Anche se i partiti includono nelle loro liste nomi di condannati hanno diritto ai rimborsi elettorali. E’ stato respinto alla Camera con 325 no l’emendamento dell’Italia dei Valori che puntava a interrompere l’erogazione delle risorse pubbliche in presenza di eletti e candidati giudicati colpevoli anche con sentenze non definitive. Contro la bocciatura hanno protestato anche i finiani. Lo Presti (Fli) ha annunciato la sua astensione sull’intero provvedimento. Per il relatore del testo sul finanziamento dei partiti, Gianclaudio Bressa, in conferenza stampa con l’altro relatore Peppino Calderisi, Montecitorio “ha bocciato l’emendamento” in quanto “la responsabilità penale è del tutto personale”. L’emendamento è contenuto nel ddl per la riforma del finanziamento dei partiti che oggi è stato approvato a Montecitorio con 291 sì che ora passa all’esame del Senato. Hanno votato contro in 78, astenuti 17.
Antonio Di Pietro, primo firmatario dell’emendamento bocciato, commenta sul suo blog: “Hanno scambiato il Parlamento per San Vittore – scrive – e ogni volta che c’è una commemorazione per morti di mafia continuano ipocritamente a inondarvi di messaggi sulle battaglie delle istituzioni, mentre lavorano in direzione opposta”, commenta il leader Idv che ha deciso di diffondere un video perchè “quel che è successo stamattina in Parlamento nelle votazioni della legge sul finanziamento dei partiti è gravissimo”. Di Pietro spiega anche il silenzio intorno a “quanto sta accadendo nell’aula della Camera” perché ritiene che “in questo Paese non esiste più un’informazione imparziale e onesta. I media parlano con una voce sola e si preoccupano di nascondere le cose invece di raccontarle: il manovratore non va disturbato”. Ribadisce poi la posizione dell’Italia dei Valori che “voterà contro questa legge sul finanziamento dei partiti perchè è una legge-beffa, di una casta che pensa all’autoconservazione”. Sui rimborsi elettorali è intervenuto anche Beppe Grillo a seguito dell’emendamento presentato dall’Udc già approvato alla Camera che vincola l’erogazione dei fondi solo a chi ha uno statuto.
CONTROLLO SUI BILANCI DEI PARTITI: L’idea della ‘task force’ per la trasparenza con 5 magistrati, 3 della Corte dei Conti, uno del Consiglio di Stato e uno della Corte di Cassazione, ottiene il via libera di Montecitorio, anche se la Corte dei Conti aveva rivendicato la competenza a svolgere “qualsiasi forma di controllo” sui bilanci dei partiti. Ma i relatori rispediscono le critiche al mittente: da parte del presidente delle Corte dei Conti, dice Bressa, c’è “una interpretazione suggestiva. Anzi. Un’interpretazione creativa della Costituzione”. E’ il Parlamento che decide, insistono, e su questo non possono ricadere delle “tensioni giurisdizionali” che evidentemente esistono tra le varie magistrature. E a questo proposito si cita la lettera del primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo con la quale si protestò sempre contro la composizione della ‘Task Force’ per la trasparenza. Lui, disse, non poteva svolgere compiti che non gli fossero riconosciuti dalla Costituzione e soprattutto non poteva essere coordinato dal presidente della Corte dei Conti, come prevedeva la formulazione originaria della Commissione (i 3 presidenti di Corte Conti, Consiglio di Stato e Cassazione coordinati dal primo). La task force avrà sede presso la Camera e comminerà sanzioni.
Il provvedimento, inoltre, introduce un primo efficace controllo anche per l’obbligo di rivolgersi a società di revisione iscritte all’albo Consob che stileranno una relazione che poi dovrà essere trasmessa alla Commissione di controllo.Respinta anche la proposta della Lanzillotta (Api) di vietare erogazioni in denaro da parte di enti pubblici e società controllate dallo Stato in favore di associazioni, fondazioni, enti o altri soggetti presieduti da deputati, senatori, europarlamentari o membri di assemblee elettive o da dirigenti di partito.
RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI: Nell’incertezza determinata dall’annuncio della conferenza stampa di domani di Berlusconi e Alfano al Senato, il Pd ha chiesto lo stralcio della parte della riforma relativa alla riduzione dei parlamentari. Alla richiesta ha aderito l’Udc. Conversando con i cronisti a Palazzo Madama, la capogruppo dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ha detto: “Chiedo che questa parte della riforma vada in Aula, così la mettiamo in sicurezza” dal momento che “le indiscrezioni dicono che la conferenza stampa di domani di Berlusconi e Alfano sarà su una proposta di riforma della Costituzione”. Gianpiero D’Alia (Udc) ha aggiunto: “Se il Pdl vuol far saltare il tavolo, noi siamo per lo stralcio”.
RIMBORSI DIMEZZATI: Taglio del 50% dei rimborsi ai partiti. Dai 182 attuali si passa a 91 milioni. Il 70% di questi saranno erogazioni ricevute direttamente dallo Stato (63,7 milioni di euro); il 30% (27,3 milioni) sarà di cofinanziamento. Il che significa che partiti riceveranno 50 centesimi per ogni euro ricevuto da persone fisiche o enti. E ogni contributo non potrà superare i 10.000 euro.
DETRAZIONI FISCALI: Un privato che voglia finanziare il partito del cuore potrà avere una detrazione fiscale del 24% per il 2013 e del 26% dal 2014. Stessa detrazione si avrà per chi sceglie le Onlus. Perchè i donatori abbiano diritto alla detrazione basterà che il partito abbia presentato una lista.
QUOTE ROSA: Se più di due terzi dei candidati di un partito sono dello stesso ‘generè la forza politica si vedrà decurtata del 5% la quota di rimborso che le spetta.
TESORIERI ‘TRASPARENTI’: Per tutti i tesorieri, anche non eletti, scatterà l’obbligo di pubblicare redditi e patrimonio anche di moglie (se c’è comunione dei beni) e figli a carico. I tesorieri che ‘sbagliano’ non potranno più sottoscrivere i bilanci del partito per almeno 5 anni. Questo emendamento ha provocato momenti di tensione. A scatenarli, l’intervento del tesoriere dei Ds Ugo Sposetti che dice di non votare la norma “in dissenso dal gruppo” in “memoria” e “rispetto” di “galantuomini che hanno scritto la storia di questo Parlamento come Severino Citaristi e Stefanini”. Gli applausi, arrivati solo dai banchi del Pdl, scatenano commenti al vetriolo. Poi la norma riceve l’ok e ora i tesorieri anche non eletti dovranno pubblicare redditi e patrimoni personali e quelli della moglie (se in regime di comunione) e dei figli a carico.
COME ACCEDERE AI RIMBORSI: I partiti, per avere i finanziamenti, dovranno ottenere il 2% alla Camera o avere almeno un eletto. Dovranno dotarsi di uno Statuto democratico e dovranno farne esplicita richiesta dopo le elezioni.
TETTI DI SPESA: Sono previsti per elezioni politiche, europee e amministrative. I Comuni si divideranno in tre fasce. La I da 15 mila a 100 mila abitanti; la II da 100 mila a 500 mila; la III da 500 mila in su. Se si tratta di candidati sindaci: per la prima fascia potranno spendere 25 mila euro, più un euro per ogni iscritto nelle liste elettorali. Nella seconda, 125 mila euro più un euro per ogni scritto. Per la terza, 250 mila euro più 0,90 centesimi per ogni iscritto. Tetti ridotti per i consiglieri.
SI INVESTE SOLO IN TITOLI DI STATO UE: I partiti potranno investire esclusivamente in titoli di Stato europei.
NO CASE IN AFFITTO DA ELETTI: Partiti e movimenti non potranno più prendere in affitto o acquistare a titolo oneroso immobili da persone elette in Parlamento, in Europa e nei consigli regionali.
SANZIONI: La ‘pena’ massima è il taglio del rimborso. Ma ci sono anche altre sanzioni che vanno dalla decurtazione dei due terzi di rimborsi e contributi a seconda della gravità della violazione.