Un gioiello da tre milioni di euro a due passi da Cala di Volpe, dal prestigioso Pevero golf club e dal mare blu della Sardegna. È la "reggia" da 300 metri quadri dei ciellini, venduta a Alberto Perego, amico fraterno del governatore della Lombardia
Una villa da favola, un gioiello da tre milioni di euro a due passi da Cala di Volpe, dal prestigioso Pevero golf club e dal mare blu della Costa Smeralda. È questa la villa sarda dei ciellini, la reggia da 300 metri quadri venduta da Piero Daccò il 28 ottobre del 2011. Un affare concluso al fotofinish, giusto pochi giorni prima che lo stesso Daccò finisse in carcere con l’accusa di aver maneggiato i fondi neri dell’ospedale San Raffaele. Il compratore si chiama Alberto Perego ed è un amico fraterno di Roberto Formigoni. Anche Perego come il governatore fa parte dei Memores Domini, il corpo scelto dei ciellini che si impegnano a vivere secondo i precetti evangelici di povertà castità e obbedienza. A sei mesi di distanza, quell’affare in Costa Smeralda è finito nel gran calderone delle indagini della procura di Milano su Daccò e sul suo socio Antonio Simone.
Ma non è solo l’identità dell’acquirente, e la data sospetta della compravendita, a incuriosire gli investigatori. Il fatto è che quella villa sarda racconta una storia piuttosto curiosa. Limes, la società di Daccò, amministrata dalla figlia Erika, ha completato la costruzione nell’ottobre del 2006. Per cinque anni però non si sarebbe fatto vivo neppure un acquirente. Gli altri due immobili del lotto, anche questi dimore da vip, sono stati piazzati entro il 2007. Per il terzo invece il compratore è arrivato soltanto nell’ottobre del 2011. Per oltre quattro anni, secondo quanto il Fatto Quotidiano ha potuto ricostruire, la Limes di Daccò non ha ricavato un solo euro dall’affitto della sua proprietà. Il primo e unico contratto registrato risale ad agosto del 2011. E anche in questo caso come controparte compare Perego, che per godersi un mese di Costa Smeralda avrebbe sborsato 20 mila euro. Strana situazione. Strana davvero. C’è una società che ha investito milioni di euro per costruire un immobile da cui non ricava nulla. Peggio, deve pagarci una montagna di tasse. Gli investigatori, però, nei giorni scorsi hanno raccolto le dichiarazioni di Simone, il socio di lunga data di Daccò, arrestato venerdì 13 aprile per i fondi neri della Fondazione Maugeri.
“Perego – racconta a verbale Simone – passa lunghi periodi in Sardegna dove ha acquistato un’abitazione che gli ha venduto Daccò”. Solo che la compravendita è molto recente, risale a ottobre. A che titolo, allora, se sono veri i racconti di Simone, il futuro acquirente Perego trascorreva lunghi periodi in quella villa? Agli atti c’è solo il contratto d’affitto per agosto 2011. Nient’altro. Un’ipotesi potrebbe essere che Daccò cedesse di tanto in tanto agli amici più cari la casa in Costa Smeralda. Vengono in mente le vacanze di gruppo citate e rivendicate da Formigoni giusto un paio di giorni fa per spiegare i suoi biglietti aerei pagati da Daccò. Vacanze a cui partecipava anche l’amico Perego. Per questo, adesso gli investigatori intendono verficare chi abbia trascorso periodi di vacanza nella villa intestata alla Limes. E se tra questi ci fosse anche Formigoni. Solo ipotesi, congetture, che anco ra devono trovare riscontri. D’altra parte sembra improbabile che Daccò non abbia in qualche modo sfruttato quell’immobile su cui aveva inve stito milioni di euro.
Ben diversa appare la storia delle altre ville del lotto. Entrambe, come detto, sono state cedute tra il 2006 e il 2007, anche se è difficile, per non dire impossibile capire con precisione chi siano gli acquirenti. Già, perchè anche questi affari sono finiti off shore. Per Daccò e soci non sarebbe un gran novità. Le indagini hanno ricostruito, con tanto di documentazione contabile, che l’amico di Formigoni poteva contare su una rete di società nei paradisi fiscali per gestire il flusso dei fondi neri. Ma torniamo in Costa Smeralda. Dove scopriamo che nel 2006 la Limes di Daccò ha ceduto la prima delle sue tre ville alla società lussemburghese Lavica development. Prezzo dell’affare: 5,7 milioni. Chi c’è dietro Lavica? Mistero. Al momento di chiudere il rogito, come procuratore degli acquirenti si presentò tal Mauro Cavadini, dipendente di un grande studio notarile di Lugano. Tutto off shore, ancora una volta. La seconda operazione risulta invece conclusa alcuni mesi dopo, nel 2007. La villa è ancora da completare e passa di mano per soli (si fa per dire) 1,4 milioni. L’acquirente, questa volta, è una società italiana con sede a Cagliari, la Chrimar srl. A sua volta, la Chrimar fa capo a una scatola lussemburghese, la Socaem. Insomma, siamo daccapo. La reale identità del compratore resta misteriosa. Poi arriva Perego, che ci mette la faccia. Fa un mutuo da 1,5 milioni e acquista la terza villa del lotto. Giusto in tempo. Ancora pochi giorni e il sistema Formigoni comincerà a vacillare.
Da Il Fatto Quotidiano del 18 aprile 2012