“Io voglio bene a tutti ma qui comando io”. Annarita Patriarca, sindaco Pdl di Gragnano (Napoli), è donna di polso. Seduta a un tavolino del Caffè Paradiso di Castellammare di Stabia, mentre una fresca di serata di fine settembre del 2009 volge al termine, la Patriarca mette le cose in chiaro con il direttore tecnico e il direttore amministrativo dell’impresa di trasporti che ha appena vinto l’appalto triennale per il servizio di trasporto scolastico da quasi un milione e mezzo di euro. La ditta dovrà assumere personale indicato da lei e soltanto da lei. Il consigliere comunale più votato del Pdl, l’avvocato Liborio Di Nola, presente all’incontro, preparerà e consegnerà loro la lista dei nomi, stampata al computer, in un successivo appuntamento presso il suo studio. Sono in ballo una ventina di posti di lavoro per tre anni, merce importantissima nelle depresse terre del napoletano. L’impresa però non cederà al diktat e farà di testa propria. E scatterà la vendetta.
L’8 ottobre 2009 funzionari comunali e corpo di polizia municipale si uniscono in uno scopo: impedire alla School Bus Service srl di Afragola (Napoli) di iniziare il servizio di trasporto. I mezzi vengono sequestrati per presunte inadempienze documentali quando i bimbi sono già a bordo. Scattano contravvenzioni che il giudice di pace annullerà per palese infondatezza. Ma in pratica si impedisce alla ditta di iniziare a lavorare. L’appalto viene subito revocato e per quasi sei mesi Gragnano sarà priva del trasporto pubblico scolastico. L’incarico verrà poi assegnato a una nuova ditta che adempie alla ‘clausola non scritta’ più importante: l’assunzione delle persone segnalate dal sindaco.
La vicenda, già citata nella relazione della commissione d’accesso che ha determinato lo scioglimento per camorra del Comune di Gragnano è finita poi agli atti di un’inchiesta della Procura di Torre Annunziata guidata dal facente funzioni Raffaele Marino, culminata in una serie di provvedimenti cautelari disposti dal Gip: divieto di dimora in Campania per la Patriarca e per Di Nola, sospensione per due mesi dalla guida di imprese per Lorenzo Angelino, il capo della Angelino srl che è subentrata nell’appalto.
Il pm titolare delle indagini, Rosa Annunziata, aveva chiesto per l’ex sindaco e l’ex consigliere comunale la misura degli arresti domiciliari. Le accuse sono un trattato di diritto penale dei reati contro la pubblica amministrazione: tentata concussione, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso. La Procura sottolinea che diversi funzionari dell’amministrazione comunale si sono piegati ai voleri del sindaco e per accontentarlo hanno calpestato tutte le regole del gioco. Per loro è stata chiesta l’interdizione dai pubblici uffici. Misura che prevede un interrogatorio del Gip prima del vaglio. La Patriarca torna così all’attenzione delle cronache giudiziarie, stavolta da protagonista diretta: nei mesi scorsi fece rumore l’arresto per camorra del marito, Enrico Martinelli, sindaco Pdl di San Cipriano d’Aversa (Caserta). Il loro testimone di nozze fu Nicola Cosentino.
Le parti lese dell’inchiesta su Gragnano narrano un episodio preoccupante. Quando il 7 ottobre 2009 diventa ufficiale che gli amici degli amici non verranno assunti, l’avvocato Di Nola avrebbe contattato il direttore amministrativo della School Bus Service fissando un appuntamento urgente alle 21.30 al Bar Gambrinus di Napoli con la Patriarca. Il sindaco non entra, aspetta dall’altro lato della strada. Di Nola chiede al direttore dell’impresa di andare da lei “lasciando sul tavolino i cellulari, per precauzione”. La Patriarca avrebbe quindi detto, furibonda: “Mi avete combinato un casino, gli ex dipendenti mi hanno occupato il Comune… per me potete stare anche vent’anni al Comune di Gragnano ma basta anche una virgola fuori posto e vi mando a casa…”. E andrà proprio così. Gli inquirenti ritengono le testimonianze attendibili, perché i tabulati telefonici dipanano nel dettaglio il filo dei contatti e delle pressioni ricevute. E il telefonino di Di Nola è agganciato alla cella vicina a piazza Plebiscito.