Il viadotto Rio Piazza dell’Autostrada del Sole che collega Bologna a Firenze, nel tratto che passa sull’Appennino bolognese, continua a muoversi. Lo stesso passo che si trova non lontano dall’abitato di Ripoli, minacciato dalla frana riattivata dai lavori della Variante di valico. Tre centimetri di spostamento in cinque mesi, che hanno spinto la Società Autostrade ad aprire un nuovo cantiere sotto il viadotto per mettere in sicurezza i piloni.

Lo ha confermato Gennarino Tozzi, condirettore sviluppo rete di Autostrade per l’Italia, il quale però assicura che il movimento non “dà nessuna preoccupazione”. La notizia comunque era già emersa durante la commissione regionale conoscitiva sui lavori della Variante. Tozzi è solo una delle parti in causa ascoltate dalla commissione Trasporti. Ci sono altri rapporti, infatti, come quello dei rappresentanti del comitato di cittadini ripolesi che si batte contro l’opera da molti anni.

Il portavoce Dino Ricci, geometra in pensione ed ex funzionario di Italstrade, spiega che “al 18 maggio scorso, il viadotto Rio Piazza si è spostato di quasi tre centimetri rispetto a cinque mesi fa”. Secondo il geometra quella parte dell’Autosole “sta scivolando a valle”. “Trattiamo l’autostrada esistente in analogia con le case, dove facciamo azioni di puntellatura”, ha replicato Tozzi, secondo il quale non c’è motivo di preoccupazione, finché lo spostamento rimarrà entro i limiti di 13-14 centimetri. Eventualmente superata quella soglia, spiega Tozzi, “serviranno interventi di consolidamento, che noi stiamo comunque già facendo per precauzione”.

Ma per il comitato dei cittadini il movimento del viadotto Rio Piazza è solo l’ennesima conferma della necessità di fermare i lavori. Secondo Dino Ricci, infatti, “la frana non si fermerà” e in questa situazione “ci giochiamo la galleria, l’intero versante e anche l’autostrada esistente”. Il comitato di Ripoli insiste da tempo con la richiesta di cambiare il tracciato. La galleria dovrebbe cioè passare più nel cuore della montagna, più in alto rispetto all’autostrada esistente. Proposta bocciata da Tozzi: “Cambiare adesso il tracciato della Variante di valico – dice – significa ritardare l’opera di altri 10-20 anni”.

Dibattiti che si susseguono, mentre i lavori continuano e i rischi aumentano. E non a caso Ripoli, il paese dell’appennino bolognese attraversato dalla variante di valico, il tratto di autostrada che nei progetti deve aggiungersi all’attuale A1 tra Bologna e Firenze, si prepara a un piano di evacuazione nel caso la frana si muovesse un po’ più del dovuto. Gli stessi tecnici del Cnr e dell’Ispra venuti da Roma su invito del prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, hanno già emesso il loro verdetto sulla vicenda del paesino appenninico messo a rischio dagli scavi di una galleria per la Variante di valico: il risveglio della frana – dicono i tecnici – è causata da quei lavori. Per questo la sentenza degli esperti impone una serie di prescrizioni prima di andare avanti a perforare. Tra queste quella della creazione di un sistema di allarme, una sorta di piano d’evacuazione per i ripolesi, che permetta ai cittadini di capire come muoversi in caso di improvvisi smottamenti.

Intanto la procura di Bologna, che ha aperto un fascicolo per disastro colposo contro ignoti, è in attesa degli esiti delle perizie dei consulenti tecnici, che dovranno dire al pubblico ministero Morena Plazzi a che cosa sono dovuti i movimenti del terreno e se fossero in qualche modo evitabili. Elementi che potrebbero portare a eventuali iscrizioni sul registro degli indagati o anche all’accoglimento della richiesta che i ripolesi avanzano da mesi: fermare i lavori.

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