Le ragioni dei fischi: “Poteva stare a casa - ha spiegato una signora - è venuto perchè questo è un circo mediatico. Abbiamo tanti problemi, c'è rabbia e paura. Da uno Stato ci si aspetta quello che lo Stato dovrebbe fare: fischiamo per esprimere il nostro malcontento”
“Vergogna, ladri, potevi stare a casa”, gli hanno urlato. La protesta, hanno spiegato alcune donne, è legata alle alte tasse, a partire dall’Imu. Al suo arrivo a Sant’Agostino, insieme al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, e al questore di Ferrara, Luigi Mauriello, Monti ha scambiato alcune parole con li sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli, proprio di fronte al municipio sventrato dal sisma. Prima di entrare in una palazzina dove si terrà un incontro con gli altri sindaci della zona e con i tecnici, il presidente del Consiglio è stato apostrofato con fischi e ‘buù da un piccolo gruppetto di cittadini di Sant’Agostino.
Semplici cittadini, hanno spiegato, “decisi a far sentire la propria voce in un momento difficile in cui, oltre alla paura” per il terremoto si sente anche “disagio per le tante tasse, per l’Imu” e per il rischio che le spese della ricostruzione del dopo terremoto pesino sulla cittadinanza.
“Poteva stare a casa – ha spiegato una signora – è venuto perchè questo è un circo mediatico. Abbiamo tanti problemi, c’è rabbia e paura. Da uno Stato ci si aspetta quello che lo Stato dovrebbe fare: fischiamo per esprimere il nostro malcontento”.
Mario Monti ha definito “gravi” i danni del terremoto di domenica sul tessuto produttivo emiliano. E’ una terra, ha osservato, “che dobbiamo aiutare a tornare produttiva al più presto”.
“Sono venuto, prima di tutto, per portare le mie condoglianze ai parenti delle vittime di questa tragedia”, ha spiegato il presidente del Consiglio, al termine di un incontro con i famigliari delle vittime. “E poi ho voluto rendermi conto,personalmente, dei danni – ha continuato – che sono gravi e riguardano,anche, in particolare, il tessuto produttivo di questa terra, cosi’ intraprendente e che dobbiamo aiutare a tornare produttiva al piu’ presto, con le piccole imprese, sia industriali, sia agricole”. Parlando con i cronisti in Piazza Marconi, con dietro lo sfondo del Municipio squarciato dal sisma, il premier ha spiegato che, nell’incontro, con le autorità locali sono state “esaminate le modalità per arrivare presto a poter dare il sostegno necessario”. “Fra poche ore a Roma, in Consiglio dei Ministri, dichiareremo lo stato di emergenza”, ha ribadito, “verra’ emessa un’ordinanza della Protezione Civile… Insomma, tutti questi aspetti tecnico-amministrativi importanti”.