Il parlamentare del Pdl è accusato di concorso in corruzione nell'indagine che ha portato in carcere Massimo Ponzellini. Avrebbe inserito una norma voluta dalla Atlantis di Corallo nel decreto sul terremoto del 2009, con il pretesto di reperire maggiori entrate fiscali da destinare agli aiuti. La replica: "Tutto falso e infondato"
Una legge approvata dal Parlamento per aiutare le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal sisma sarebbe stata in realtà ‘disegnata’ su misura per arricchire i signori del gioco d’azzardo. Promotore, il deputato Pdl Marco Milanese, già coinvolto in altri guai giudiziari, ora di nuovo indagato dalla Procura di Milano per concorso in corruzione. E’ un risvolto che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Ponzellini, attuale presidente di Impregilo ed ex numero uno di Bpm. Ponzellini è finito ai domiciliari perché avrebbe incassato quasi sei milioni per concedere i prestiti della Bpm alle imprese con cui aveva rapporti ‘privilegiati’.
Il capo d’accusa principale riguarda i 150 milioni erogati dalla banca milanese ad Atlantis, società specializzata in macchinette per videopoker e scommesse controllata da Francesco Corallo. Proprio alla società di Corallo fa riferimento la vicenda della legge ‘ad hoc’. A presentare Corallo a Ponzellini, secondo la procura, è Marco Milanese, all’epoca dei fatti sottosegretario all’Economia. Milanese è relatore del disegno di legge che poco dopo il terremoto in Abruzzo autorizza l’utilizzo nei locali pubblici di macchine per videopoker digitali di ultima generazione.
La norma venne presentata come un modo per agevolare le entrate fiscali allo scopo di aiutare le popolazioni abruzzesi, dato che lo Stato trattiene una quota significativa delle scommesse. Per i pm il testo della norma venne scritto direttamente nello studio Mag, una struttura privata specializzata nelle norme sui monopoli e sui giochi, che lavorava per l’Atlantis di Corallo. Per questa vicenda Milanese è indagato per corruzione. Proprio il legale rappresentante della Mag, Guido Marino, interrogato dai pm, collega “il superamento degli ostacoli politici” per fare approvare questa legge a “un determinante intervento dell’onorevole Milanese”.
La genesi della legge è raccontata nelle carte dell’inchiesta. Nel 2009 “era nota la necessità dello Stato di reperire risorse per la ricostruzione dell’Abruzzo dopo il terremoto”, spiega Marino, ma era noto che “il ministero dell’Economia cercasse fonti di finanziamento diverse da imposte ordinarie e probabilmente da reperire attraverso la disciplina dei Giochi”. Così Atlantis pensa che sia il momento di spingere per far approvare nuovi progetti in materia, in grado di portare ulteriori introiti (anche) allo Stato. La Mag si mette al lavoro sulle Vlt, le slot machine di ultima generazione, e consegna un piano dettagliato a Corallo e alla Atlantis. Secondo Marino, per avviare l’iter parlamentare Atlantis si rivolge inizialmente “all’onorevole Laboccetta” (Amedeo Labocetta del Pdl, ndr), ritengo per la sua carica nella Commissione Finanze”. Ma “in seguito si dice avesse cercato contatti più efficaci all’interno del ministero, trovandoli sempre per quanto appreso nell’ambiente nell’on. Milanese”.
Le dichiarazioni dell’imprenditore, scrive il gip, arrivano pochi giorni dopo una perquisizione negli uffici della Mag, in seguito alla quale, si legge nell’ordinanza, i militari hanno “formulato l’ipotesi che allo stesso Marino fosse stato chiesto da Corallo Francesco di redigere un articolato normativo, sul presupposto di un già esistente accordo con Milanese per il suo recepimento nel cosiddetto decreto Abruzzo del 2009″.
Dopo la diffusione dei contenuti dell’ordinanza, Marco Milanese ha respinto ogni accusa: “Quanto riportato dalle agenzie di stampa riguardo a un’ipotetica corruzione da parte di Francesco Corallo per interventi in suo favore è completamente falso e privo di ogni fondamento”, afferma. “Gli atti parlamentari dimostrano inequivocabilmente che non sono stato Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, come scritto, che non sono stato relatore del ‘decreto Abruzzo’ con norme che riguardavano il gioco d’azzardo che sono stato relatore, invece, della legge 220/2012, cosiddetta legge di stabilità per il 2011, con la quale sono state introdotte misure severe e molto stringenti per le società concessionarie aventi sedi nei paradisi fiscali o non facilmente identificabili quanto alla composizione sociale”.
L’ex braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti aggiunge: “Non ho mai presentato Corallo a Massimo Ponzellini. Non ho mai avuto nessuna utilità da Franceso Corallo sotto qualsiasi forma. Mi riservo azioni legali nei confronti di chiunque, per ignoranza o per finalità strumentali ad altri obiettivi, abbia associato il mio nome a fatti di natura delittuosa”.