E’ divertente vedere acuti commentatori di “sinistra” riservare al grillismo epiteti come “politica spettacolo” (Ceccarelli) oppure “politica degli stracci” (Giannini), mentre “antipolitica” comincia rapidamente a tramontare. Difficile dirlo di fronte a tanti voti. Quasi tutti i commentatori però hanno un desiderio: che Grillo faccia politica “vera”, che venga in parlamento.
Purtroppo è il contrario di quello che sperano gli elettori di Grillo e magari alla fine la maggioranza del paese, di sinistra e di destra, per quanto questi termini abbiano ancora un senso. Non solo per il vecchio motivo che la politica fatta dai partiti negli ultimi anni si può raramente definire tale. Ma perchè tutti hanno intuito che stiamo vivendo la fine di un sistema e di un’era, anche gli elettori ex-berlusconiani. Che non hanno votato Grillo per dispetto, come dicono molti, ma per convinzione. Questi elettori orfani del sogno berlusconiano non sono neanche più interessati a essere definiti di centrodestra, né tantomeno moderati. Lo stesso Berlusconi non lo è mai stato e lui lo sapeva.
Diventa ormai coscienza collettiva, stavolta anche tra gli elettori del Pdl, che pure il berlusconismo è stato l’ennesimo fenomeno gattopardesco, da accomunare alla politica della prima-seconda repubblica, collegate da una sostanziale, sotterranea continuità. In qualche modo anche a destra si percepisce che il sultano di Arcore ha cambiato tante cose nella nostra società, ma non la politica. Anzi ha incistato e incancrenito la corruzione.
In Grillo gli elettori votano perciò tutto quello che non c’è stato in questa ventina d’anni. Il suo crisma di profeta infatti se lo è guadagnato anche lui due decenni fa, quando Craxi lo cacciò dalle Tv. Nello stesso momento in cui ci entrava il Cavaliere. Grillo infatti saggiamente lancia fatwe contro la televisione. Perchè quella è la garanzia che in questi anni di finta seconda repubblica lui non c’è stato in nessun modo, neanche dalla parte della satira televisiva. Il Movimento 5 stelle è molto altro ovviamente, rispetto a Grillo. E’ politica dal basso e in rete soprattutto, con nuovi mezzi e senza ideologia, ma di questo sono soprattutto consapevoli i giovani e gli ex-elettori di sinistra. Quelli di destra invece, altro tipo di elettorato, votano più per il leader, che rimane uno specchietto per allodole, anche per gli acuti politicisti.
La vera novità come sappiamo è la normalità di Pizzarotti. Cosa di cui fatica ad accorgersi anche la sinistra storica sia in parlamento che fuori. Compresa La Repubblica. Che è nata nella prima e prosperata sulla seconda, vivendo di antiberlusconismo moralista e radical chic. Descrivendo un’ ideale società italiana fatta di una minoranza colta ed etica. In cui i due termini coincidono. Con un desiderio quasi religioso di educare (le riunioni diffuse sul web della redazione di Mauro hanno qualcosa del monastero zen: silenziose, bianche, disciplinate). Grillo invece grida la sua missione in modo volgare ed eccitato come faceva la Tv commerciale negli anni ottanta rispetto alla Rai dello stesso periodo. Ed è come se il comico genovese svegliasse il paese da due lunghi sonni antitetici di destra e di sinistra. E ne saziasse il disperato bisogno di verità, restituendo il senso alle parole. Partendo da un popolarissimo vaffanculo in piazza, redento dall’alone di falsa rissa-tv in cui era finito.
E se questa crepa nel sistema politico e mediatico è sacrosanta, molto meglio che avvenga attraverso le parole di un comico che non si può candidare piuttosto che nella testa di qualche fanatico armato non solo di parole.
Emanuele Fucecchi
Disegnatore
Politica - 24 Maggio 2012
Grillo a destra
Purtroppo è il contrario di quello che sperano gli elettori di Grillo e magari alla fine la maggioranza del paese, di sinistra e di destra, per quanto questi termini abbiano ancora un senso. Non solo per il vecchio motivo che la politica fatta dai partiti negli ultimi anni si può raramente definire tale. Ma perchè tutti hanno intuito che stiamo vivendo la fine di un sistema e di un’era, anche gli elettori ex-berlusconiani. Che non hanno votato Grillo per dispetto, come dicono molti, ma per convinzione. Questi elettori orfani del sogno berlusconiano non sono neanche più interessati a essere definiti di centrodestra, né tantomeno moderati. Lo stesso Berlusconi non lo è mai stato e lui lo sapeva.
Diventa ormai coscienza collettiva, stavolta anche tra gli elettori del Pdl, che pure il berlusconismo è stato l’ennesimo fenomeno gattopardesco, da accomunare alla politica della prima-seconda repubblica, collegate da una sostanziale, sotterranea continuità. In qualche modo anche a destra si percepisce che il sultano di Arcore ha cambiato tante cose nella nostra società, ma non la politica. Anzi ha incistato e incancrenito la corruzione.
In Grillo gli elettori votano perciò tutto quello che non c’è stato in questa ventina d’anni. Il suo crisma di profeta infatti se lo è guadagnato anche lui due decenni fa, quando Craxi lo cacciò dalle Tv. Nello stesso momento in cui ci entrava il Cavaliere. Grillo infatti saggiamente lancia fatwe contro la televisione. Perchè quella è la garanzia che in questi anni di finta seconda repubblica lui non c’è stato in nessun modo, neanche dalla parte della satira televisiva. Il Movimento 5 stelle è molto altro ovviamente, rispetto a Grillo. E’ politica dal basso e in rete soprattutto, con nuovi mezzi e senza ideologia, ma di questo sono soprattutto consapevoli i giovani e gli ex-elettori di sinistra. Quelli di destra invece, altro tipo di elettorato, votano più per il leader, che rimane uno specchietto per allodole, anche per gli acuti politicisti.
La vera novità come sappiamo è la normalità di Pizzarotti. Cosa di cui fatica ad accorgersi anche la sinistra storica sia in parlamento che fuori. Compresa La Repubblica. Che è nata nella prima e prosperata sulla seconda, vivendo di antiberlusconismo moralista e radical chic. Descrivendo un’ ideale società italiana fatta di una minoranza colta ed etica. In cui i due termini coincidono. Con un desiderio quasi religioso di educare (le riunioni diffuse sul web della redazione di Mauro hanno qualcosa del monastero zen: silenziose, bianche, disciplinate). Grillo invece grida la sua missione in modo volgare ed eccitato come faceva la Tv commerciale negli anni ottanta rispetto alla Rai dello stesso periodo. Ed è come se il comico genovese svegliasse il paese da due lunghi sonni antitetici di destra e di sinistra. E ne saziasse il disperato bisogno di verità, restituendo il senso alle parole. Partendo da un popolarissimo vaffanculo in piazza, redento dall’alone di falsa rissa-tv in cui era finito.
E se questa crepa nel sistema politico e mediatico è sacrosanta, molto meglio che avvenga attraverso le parole di un comico che non si può candidare piuttosto che nella testa di qualche fanatico armato non solo di parole.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Proprio perché sono una patriota metterò questa nazione in sicurezza, perché come dice la nostra Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere del cittadino". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.