“Da anni, da giugno a settembre lo yacht Ad Maiora è a disposizione di Formigoni… Il presidente è stato mio ospite per tre capodanni ai Caraibi, non mi ha restituito nulla…”. E’ questo un passo delle ammissioni contenute in un verbale del faccendiere Pierangelo Daccò, rilasciate il 19 maggio nel carcere di Opera nel quale è detenuto dal 15 novembre. E’ quanto, questa mattina, riporta il quotidiano La Repubblica. In mattinata è arrivata la reazione del presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha ribadito di aver pagato la sua parte e ha promesso di dimettersi “se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me”.
Ma il Pd lombardo le dimissioni le chiede subito: “Formigoni è stato smentito da Daccò. Il Pdl e la Lega farebbero bene a votare la sfiducia”, ha dichiarato il capogruppo democratico in Regione Lombardia, Luca Gaffuri. “Le parole che abbiamo letto oggi – ha spiegato – smentiscono categoricamente le spiegazioni che Formigoni ha dato ai lombardi. La Lombardia non ha bisogno di un presidente ‘smemorato'”. E’ dunque arrivato il momento “di chiudere l’era Formigoni” e il capogruppo Pd si rivolge ai partiti della maggioranza: “Noi abbiamo presentato la mozione di sfiducia, vedano loro se cogliere l’opportunità o tirare malamente a campare”. Il consigliere democratico Franco Mirabelli si rivolge direttamente all’Udc per “costruire al più presto un’alternativa di governo”. Mentre l’ex “rottamatore” Giuseppe Civati spiega a ilfattoquotidiano.it che, nonostante gli scandali, “Pdl e Lega non molleranno Formigoni”.
E’ sempre meno sostenibile, infatti, la posizione di Formigoni rispetto ai recenti scandali che hanno travolto la sanità lombarda, dal San Raffaele alla Fondazione Maugeri, che vedono in Pierangelo Daccò l’uomo cerniera tra le aziende sanitarie private e la Regione Lombardia. Daccò, suo grande amico e come lui uomo di Cl, smonta la versione del governatore sulle vacanze di lusso sì, ma pagate da tutti i partecipanti, compensando le spese degli uni e degli altri. Formigoni aveva anche promesso di esibire la documentazione dei rimborsi pagati a Daccò, ma non lo ha mai fatto: “Ho buttato le ricevute”, ha affermato. Se i presunti pagamenti – per molte migliaia di euro – fossero avvenuti per via bancaria ne esisterebbero comunque tracce scritte, ma finora il governatore non le ha mostrate pubblicamente. Perché “non c’è reato”, sostiene Formigoni.
Resta ora da vedere, dopo la pubblicazione di questi ultimi verbali, quanto ancora possa reggere la difesa, politica prima che penale, di un presidente che intrattiene questo genere di rapporti con un personaggio come Daccò, indicato dai manager delle aziende ospedaliere private come la persona a cui rivolgersi per sistemare eventuali problemi con la Regione.
Formigoni: “Da 50 anni faccio vacanze di gruppo e divido spese con i partecipanti”
Secondo quanto riferito dal quotidiano, a suscitare le esternazioni di Dacco sarebbero state le parole di un marinaio addetto a uno yacht abitualmente “riservato” a Formigoni. Vacanze di cui La Repubblica fa il conto delle spese. “Tutte le estati – ha precisato il dipendente – da giugno a settembre, lo yacht era messo nella disponibilità esclusiva del presidente della Regione Lombardia. Daccò usava l’altra barca, riservando l’Ad Maiora a Roberto Formigoni”. La barca costa, quanto?, domandano i magistrati. “I costi oscillano tra i 30mila e i 50mila euro a stagione”, è la risposta.
“Formigoni – si legge dei passi del verbale – è stato mio ospite (risponde Daccò ndr) in almeno tre capodanni alle Antille…Per quello del 2010/2011… ho speso 100 mila euro per il noleggio di un jet privato”.
‘Non mi metto a discutere e a contraddire una persona che è in carcere da oltre sei mesi e che ha tutto il diritto di difendersi”, ha commentato Formigoni, ospite dell’iniziativa dei Seniores del Pdl a Milano. Formigoni “conferma” di aver pagato le vacanze personalmente, cosa che Daccò smentisce. Ma aggiunge: “Se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me, mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò”. Il governatore lombardo ha ribadito che “Daccò non ha avuto nessun vantaggio”.
Sulle vacanze pagate da Daccò, Formigoni ha ribadito la linea tenuta finora: ”Si va in vacanza con un gruppo ampio, uno paga una cosa, uno paga un’altra e alla fine si conguaglia – ha aggiunto – ma non è stato sperperato neppure un euro di denaro pubblico e non c’è nessuna indagine a carico di Regione Lombardia”. Nella sanità lombarda, ha aggiunto, “non ci sono scandali. Il San Raffaele è un’azienda privata e pagavamo all’ ospedale le sue prestazioni di altissima qualità. Se qualcuno ha compiuto malversazioni sono compiute da privati nei confronti di aziende private”.
Il presidente ha anche attaccato “Repubblica” per la pubblicazione dell’articolo: “Io non ho a disposizione il materiale che ha avuto a disposizione illegalmente Repubblica. Perche’ un reato c’e’ di certo. Il reato del materiale segreto istruttorio pubblicato”.
Il Pdl continua a fare quadrato intorno al suo governatore: ”Dopo che voi del Pd avrete fatto dimettere l’indagato Errani e il plurindagato Vendola potrete forse cercare di articolare parola attorno al nostro presidente Formigoni, che indagato non è, come voi sapete ma cercate di dimenticare”, replica alla richiesta di dimissioni il capogruppo in consiglio regionale Paolo Valentini.