Expo 2015. La realizzazione dei progetti è ancora lontana, ma è già tempo d’indagine penale. La procura di Milano ha aperto un fascicolo d’inchiesta per turbativa d’asta in merito a una gara d’appalto peri i lavori per l’esposizione universale, evento assegnato al capoluogo lombardo dopo una battaglia con la città turca di Smirne.
La Guardia di finanza di Milano si è presentata stamane nella sede Metropolitana Milanese Spa con un decreto di esibizione di documenti relativo a una gara. L’accertamento, in particolare, riguarda il bando per l’affidamento dei lavori inerenti la rimozione delle interferenze presenti nel sito di Expo e che è stata aggiudicata nell’ottobre 2011. L’inchiesta è affidata ai pm Antonio D’Alessio e Paolo Filippini, che è titolare anche del fascicolo sulla Lega Nord. Solo questa mattina il presidente della giunta lombarda, Roberto Formigoni, aveva detto: “Sarebbe una figuraccia mondiale se non rispettassimo i tempi dell’Expo. L’impegno della regione Lombardia è di accelerare al massimo i programmi prestabiliti”.
Gli inquirenti starebbero lavorando, stando a quanto si apprende, per accertare l’ipotesi di un cartello di imprese che potrebbe averne influenzato la regolarità della gara. L’inchiesta vede indagati anche funzionari pubblici ed è nata dal filone che ha portato in carcere l’ex assessore regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani e l’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli che, con le sue dichiarazioni, avrebbe fornito lo spunto investigativo.