire che partisse. Ma senza curarsi di me a bordo, hanno acceso comunque il motore e sono partiti: per poco ho rischiato di essere investita”.
In piena concitazione, nella folla si è sentita una voce gridare: “Mettili sotto ma fuggi” riferita all’uomo alla guida del furgone, dipendente di Città pulita, il quale nella fretta ha travolto tutto ciò che incontrava. I carabinieri, avvisati e arrivati sul posto a guerriglia inoltrata, hanno fermato uno dei due furgoni in corsa, scaricando e sequestrando i faldoni. L’altro invece è stato rintracciato e fermato dopo mezz’ora. Ma era stato già svuotato. La Procura di Civitavecchia sull’accaduto ha aperto un’inchiesta.
Questa vicenda, insieme a quella di Adriano Sinopoli (collaboratore di Moscherini che – secondo la denuncia presentata alla questura da quattro ragazzi – avrebbe venduto posti di lavoro al Senato in cambio di 44mila euro), è soltanto una delle storie che hanno fatto da sfondo a queste elezioni amministrative. Sarà la Procura di Roma e non quella di Civitavechia a indagare su Sinopoli e Ivo Paliani, l’ex usciere di Palazzo Madama, in carcere da marzo scorso con l’accusa di aver ucciso la moglie sparandole un colpo di pistola alla testa mentre dormiva. Secondo gli inquirenti il passaggio di denaro dai giovani al candidato consigliere Pdl, sarebbe avvenuto nella capitale, proprio davanti al Senato.