La Formula Uno corre verso la borsa, destinazione Singapore. Sembra tutto oramai pronto per il grande passo, la quotazione in Borsa di CVC Capital Partners, la società finanziaria che controlla a distanza i diritti della F1. CVC è un fondo di private equity che (fino a martedì) controllava poco più del 60 per cento delle azioni di Formula One Group, il conglomerato di holdings e scatole cinesi registrati tra Inghilterra, Lussemburgo e il paradiso fiscale dell’isola di Jersey, nelle Channel Islands, che gestisce l’organizzazione dei campionati di F1 e detiene lo sfruttamento dei suoi diritti commerciali e televisivi. Mentre l’altro 30 per cento del pacchetto è in qualche modo riconducibile a Ecclestone, al suo fondo fiduciario e a suoi stretti collaboratori.
Martedì CVC ha venduto il 20 per cento delle quote del Formula One Group a tre investitori privati: BlackRock, Waddell & Reed e il dipartimento investimenti della banca centrale norvegese Norges Bank. Con la vendita del 20 per cento al prezzo di 1,6 miliardi di dollari, CVC ha così stabilito il valore della società in circa 7,5 miliardi. Il passo decisivo verso la quotazione in borsa, che dovrebbe avvenire entro la fine luglio con un’offerta pubblica di acquisto sulla piazza di Singapore. Sarebbe proprio CVC, che da martedì detiene quindi il 40 per cento della Formula 1, e non i nuovi soci, né tantomeno Ecclestone, a mettere sul mercato buona parte delle sue azioni, con lo scopo di incassare circa 3 miliardi di dollari.
“Sarà più a buon mercato di Facebook“: così il boss della F1 Bernie Ecclestone ha commentato entusiasta l’approdo in borsa della sua creatura. Mentre Donald McKenzie, di CVC, ha così spiegato la scelta: “Un passo importante per lo sviluppo della F1. L’aggiunta di questi tre nuovi partner commerciali sarà di beneficio per il movimento. CVC ha assunto il controllo di maggioranza del Formula One Group nel 2006 e continuerà a rimanere l’azionista di maggioranza anche dopo la quotazione sui mercati“. Che produrrà anche un rimescolamento di poltrone. Nel nuovo consiglio di amministrazione dovrebbero infatti entrare anche rappresentanti delle scuderie più importanti.
Un posto è stato offerto a Ferrari, Mercedes e Red Bull, che diventerebbero azionisti e quindi soci della nuova società. Perché il lancio della F1 nel mondo della Borsa rimane comunque subordinato alla firma delle scuderie del nuovo Concorde Agreement (2013-2020), l’accordo commerciale tra le scuderie e la società che gestisce i diritti, le cui trattative sono tuttora in corso. In realtà sia Ferrari che Red Bull si sono impegnate a firmare il nuovo accordo, e di fatti Montezemolo oggi si è affrettato a benedire l’operazione: “Significherebbe più stabilità. E anche trasparenza”. La Mercedes, che non ha ancora firmato, sembra invece allontanarsi sempre di più.
“Se la CVC vuole quotare in borsa la F1 penso che si debbano prima risolvere velocemente alcuni punti chiave, le trattative continuano ma non finora non ci sono stati i progressi che ci aspettavamo – ha detto il responsabile di Mercedes Nick Fry, anticipando in qualche modo un possibile addio della casa automobilistica tedesca dalle corse entro la fine dell’anno -La F1 sarebbe più povera senza la Mercedes e quindi anche il suo valore sul mercato senza la nostra partecipazione diminuirebbe di molto”. Nel fine settimana si corre a Montecarlo. Terminata la gara i responsabili delle scuderie si tratterranno nel principato per discutere dell’altra corsa, quella che potrebbe cambiare i destini della F1.