Ecco un’altra lettera interessante in risposta al mio post sul perché i grillini non ottengono al Sud gli stessi, eccezionali, risultati del Nord. La firma un attivista salernitano del M5S, Davide Gatto.
“Innanzitutto grazie per l’iniezione di fiducia. “Vincere” oramai da qualche settimana a questa parte significa “governare”, prima significava solo “fare una lista di cittadini”. Sarei non onesto a dire che me lo aspettavo, che avremmo avuto 4 sindaci a 5 stelle in Italia e altri due perdenti al ballottaggio, la cosa è stata davvero inaspettata. Comunque sia provo ad articolare una risposta ai tuoi giusti interrogativi.
Ma iniziamo con una piccola disamina tecnica sui flussi. Dopo il successo del primo V-day, l’allora blog di Beppe Grillo decise nel 2008 di non organizzare o supportare una lista nazionale, come è noto dai risultati elettorali, il movimento di opinione creato dal blog di Grillo (e anche da altri, ad esempio il libro “la casta”di Rizzo-Stella), generò un aumento molto alto di preferenze con particolare riferimento a due liste, Italia dei Valori e Lega Nord.
Appare evidente che una volta nato il Movimento 5 Stelle (2009), dei principali partiti tradizionali, quelli che avrebbero subito una uscita di elettori sono proprio queste due liste, che fortunosamente nel 2008 hanno raccolto i frutti dell’”antipolitica”. Naturale dunque che il Movimento 5 Stelle, potesse avere terreno più facile dove queste formazioni sono forti e radicate sul territorio, cosa che è avvenuto nelle regioni del Nord e in Molise e non avviene in Campania. Oltre al flusso di “cittadini indignati” che Idv e Ln hanno saputo convogliare, bisogna anche tenere presente che queste due formazioni si distinguono dalle altre per una forte “non identità” postideologica, in breve, votando Idv e Ln, i cittadini italiani erano già abituati a votare formazioni politiche che non avessero una forte connotazione ideologica, spostandosi con una maggiore velocità sul Movimento 5 Stelle.
Detto questo ora bisognerebbe discutere delle differenze culturali nel rapporto istituzione/cittadini che è al Nord e quello che è al sud. Innanzitutto, e questo è un dato generale, la richiesta che i cittadini del meridione rivolgono ai gruppi di attivisti ai banchetti del Movimento 5 Stelle nel Sud, al fine di attivare una reale partecipazione tra cittadini e istituzione, è una. Il lavoro.
Lo sottolineo soprattutto per evidenziare che la risposta dei cittadini non è corretta, in quanto gli enti comuni non hanno delega costituzionale sulla materia “lavoro”. Dunque in termini rigorosi la risposta che i cittadini danno ai banchetti non è corretta perché le politiche relative al lavoro spetterebbero alle Regioni e al Governo centrale. Ma i cittadini del sud sono allenati a pensare che il sindaco e il suo sottogoverno sono demandati a svolgere attività finalizzate alla creazione di posti di lavoro perché hanno visto amici, parenti e compagni di scuola “sistemati” dal sindaco eletto dai cittadini, che nulla fa se non gestire e controllare posti di lavoro in comune e nelle partecipate. In alcune realtà si tratta dell’unica azienda di una certa dimensione che esiste in città.
Per semplificare la discussione, che altrimenti probabilmente necessiterebbe di ore di dibattiti, mi tengo sul paragone che hai fatto tu tra Parma e Napoli. Sono stato a Parma il venerdì della chiusura elettorale del turno di ballottaggio. Ho trovato una città pulita, senza volantini, adesivi, autobus con foto di candidati, manifesti né abusivi né nelle plance autorizzate. Una città normale. La gente era tranquilla, e tranquillamente in 12 mila hanno assistito allo spettacolo di Grillo (il numero che Grillo fa solitamente in una città grande come Napoli) e alle ultime dichiarazioni dei Ragazzi candidati nel Movimento 5 Stelle.
Uno scenario del genere sarebbe improponibile in qualsiasi città del Sud d’Italia, basta andare a Salerno o a Napoli in campagna elettorale per rendersi conto delle differenze nel numero di candidati e del danno all’ambiente che queste campagne all’ultimo sangue fanno alle nostre città. Ma nessuno dice niente. Probabilmente perché vediamo agli angoli della strada giovani che attaccano i manifesti e pensiamo che loro hanno l’occasione di guadagnare qualche cosa, del quale hanno bisogno, e poi ci saranno soldi spesi per le cooperative che andranno a pulire la città dopo l’avvenuta elezione del sindaco. Costi per la campagna elettorale del Pd di Parma oltre 120 mila euro, lo stesso partito a Salerno (135 mila abitanti vs i 180 mila di parma) spende quasi il doppio.
Per meglio descrivere la differenza tra queste due realtà faccio appello ai miei studi universitari citando gli studi del modello a piramide di Maslow, e collegandola al programma nazionale dei cittadini a 5 stelle. Pare evidente a molti che la questione ambientale, la decrescita ed altro rappresentino una parte interessante di programma per un numero esiguo di cittadini del sud, mentre nel nord italiano questa percentuale si rovescia. I temi ambientali e di rapporto stato/cittadini sono vitali ma non hanno la stessa presa nella popolazione dello stivale; conferma del fatto che comunque storicamente anche i partiti di natura ecologista hanno fatto fatica ad avere buone soddisfazioni nel mezzogiorno. Dunque nasce, sulla base di una differente composizione della società, un problema di natura programmatica che stimola noi attivisti ad uno sforzo nel creare una innovazione nei programmi anche relativi al lavoro e non solo all’ambiente, alla legalità e al rapporto stato/cittadini che sono nostri capisaldi. Reddito di cittadinanza, seppur minimo, con gravi penali a chi ne fa abuso, venture capital dello Stato ad imprese dell’eccellenza del Sud.
Il modo migliore per stare nel Movimento è stare in Movimento. Mettersi in discussione ogni giorno, imparare dai propri errori e vivere come un cittadino a 5 Stelle, in una casa a 5 Stelle, un condominio a 5 Stelle, che lentamente con l’aiuto di tutti, diventa un quartiere a5 Stelle, fino ad arrivare a tutta la Città. Una rete di cittadini che se ce la mettiamo tutta, ma proprio tutti, salverà questo nostro disastrato paese, siamo stati addormentati troppo tempo a dare colpe ad altri quando magari la colpa principale è la nostra indolenza, colpa a dire il vero tutta italiana, ora che la crisi è finita ed è iniziato il default, è l’unica via di uscita possibile.
Da Movimento di opinione viviamo la sferzata del consenso elettorale con tanto entusiasmo e, investiti di tale importante mandato, siamo pronti a rimettere tutto in gioco, a studiare programmi e soluzioni nuove, per aiutare nei consigli comunali chi governa le nostre città, e magari, un giorno, per “vincere”.”