”Abbiamo ribadito l’importanza per l’Italia di una politica per gli investimenti in Ue come strumento di crescita”. Lo ha detto Mario Monti, il presidente del Consiglio italiano, incontrando il premier ceco Ceca Petr Necas. “L’Italia vede favorevolmente, quando i tempi saranno maturi, non fra moltissimo, gli eurobond ed ogni cosa che rafforzi la preparazione per investimenti proficui”. Il Consiglio europeo si è aperto proprio ieri con lo scontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il neo presidente francese François Hollande sulla discussa ed eventuale emissioni di titoli europei.
“Siamo entrambi interessati alla crescita economica dell’Unione – ha sottolineato Monti – che deve avvenire, per essere sostenibile, in piena coerenza con la disciplina fiscale, alla quale la Repubblica Ceca, che non è ancora nell’Eurozona, e l’Italia assegnano molto rilievo. Un tema sul quale si registra una particolare convergenza tra i nostri due governi è quello dello sviluppo del mercato unico europeo e della grande importanza che uno sviluppo profondo del mercato unico avrà per la crescita dell’Unione europea e siamo entrambi firmatari di quella lettera che è stata indirizzata in febbraio al presidente della Commissione e al presidente del Consiglio europeo”. “Ho infine ribadito l’importanza che l’Italia annette ad una politica per gli investimenti nell’Unione europea come strumento di crescita, sia per quanto riguarda gli investinmenti strutturali, sia per quanto riguarda i project bond. E l’Italia, come è noto, vede anche molto favorevolmente la creazione, quando i tempi saranno più maturi, crediamo non fra moltissimo tempo, di eurobond. Ogni cosa che servirà a rafforzare la preparazione dei Paesi europei per il loro futuro attraverso un’intensa attività di investimenti proficui sarà incoraggiata dall’Italia. Ultimissima cosa, abbiamo approfondito – ha concluso Monti – i temi del quadro delle prospettive finanziarie dell’Unione europea per i prossimi sette anni. Su tutti questi temi abbiamo concordato di tenerci in stretto contatto”.
Sull’argomento ieri si era già espresso proprio al termine del Consiglio Ue informale il presidente della Bce Mario Draghi che ha partecipato ai lavori. “L’emissione di eurobond non avrebbe senso fino a quando l’Eurozona non diventerà in qualche modo una vera ‘fiscal union’, unione di bilanci – ha argomentato il numero uno della Banca centrale europea – . Gli eurobond hanno senso se c’è un’unione di bilanci. altrimenti non hanno senso”.