Dunque, facciamo finta che dalla prossima stagione partano i primi tre anni senza campionati di calcio in Italia. Innanzitutto, le conseguenze.

Beh, il Torino finalmente resterebbe tre anni di fila in serie A. L’Inter si vedrebbe aggiudicare a tavolino altri tre scudetti. Ma la Juventus farà conti diversi, e ne aggiungerà altri tre in bacheca, e quindi diventerebbero trentatré. La Roma avrebbe tre anni di tempo per cercare un nuovo allenatore, dopo Luis Enrique, che vada bene proprio a tutti. Del Piero potrà continuamente dare l’addio alla sua squadra del cuore, e le notizie di quello che combina Balotelli in Inghilterra riempirebbero i giornali. La Gazzetta dello Sport chiuderebbe per tre anni, mentre gli altri due quotidiani sportivi non aprirebbero nemmeno dopo lo stop. Gli altri sport continueranno a non essere seguiti: ma nessuno continuerà a dire che il rugby è poco interessante, il tennis è noioso, eccetera così. I dirigenti delle squadre di calcio diventerebbero opinionisti da salotto politico, mentre i calciatori tutti nei reality. Le veline si moltiplicherebbero a dismisura, e i giornaletti di gossip aumenterebbero le pagine del quintuplo. Pranzi e cene farebbero perdere la forma a tutti i calciatori, e così dopo i tre anni, ecco che il primo campionato di calcio si trasformerà in quello di calciobalilla (chi non ha problemi di tiroide, va beh, riuscirà forse a fare pure quello di calcio a 5).

In tre anni di stop al calcio, tutte le trasmissioni sportive verrebbero cancellate dai palinsesti, ma la Ferrari andrebbe ugualmente in onda per leggere ogni domenica la stessa classifica dell’ultima giornata di campionato. Le radio romane andranno regolarmente in onda, e per tre anni sentiremo trasmissioni quotidiane che commentano l’ultima partita della Roma e della Lazio, con ex-calciatori e giornalisti romani, che litigano tra di loro e con gli ascoltatori. L’aquila della Lazio tornerà finalmente in Portogallo; e le uniche partite che verranno trasmesse saranno quelle della squadra cinese di Lippi. Gli esperti di calciomercato smetterebbero di fare quelli che la sanno lunga, ed andranno a vivere in Brasile.

Dalla Spagna ci arriverebbero solo insulti e prese in giro; mentre “tutto il calcio minuto per minuto” andrà in onda con le radiocronache degli anni 80. I tifosi di calcio utilizzerebbero il loro stadio come museo dove portare i proprio figli, e dal parcheggio ricorderanno i momenti più belli di partite del passato. I figli faranno dei figli, e a loro verrà raccontato il calcio come qualcosa di magico e appassionato, romantico e folle, adrenalinico e unico al mondo.

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