In Regione Lombardia circa 18 mila cittadini hanno ricevuto una lettera in cui si indica, a causa del passaggio di soglia di reddito, l’obbligatorietà del pagamento del ticket per esami e visite.
Molti gli errori legati all’esenzione in base all’età che son stati fatti rientrare, ma quel che emerge maggiormente è che la “la cosiddetta tessera sanitaria – costata alle casse pubbliche 1,5 miliardi in 11 anni – è stata utilizzata per accessi Internet (con l’uso del lettore smart card) solo dal 2% dei lombardi”.
Occorreva spendere tutti quei soldi senza successo o occorreva sensibilizzare ed istruire prima alla tecnologia i cittadini e gli operatori sanitari? Quella spesa annua quanti ticket, a persone bisognose, avrebbe coperto?
Dal 1 giugno, inoltre, nuovi ticket di 25 euro per i codici bianchi e verdi dei pronto soccorso: “A Milano, stando alle recenti statistiche diffuse dall’Asl, il ticket lo dovrà pagare l’85 per cento delle persone che fanno ricorso al pronto soccorso”.
Fermo restando che una riorganizzazione dei pronto soccorso sia indispensabile per “liberare” spazio per i codici veramente urgenti questo, a mio avviso, dovrebbe andare di pari passo con una riorganizzazione della medicina di base con interventi urgenti per liberare le sale di attesa dei “medici di famiglia” da incombenze amministrative e non mediche.
Non credo che la soluzione del problema, sig. assessore Bresciani, sia obbligare al pagamento. Non si guarisce pagando se si sta male o se, semplicemente, si ha bisogno di una indicazione che potrebbe dare il medico di base se non facesse lo “scribacchino”.
Ad esempio, invece, si potrebbe:
Circa il 70% dei cittadini si rivolge al medico curante per farsi scrivere una ricetta! Non credo sia corretto continuare a chiedere ai cittadini in una ottica che, in Regione Lombardia, sposta sempre più la sanità verso il privato invece di riorganizzare affinchè il sistema di primo accesso funzioni meglio. Meglio ancora sarebbe risparmiare subito in sanità.
Cosa ne pensa il “tecnico” Ministro della Salute?