Il Parlamento europeo dice sì all’introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie in Europa. E questa volta si tratta di un testo legislativo che si inserisce in un percorso, lungo ed irto di ostacoli, ma che ha come obiettivo una reale e concreta Tobin Tax all’europea. Interessanti le novità votate dall’Europarlamento: l’invito ad andare avanti anche se non c’è l’accordo di tutti i Paesi Ue (ovviamente all’interno di quelli favorevoli) e poi giù le mani dai fondi pensione. La curiosità è che a curare la relazione è un’eurodeputata socialista del Paese più inguaiato economicamente: la Grecia.
Vista la bagarre scoppiata in sede di Consiglio europeo le ultime volte che si è provato a parlare di Tobin tax, con tanto di strappo britannico come non si vedeva da anni, la novità più interessante è proprio l’invito dei deputati, in caso non fosse appunto possibile raggiungere un accordo per creare una Tobin tax in tutta l’Unione, a proseguire attraverso la procedura di cooperazione rafforzata che permette a un gruppo di Paesi di adottare legislazioni comuni (così come avvenuto per il brevetto europeo dopo il rifiuto italiano e spagnolo). Insomma, chi ci sta bene, gli altri pazienza.
“Essendo l’Unione europea il più grande mercato finanziario, spetta a noi fare il primo passo. Non possiamo essere tenuti in ostaggio da una manciata di Stati membri”, ha detto la relatrice greca Anni Podimata. “Siamo in linea con le richieste dei cittadini europei la maggioranza dei quali (66% dati Eurobarometro, ndr) desidera una Ttf”, ha proseguito la deputata. “Desiderano che il settore finanziario, che ha causato la crisi, paghi la sua giusta parte. Mi auguro che anche il Consiglio sia all’altezza della situazione e non rifugga da decisioni che sono richieste dalla maggioranza”.
Il Parlamento chiede infatti una tassa sulle transazioni finanziarie da quasi due anni e la Commissione ha presentato una proposta legislativa nel 2011. Con questo voto favorevole, i deputati hanno dato l’ok alle aliquote fiscali proposte dalla Commissione (0,1% per azioni e obbligazioni e 0,01% per i derivati). Secondo le stime ufficiali della Commissione, anche senza l’adesione di Londra, si stima che il gettito prodotto dalla Tobin Tax con un’aliquota dello 0,05% ammonterebbe a ben 450 miliardi di dollari l’anno. Risorse che potrebbero finire del bilancio europeo destinato ad aiutare i Paesi più in difficoltà e le fasce di popolazione più colpite dalla crisi.
Il testo approvato dall’Europarlamento chiede anche di rendere “economicamente sconveniente” un tentativo di aggirare ed evadere la Ttf. Prendendo esempio dalla normativa britannica sul bollo (“Duty Stamp”), i deputati propongono di collegare la proprietà giuridica di un prodotto finanziario al pagamento della tassa. In tal modo, se la tassa non è stata corrisposta, la proprietà del titolo non sarebbe garantita. Poiché l’aliquota è bassa, l’effetto dovrebbe essere quello invogliare a pagarla. E poi via libera al cosiddetto “principio di emissione” per obbligare anche le istituzioni finanziarie con sede fuori da un’eventuale zona Ttf a pagare la tassa, nel caso commerciassero titoli originariamente emessi all’interno della zona.
La Podimata, ertasi a paladina greca della lotta alla grande finanza, ci aveva già provato l’anno scorso a sponsorizzare la causa della Tobin Tax in Europa con l’approvazione di una risoluzione a sua firma sempre nell’Aula di Strasburgo. La differenza è che, questa volta, il testo approvato ha più peso nel percorso legislativo che potrà portare (forse) un giorno all’introduzione di una simile tassazione. “La Ttf rappresenta una parte integrante della strategia per uscire dalla crisi. Porterà una distribuzione più equa del peso della crisi e non causerà una ri-localizzazione al di fuori dell’Ue, poiché il costo di quest’ultima è superiore al pagamento della tassa”, ha detto la Podimata. Adesso la parola passa, ancora una volta al Consiglio europeo, quindi ai Paesi membri.
Economia & Lobby
L’europarlamento dice sì alla Tobin Tax. Chi l’ha proposta? Una socialista greca
Approvato un testo legislativo per una tassazione sulle transazioni finanziarie. Tra le novità anche l'invito a proseguire l'iter anche se non c'è l'accordo di tutti i Paesi. Anni Podimata, la relatrice ellenica del Pse: "Non possiamo essere tenuti in ostaggio da una manciata di Stati membri"
Il Parlamento europeo dice sì all’introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie in Europa. E questa volta si tratta di un testo legislativo che si inserisce in un percorso, lungo ed irto di ostacoli, ma che ha come obiettivo una reale e concreta Tobin Tax all’europea. Interessanti le novità votate dall’Europarlamento: l’invito ad andare avanti anche se non c’è l’accordo di tutti i Paesi Ue (ovviamente all’interno di quelli favorevoli) e poi giù le mani dai fondi pensione. La curiosità è che a curare la relazione è un’eurodeputata socialista del Paese più inguaiato economicamente: la Grecia.
Vista la bagarre scoppiata in sede di Consiglio europeo le ultime volte che si è provato a parlare di Tobin tax, con tanto di strappo britannico come non si vedeva da anni, la novità più interessante è proprio l’invito dei deputati, in caso non fosse appunto possibile raggiungere un accordo per creare una Tobin tax in tutta l’Unione, a proseguire attraverso la procedura di cooperazione rafforzata che permette a un gruppo di Paesi di adottare legislazioni comuni (così come avvenuto per il brevetto europeo dopo il rifiuto italiano e spagnolo). Insomma, chi ci sta bene, gli altri pazienza.
“Essendo l’Unione europea il più grande mercato finanziario, spetta a noi fare il primo passo. Non possiamo essere tenuti in ostaggio da una manciata di Stati membri”, ha detto la relatrice greca Anni Podimata. “Siamo in linea con le richieste dei cittadini europei la maggioranza dei quali (66% dati Eurobarometro, ndr) desidera una Ttf”, ha proseguito la deputata. “Desiderano che il settore finanziario, che ha causato la crisi, paghi la sua giusta parte. Mi auguro che anche il Consiglio sia all’altezza della situazione e non rifugga da decisioni che sono richieste dalla maggioranza”.
Il Parlamento chiede infatti una tassa sulle transazioni finanziarie da quasi due anni e la Commissione ha presentato una proposta legislativa nel 2011. Con questo voto favorevole, i deputati hanno dato l’ok alle aliquote fiscali proposte dalla Commissione (0,1% per azioni e obbligazioni e 0,01% per i derivati). Secondo le stime ufficiali della Commissione, anche senza l’adesione di Londra, si stima che il gettito prodotto dalla Tobin Tax con un’aliquota dello 0,05% ammonterebbe a ben 450 miliardi di dollari l’anno. Risorse che potrebbero finire del bilancio europeo destinato ad aiutare i Paesi più in difficoltà e le fasce di popolazione più colpite dalla crisi.
Il testo approvato dall’Europarlamento chiede anche di rendere “economicamente sconveniente” un tentativo di aggirare ed evadere la Ttf. Prendendo esempio dalla normativa britannica sul bollo (“Duty Stamp”), i deputati propongono di collegare la proprietà giuridica di un prodotto finanziario al pagamento della tassa. In tal modo, se la tassa non è stata corrisposta, la proprietà del titolo non sarebbe garantita. Poiché l’aliquota è bassa, l’effetto dovrebbe essere quello invogliare a pagarla. E poi via libera al cosiddetto “principio di emissione” per obbligare anche le istituzioni finanziarie con sede fuori da un’eventuale zona Ttf a pagare la tassa, nel caso commerciassero titoli originariamente emessi all’interno della zona.
La Podimata, ertasi a paladina greca della lotta alla grande finanza, ci aveva già provato l’anno scorso a sponsorizzare la causa della Tobin Tax in Europa con l’approvazione di una risoluzione a sua firma sempre nell’Aula di Strasburgo. La differenza è che, questa volta, il testo approvato ha più peso nel percorso legislativo che potrà portare (forse) un giorno all’introduzione di una simile tassazione. “La Ttf rappresenta una parte integrante della strategia per uscire dalla crisi. Porterà una distribuzione più equa del peso della crisi e non causerà una ri-localizzazione al di fuori dell’Ue, poiché il costo di quest’ultima è superiore al pagamento della tassa”, ha detto la Podimata. Adesso la parola passa, ancora una volta al Consiglio europeo, quindi ai Paesi membri.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.