E’ guerra aperta al policlinico Gemelli di Roma tra la direzione e i lavoratori. “Ci hanno comunicato che ritarderanno lo stipendio di maggio – raccontano alcuni medici – e non sappiamo quando arriverà la quattordicesima”. Una situazione mai vista prima nel più prestigioso ospedale della Santa sede, che ospita la facoltà di medicina dell’Università cattolica. La preoccupazione tra i dipendenti venerdì scorso era alle stelle, tanto da spingerli ad occupare la sala Vito, dove questa mattina è prevista un’assemblea.

Oltre all’incertezza sul pagamento degli stipendi – fatto che preoccupa molto i dipendenti – l’azienda ha disdetto nei giorni scorsi il contratto, proponendo un taglio generalizzato delle retribuzioni, con percentuali di riduzione che potrebbero arrivare – secondo alcune indiscrezioni – al 20 per cento. Segni di una crisi di liquidità che sta investendo come una bufera la sanità del Vaticano, preannunciata dalla vicenda dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata e dal San Carlo di Nancy di Roma, crisi che continua ad aggravarsi nonostante il cambio dei vertici.

Quello che sta avvenendo al Gemelli sembra seguire – con le dovute differenze – lo stesso copione. La direzione sostiene di vantare crediti milionari con la Regione Lazio (alcune voci parlano di circa 800 milioni di euro), con cifre attualmente sub iudice. Nel contempo è partita una trattativa con la giunta Polverini per aumentare il budget annuale destinato al policlinico dell’Università Cattolica. L’ultima offerta arrivata sul tavolo è di 480 milioni all’anno, proposta respinta dall’amministrazione che l’ha giudicata troppo bassa per coprire il costo delle prestazioni realmente erogate.

Dura la reazione dei lavoratori, arrivata subito dopo la notizia del cambiamento delle date di pagamento degli stipendi: “Il direttore generale ha rotto un patto e vanificato la pace sociale. L’azienda dopo la trattativa fallita con la Regione Lazio – si legge in un volantino firmato da tutte le sigle sindacali, distribuito venerdì scorso – ora vuole prenderci come ostaggio”.

Ad aumentare l’incertezza del momento c’è la difficoltà nell’ottenere dati economici completi. Le cifre mostrate ai sindacati durante la trattativa sono state giudicate assolutamente insufficienti. “Non è chiaro – racconta un medico che chiede l’anonimato – ad esempio come sono stati spesi i soldi, arrivando ora a una situazione di difficoltà tale da non poter garantire la tredicesima, che pure è prevista dai contratti. E non si capisce come hanno potuto investire nella realizzazione della facoltà di economia – chiede il sanitario – quando ora hanno difficoltà nel pagare gli stipendi”.

Il policlinico universitario “Agostino Gemelli” – conosciuto a Roma come “l’ospedale del Papa” – è direttamente riconducibile alla Fondazione Toniolo di Milano, ente diretto fino a pochi mesi fa dall’attuale ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi.

 

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