Un centinaio di manifestanti arrestati e almeno sei feriti, tra cui due poliziotti. È il bilancio della notte di scontri a margine della protesta che a Montreal ha sfidato le leggi di emergenza imposte dal governo locale del Quebec contro le manifestazioni studentesche che da tre mesi paralizzano gli atenei dello Stato canadese contro l’aumento delle tasse universitarie. Per celebrare il centesimo giorno di sciopero decine di migliaia di manifestanti, non soltanto studenti, ma anche professori, sindacati, gruppi indipendentisti e sostenitori del movimento, sono sfilati per le strade di Montreal, in una delle più imponenti manifestazioni della storia recente del Canada, mentre in altre città, da Toronto a Vancouver, da, Calgary a New York e a Parigi, si svolgevano raduni più piccoli di solidarietà. Un “carnevale”, come l’ha definito il quotidiano Globe and Mail, dipinto di rosso, il colore della protesta.
Con l’arrivo della sera la manifestazione pacifica è tuttavia degenerata. Gruppi di studenti incappucciati hanno lanciato bottiglie e appiccato fuochi. La polizia, dal canto suo, ha usato il pugno di ferro, dichiarando illegale la manifestazione applicando le norme per l’organizzazione dei cortei stabilite dalla controversa Legge 78, approvata venerdì scorso, e il regolamento del comune di Montreal che vieta l’uso di maschere e cappucci durante i cortei.
La protesta del pomeriggio si era attenuta per gran parte alle disposizioni della Legge 78. sebbene alcune sigle studentesche più intransigenti si fossero rifiutare di concordare un percorso come previsto. Tra queste Classe, la più grande associazione di studenti della provincia, decisa alla protesta a oltranza. “Dobbiamo difendere i diritti fondamentali”, ripete il portavoce Gabriel Nadeau-Dubois, “le leggi speciali non uccideranno il movimento studentesco”. La legge è considerata un ostacolo alla libertà di manifestare. Gli organizzatori, sono tenuti a concordare il percorso con almeno otto ore di anticipo, pena multe salatissime. La legislazione d’emergenza, approvata con 64 voti favorevoli e 48 contrari, e in vigore fino al 1 luglio del 2013, vieta inoltre manifestazioni nell’arco di 50 metri dalle università per impedire eventuali blocchi e stabilisce sanzioni fino 35mila dollari canadesi di multa (circa 27mila euro) per i leader studenteschi, che toccano i 125mila dollari canadesi (poco meno di 100mila euro) per le organizzazioni.
Tre mesi di serrata delle università e le incursioni nelle classi per disturbare quanti avevano deciso di seguire comunque le lezioni e non aderire al boicottaggio avevano fatto calare il consenso verso le motivazioni degli studenti. Il Quebec ha le tasse universitarie più basse del Canada. Per problemi di bilancio il governo locale ha tuttavia approvato un aumento dell’80 per cento entro i prossimi sette anni alla media di 254 dollari in più l’anno. La Legge 78 ha dato nuovo vigore alla protesta. “Impedisce la manifestazioni spontanee, ossia una parte integrante del diritto a manifestare”, ha spiegato al Globe and Mail il costituzionalista, Julius Grey, oppositore di una norma definita “draconiana”.
La prima conseguenza della legge sembra però proprio un aumento delle manifestazioni. Dalla sua approvazione in numerosi quartieri di Montreal, scoccate le otto di sera, le persone si affacciano al balcone o scendono in strada battendo su pentole e coperchi in segno di disappunto. Mentre nel fine settimana gli arresti sono stati oltre 300 con scontri tra studenti e agenti e lancio di bottiglie molotov. Il premier provinciale Jean Charest, sotto accusa per la gestione della protesta, non sembra però intenzionato a fare marcia indietro e per bocca del ministro per la Sicurezza pubblica, Robert Dutil, si difende ricordando come in altri Paesi democratici ci siano regole più stringenti in materia.
Neppure gli studenti però sembrano intenzionati ad arretrare di un passo. Alla fine, il costo delle tasse universitarie sarà di 3.800 dollari canadesi (2.900 euro) l’anno, comunque uno tra i più bassi del Paese. Come spiega il politologo Pierre Martin all’emittente Cbs, la questione affonda nelle aspettative create dalla rivoluzione silenziosa degli anni Sessanta, che mise le basi della secolarizzazione, del welfare e della specificità della provincia francofona. Oggi, continua, si scontrano due filosofie: la prima vede l’istruzione come un bene pubblico utile alla collettività; l’altra sostiene che un’istruzione più costosa aprirà più opportunità per il futuro.
di Andrea Pira
Mondo
Canada, studenti in rivolta contro tasse universitarie e legge anti-proteste
Arresti e feriti a Montreal nella manifestazione contro il governo del Quebec. Che dopo mesi di agitazioni per l'aumento delle rette di 254 dollari l'anno, ha varato una normativa che riduce drasticamente la libertà di scendere in piazza. In gioco il modello di welfare
Un centinaio di manifestanti arrestati e almeno sei feriti, tra cui due poliziotti. È il bilancio della notte di scontri a margine della protesta che a Montreal ha sfidato le leggi di emergenza imposte dal governo locale del Quebec contro le manifestazioni studentesche che da tre mesi paralizzano gli atenei dello Stato canadese contro l’aumento delle tasse universitarie. Per celebrare il centesimo giorno di sciopero decine di migliaia di manifestanti, non soltanto studenti, ma anche professori, sindacati, gruppi indipendentisti e sostenitori del movimento, sono sfilati per le strade di Montreal, in una delle più imponenti manifestazioni della storia recente del Canada, mentre in altre città, da Toronto a Vancouver, da, Calgary a New York e a Parigi, si svolgevano raduni più piccoli di solidarietà. Un “carnevale”, come l’ha definito il quotidiano Globe and Mail, dipinto di rosso, il colore della protesta.
Con l’arrivo della sera la manifestazione pacifica è tuttavia degenerata. Gruppi di studenti incappucciati hanno lanciato bottiglie e appiccato fuochi. La polizia, dal canto suo, ha usato il pugno di ferro, dichiarando illegale la manifestazione applicando le norme per l’organizzazione dei cortei stabilite dalla controversa Legge 78, approvata venerdì scorso, e il regolamento del comune di Montreal che vieta l’uso di maschere e cappucci durante i cortei.
La protesta del pomeriggio si era attenuta per gran parte alle disposizioni della Legge 78. sebbene alcune sigle studentesche più intransigenti si fossero rifiutare di concordare un percorso come previsto. Tra queste Classe, la più grande associazione di studenti della provincia, decisa alla protesta a oltranza. “Dobbiamo difendere i diritti fondamentali”, ripete il portavoce Gabriel Nadeau-Dubois, “le leggi speciali non uccideranno il movimento studentesco”. La legge è considerata un ostacolo alla libertà di manifestare. Gli organizzatori, sono tenuti a concordare il percorso con almeno otto ore di anticipo, pena multe salatissime. La legislazione d’emergenza, approvata con 64 voti favorevoli e 48 contrari, e in vigore fino al 1 luglio del 2013, vieta inoltre manifestazioni nell’arco di 50 metri dalle università per impedire eventuali blocchi e stabilisce sanzioni fino 35mila dollari canadesi di multa (circa 27mila euro) per i leader studenteschi, che toccano i 125mila dollari canadesi (poco meno di 100mila euro) per le organizzazioni.
Tre mesi di serrata delle università e le incursioni nelle classi per disturbare quanti avevano deciso di seguire comunque le lezioni e non aderire al boicottaggio avevano fatto calare il consenso verso le motivazioni degli studenti. Il Quebec ha le tasse universitarie più basse del Canada. Per problemi di bilancio il governo locale ha tuttavia approvato un aumento dell’80 per cento entro i prossimi sette anni alla media di 254 dollari in più l’anno. La Legge 78 ha dato nuovo vigore alla protesta. “Impedisce la manifestazioni spontanee, ossia una parte integrante del diritto a manifestare”, ha spiegato al Globe and Mail il costituzionalista, Julius Grey, oppositore di una norma definita “draconiana”.
La prima conseguenza della legge sembra però proprio un aumento delle manifestazioni. Dalla sua approvazione in numerosi quartieri di Montreal, scoccate le otto di sera, le persone si affacciano al balcone o scendono in strada battendo su pentole e coperchi in segno di disappunto. Mentre nel fine settimana gli arresti sono stati oltre 300 con scontri tra studenti e agenti e lancio di bottiglie molotov. Il premier provinciale Jean Charest, sotto accusa per la gestione della protesta, non sembra però intenzionato a fare marcia indietro e per bocca del ministro per la Sicurezza pubblica, Robert Dutil, si difende ricordando come in altri Paesi democratici ci siano regole più stringenti in materia.
Neppure gli studenti però sembrano intenzionati ad arretrare di un passo. Alla fine, il costo delle tasse universitarie sarà di 3.800 dollari canadesi (2.900 euro) l’anno, comunque uno tra i più bassi del Paese. Come spiega il politologo Pierre Martin all’emittente Cbs, la questione affonda nelle aspettative create dalla rivoluzione silenziosa degli anni Sessanta, che mise le basi della secolarizzazione, del welfare e della specificità della provincia francofona. Oggi, continua, si scontrano due filosofie: la prima vede l’istruzione come un bene pubblico utile alla collettività; l’altra sostiene che un’istruzione più costosa aprirà più opportunità per il futuro.
di Andrea Pira
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.