Continui problemi di liquidità del Fellini verso fornitori e dipendenti. Approvato un aumento del capitale sociale dalla Provincia: "Unica mossa possibile, altrimenti lo stato di crisi ci affosserebbe. fino ad oggi risorse spesso a senso unico per padiglioni fieristici piuttosto che per lo scalo aeroportuale"
Tuttavia, arriva la conferma- semmai ce ne fosse stato bisogno- che pure a Rimini, a sua volta rifiutata da Filetti ma con toni meno perentori rispetto a Forlì, questi sono tempi duri. Aeradria, il gestore dell’aeroporto “internazionale” di Rimini-San Marino, accusa problemi di liquidità continui nei confronti di fornitori e dipendenti: senza ulteriori soldi pubblici non si va avanti. Ecco allora che la Provincia, primo azionista, ha deciso di fissare per il 7 giugno un’assemblea dei soci cui delegare l’approvazione di un nuovo aumento di capitale: si tratta di altri 5 milioni di euro di risorse che seguono i 6 milioni stanziati alla fine dello scorso anno. Il programma investimenti fino al 2015, del resto, incombe: a Miramare ci sono da sistemare terminal, pista e torre di controllo (quest’ultima con risorse Enav). Complessivamente il piano vale 26 milioni di euro: oltre ai 6 messi a disposizione con la prima capitalizzazione, era previsto che 5 fossero in capo alle banche locali, Cassa di Risparmio di Rimini in testa, e altri 15 alle banche nazionali. Ma queste ultime continuano a tentennare.
Rispetto ad appena un paio di anni fa, quando era il Ridolfi a contare 700 mila passeggeri annui e in Riviera bisognava ancora assettare il passaggio da scalo militare a scalo civile, c’è da dire che Rimini ha fatto passi da gigante. Nel 2012 verrà superato abbondantemente il milione di passeggeri, sulla costa adriatica solo Venezia e Bari fanno meglio. Dal 9 giugno a Rimini tornano i Jumbo Jet (Boeing 747) da Mosca, due a settimana con 520 posti ciascuno, e dal 30 giugno i voli su Mosca targati Transaero Airlines diventeranno persino di linea. Una mossa anche per mostrare a Bologna, che ha perfezionato da poco accordi con Aeroflot, che sui russi la Riviera non molla di certo la presa.
Dunque, nuovo traffico (+66,5% i passeggeri tra 2010 e 2011) e nuovi vettori al Fellini, ma a che prezzo? Se lo chiedono sempre più spesso i dipendenti (che secondo le indiscrezioni negli ultimi mesi hanno ricevuto gli stipendi in ritardo) e i creditori di Aeradria (le ditte edili incaricate dei lavori a posta e terminal), ma ormai anche qualche socio. A tutti ha provato a fornire rassicurazioni oggi il presidente della Provincia, Stefano Vitali, convocando un Consiglio provinciale “aperto” tutto dedicato all’aeroporto che ha approvato all’unanimità di procedere con i 5 milioni e in generale con il sostegno all’infrastruttura aeroportuale. Vitali, che anche oggi ribadisce di voler “cercare una collaborazione futura con Bologna”, preparandosi comunque a richiamare nuovi potenziali partner a partire dalla società veneziana Save, sui debiti ribadisce il concetto. “La situazione debitoria, dovuta sostanzialmente agli investimenti fatti su quell’hardware e quel software che ha consentito in pochi anni di ammodernare le strutture e raddoppiare il numero di passeggeri, coinvolge due soggetti sopra tutti, che hanno fortemente creduto nello scalo e nelle sue potenzialità: le banche locali e i fornitori, anch’essi per la quasi totalità imprese locali. Scegliere la strada della rinegoziazione significherebbe, come è ovvio, provocare pesanti effetti sull’economia riminese”, chiarisce il presidente della Provincia. E dunque, “la soluzione maestra, la più semplice, la più rapida, la migliore per verificare oggi interesse e attenzione, è in questa fase una sola: una ricapitalizzazione societaria che possa incanalare le nuove disponibilità e favorire nel contempo anche un riequilibrio societario in cui possa trovare spazio un diverso impegno dei soggetti locali”.
Intanto, sul Fellini insistono il rinnovo della concessione Enac e i contratti con le compagnie, considerati vincoli inaggirabili. Sul tema concessione, Vitali dice che “mettere in discussione la compagine societaria, o aprire ora in qualsiasi forma lo stato di crisi, significherebbe mettere la pietra tombale su un atto senza il quale lo scalo riminese sarebbe semplicemente un condannato a morte in attesa di percorrere il miglio verde”. I contratti, nel frattempo, “contengono clausole che, se non rispettate, metterebbero a rischio destinazioni essenziali per questo territorio, come dimostrano anche i numeri di arrivi e presenze turistiche relativi ai primi mesi del 2012”.
Tirando le somme, i soci devono riaprire la borsa, pena la rottura del giochino. Togliere al territorio riminese l’aeroporto significherebbe condannarlo a “un tramonto più probabile che ipotetico”, avvisa tutti il presidente della Provincia che sul Fellini invita i colleghi a fare autocritica: “Siamo sinceri sino in fondo, sinora sono stati maggiori gli sforzi, le attenzioni e le risorse impiegate per la realizzazione di padiglioni fieristici e centri congressi piuttosto che per lo sviluppo di una struttura ‘a servizio e completamento’ indispensabile come l’aeroporto”.