Volantini a firma Brigate Rosse sono stati recapitati alla sede del Corriere della Sera e del Giornale a Milano. E una lettera a firma dei Nar è arrivata alla Nuova Gazzetta di Caserta.

Nella lettera recapitata nelle redazioni milanesi vengono citati la strage di Brindisi e il ferimento del manager dell’Ansaldo Roberto Adinolfi. “La tentata strage di Brindisi, come Piazza Fontana nel ’69, è stata un’ovvia provocazione dello stato fascista per placare la rabbia delle masse con la paura. Ma le masse proletarie non si faranno abbindolare”. Sul ferimento di Adinolfi si legge invece: “Alle azioni di guerra si risponde con la guerra! L’azzoppamento del manager Ansaldo Roberto Adinolfi a Genova ha riaperto i giochi. Vogliamo però sottolineare ancora una volta che lo spontaneismo armato è inutile e dannoso in quanto tende a disperdere il potenziale delle avanguardie non organizzate ed ancora politicamente immature nella lotta di classe. Bisogna organizzarsi e colpire il regime nei suoi punti cardine seguendo logiche politiche ben precise altrimenti le forze controrivoluzionarie avranno la meglio sul nascere. E’ giunta la nuova alba della rivoluzione. Ogni persona ritenuta colpevole dovrà pagare per i propri reati contro il proletariato. Si rende quindi necessario sviluppare una lotta di classe i cui principali obiettivi siano: formare il partito comunista combattente. Liberare i compagni prigionieri nei lager di stato. Colpire i maggiori rappresentanti dei partiti di regime e i loro ‘soci’. Colpire la Confindustria, il sistema bancario ed i loro sfruttatori. Colpire i loro servi giornalisti”. Il volantino termine con lo slogan: “Colpirne 1 per educarne 100. Potere al popolo armato”.

Secondo un investigatore raggiunto dal fattoquotidiano.it, “chi scrive ha un sostrato ideologico, anche se gli argomenti è possibile mutuarli”. Inoltre, non ritiene “ci sia dietro una organizzazione” perché “il linguaggio è semplice” Chi scrive infatti “conosce gli argomenti e cita fatti di attualità, come Genova e Brindisi” e presumibilmente “appartiene ad ambienti di estrema sinistra”.

Al Secolo XIX arriva l’ennesimo volantino firmato Brigate Rosse con la classica stella a cinque punte. E’ stato recapitato alla sede di Genova. La Digos di Genova lo ritiene non attendibile. Nel volantino, analogo a quello recapitato a Milano al Giornale, si fa identico riferimento all’attentato di Brindisi: “La tentata strage di Brindisi, come Piazza Fontana nel ’69, è stata un’ovvia provocazione dello Stato fascista per placare la rabbia delle masse con la paura” . E’ giunto per posta ordinaria da Milano Borromeo.

Alla redazione della Nuova Gazzetta di Caserta in via G.M. Bosco è invece arrivata una lettera contenenti minacce dimorte ai “politici e ai tecnici”, in particolare al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al direttore dell’Agenzia dell’Entrate, Attilio Befera. Era firmata “Nar Nucleo Armato Rivoluzionario Giuseppe Valerio Il Giusta”. 

Intanto gli investigatori stanno vagliando il volantino firmato Brigate Rosse Brigata Liverani recapitata ieri all’Ansa di Ancona. “Sono in corso accertamenti” si è limitata a confermare il procuratore distrettuale Elisabetta Melotti, che ha parlato di un atto “dovuto” e funzionale a compiere verifiche sul plico. L’intelligence nutre dubbi sull’attendibilità della missiva, ma in queste ore sono in corso una serie di verifiche tecniche per raccogliere quanti più elementi possibili sulla struttura del linguaggio con cui è stata elaborata, su eventuali copia e incolla di frasi tratte da documenti vecchi e nuovi di gruppi eversivi. Si cerca di capire anche se a vergare le righe in stampatello, con un pennarello, verosimilmente a mano libera e non con un normografo, siano state una o più persone. Non aiuta gli agenti della Polizia scientifica la circostanza che la missiva sia stata spedita in fotocopia, una precauzione che fa pensare ad un mittente non proprio sprovveduto, attento a non lasciare impronte e a schermare il tipo di inchiostro usato. Bisognerà poi attendere almeno una settimana per capire se la lettera sia un “unicum”, o se ne sono state inviate altre identiche: nel primo caso il messaggio potrebbe acquisire maggior peso di quanto non ne rivesta finora. Quanto all’inedita Brigata Gino Liverani Diego (nome di battaglia del brigatista del Comitato marchigiano delle Br, che sarebbe morto latitante in Nicaragua nel 1985), gli investigatori non sembrano attribuire particolare importanza al fatto che il soprannome del terrorista non fosse noto ai più: Diego Liverani compare infatti in vari siti internet.

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