Si chiude con un patteggiamento di 2 anni e 10 mesi di carcere e un risarcimento di 200 mila euro la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex direttore amministrativo del San Raffaele, Mario Valsecchi. Era imputato a Milano nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto del gruppo ospedaliero fondato da Don Verzè. La richiesta di patteggiamento è stata accolta dal gup Roberto Arnaldi. Valsecchi, che ora si trova agli arresti domiciliari, ne aveva fatto richiesta il 4 maggio quando sei sui sette degli indagati per il crack finanziario del San Raffaele hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena.
L’ex dirigente del gruppo ospedaliero ha collaborato con gli inquirenti offrendo elementi utili alle indagini. Riguardo agli altri imputati, per l’uomo d’affari Pierangelo Daccò (in carcere dallo scorso 15 novembre) e per l’imprenditore Andrea Bezzicheri il processo con rito abbreviato davanti al giudice Maria Cristina Mannocci comincerà il 27 giugno, mentre per i costruttori Pierino e Gian Luca Zammarchi, per l’imprenditore vicentino Fernando Lora e il suo contabile Carlo Freschi il dibattimento davanti al Tribunale si aprirà il 15 giugno. Per tutti le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere, bancarotta e altri reati come la frode fiscale, l’appropriazione indebita e il riciclaggio.
L’ex direttore amministrativo è stato uno dei testimoni chiave degli inquirenti per conoscere i movimenti di denaro all’interno della struttura ospedaliera. Ai vertici del San Raffaele era nota la “gestione dissipatoria” di don Luigi Verzé e del suo braccio destro Mario Cal. Ma in alcuni casi, le spese folli che hanno portato al crac erano mirate a “fare favori a qualcuno”. Così spiegava Valsecchi ai pm milanesi, in un interrogatorio del 16 febbraio scorso davanti ai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, titolari dell’inchiesta con il collega Luigi Orsi. Il contenuto dei verbali, depositati in seguito alla chiusura delle indagini per bancarotta e associazione per delinquere e costellati di “omissis”, era stato diffuso dall’agenzia Ansa. I “sigilli”, ossia la cerchia ristretta dei collaboratori di don Verzè, “erano perfettamente informati, in quanto nei consigli d’amministrazione si presentavano tutte le situazioni contabili”, spiegava Valsecchi.