Cinema

Piove su Bellocchio, ma non solo

Diluvia sul piccolo paese in provincia di Oristano dove appollaiati in cinque in una stanza stiamo preparando il film d’esordio di Paolo Zucca. Ogni tanto guardo fuori dalla finestra, da cui vedo i tetti delle basse case di Bonarcado. Laggiù, dove finiscono i tetti, e poi le strade, e poi i campi, insomma dove si dovrebbe scorgere la luce dell’orizzonte, è tutto nero. Sembra diventato un privilegio essere qui, a preparare un film, ai margini estremi di un paese, l’Italia, che sta annegando, sotto questa pioggia incessante.

Piove sui numeri del cinema italiano, che, a dispetto di un ritorno brillante e potente del cinema civile da Romanzo di una strage a Diaz, a dispetto di almeno dieci opere prime di grande qualità da Sette opere di misericordia a Scialla!, a dispetto di un Orso d’oro, a dispetto del ritorno in campo di grandi maestri da Gianni Amelio a Bernardo Bertolucci, a dispetto di una Garrone e di un Sorrentino che continuano a essere vivi e vegeti, perde la leadership negli incassi guadagnata lo scorso anno.

Piove sulla gente che è costretta dai politici e da chi gli è andato dietro ad assistere alla distruzione delle certezze di un festival importante come Torino e della credibilità di una festa che potrebbe finalmente diventare festival come quella di Roma.

Piove, in maniera indegna, su un altro maestro all’opera, Marco Bellocchio e il suo film La bella addormentata, che costringe l’assessore leghista Federica Seganti ad affondare, insieme a lui, l’intera attività della Film Commission Friuli per il 2012. E attraverso Bellocchio piove su tutti i film grandi e piccoli che quella regione aveva deciso di finanziare, ponendosi all’attenzione della gente, quantomeno quella di cinema, come una di quelle più all’avanguardia. La paura è quella che la decisione sia stata presa per il tema trattato dal film di Bellocchio, in cui pare ci siano espliciti riferimenti alla vicenda di Eluana Englaro, che continua a spaccare questo paese bigotto e addormentato, lui sì, sui propri pregiudizi. La certezza è che Bellocchio, per sua fortuna, in questa avventura ha al suo fianco Riccardo Tozzi, un produttore importante, che potrà portare avanti il film anche senza l’intervento della Film Commission, mentre la stessa cosa non accadrà per quei film più piccoli, che da piccoli finanziamenti regionali trovano la necessaria spinta ideale e materiale per continuare a costruire film, quindi cultura ma anche lavoro, in questo strano paese che, sarà la pioggia, all’orizzonte continua a regalare al nostro sguardo solo una impenetrabile striscia nera.