Il giornalista risponde al comico che aveva definito "tutti morti" i conduttori televisivi. E lo accusa di precludere le telecamere ai Cinque stelle per tenere sotto controllo il movimento insieme al suo "socio". Al comico genovese rinfaccia anche gli applausi "dei giornali di Berlusconi e degli amici di Bisignani"
Michele Santoro attacca frontalmente Beppe Grillo e il suo “guru” internettiano Gianroberto Casaleggio in apertura della puntata di “Servizio pubblico”. “Caro Beppe Grillo, ti parlo con un certo affetto”, ha esordito il giornalista, “perché mi hai fatto sperare tanto in un cambiamento”. Ma ora “dici che noi conduttori televisivi, come i politici, siamo tutti morti”. E “non è normale che i giornali di Berlusconi e anche gli amici di Bisignani ti applaudano tanto quando tu attacchi tutta la tv indifferentemente”. Ma, dice Santoro al comico, “tu hai bisogno di dire che siamo tutti uguali perché hai bisogno di tenere i tuoi ragazzi lontani dalle telecamere e devi consentire al tuo piccolo fratello e socio Casaleggio di controllare la situazione”. Perché “movimento va bene ma non troppo”.
Allora, ha concluso Santoro, “se i tuoi ragazzi sono contenti di non avere altro dio che non il tuo blog sono fatti vostri, e vi dico auguri”. Però d’ora in poi “riderò un pochino di meno, spererò un pochino di meno, e magari penserò un pochino di meno”. Fino all’epitaffio: “Cazzo cazzo, culo culo, vaffanculo vaffanculo, ma tra poco ‘Servizio pubblico’ ricomincia”.