La votazione è stata interrotta per alcuni minuti dal lancio di volantini da parte di ex parlamentari di Rifondazione e Comunisti Italiani. Il governo ha chiesto il "voto blindato" su 4 maxi-emendamenti: via libera anche per gli ammortizzatori sociali. Il ministro Fornero: "Non è una bacchetta magica, ma il Paese ne ha bisogno"
Il Senato ha approvato la fiducia a due dei quattro maxi-emendamenti del governo alla riforma del lavoro. Nel primo “pacchetto” si trovava anche il nuovo articolo 18 (247 voti a favore, 33 contrari, un astenuto). Nel secondo maxi-emendamento è contenuta invece la normativa sugli ammortizzatori sociali, tra cui l’Aspi. In questo caso i voti favorevoli sono stati 246, i contrari 34.
Il governo ha posto quattro questioni di fiducia a Palazzo Madama su altrettanti maxemendamenti al ddl per la riforma del lavoro. La richiesta di fiducia è stata fatta in aula dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Il provvedimento risulta pertanto diviso in quattro parti che corrispondono ai capitoli della flessibilità in entrata, flessibilità in uscita, ammortizzatori sociali e formazione.
La prima votazione è stata interrotta per qualche minuto dal lancio di volantini da parte di ex parlamentari di Rifondazione Comunista e del Pdci che dalle tribune del pubblico hanno protestato contro la riforma del’articolo 18. Sui volantini lasciati cadere nell’emiciclo si legge: “Giù le mani dall’articolo 18”, “No alla controriforma del governo e della Bce”, “Non votate la controriforma del lavoro”. Tra gli ex parlamentari protagonisti del blitz, Giovanni Russo Spena, ex capogruppo di Rifondazione e Manuela Palermi, già capogruppo del Pdci. Il presidente di turno, Vannino Chiti, ha chiesto l’allontanamento dei responsabili della protesta dalle tribune.
Video – L’allontanamento degli ex parlamentari comunisti in Senato
“La riforma del mercato del lavoro“non è una bacchetta magica” ma serve a recuperare “occupazione, produttività e reddito”, aveva detto il ministro Elsa Fornero, aggiungendo che “il Paese ha un grande bisogno diquesta riforma”, che dunque è stata fatta per “riprendere un percorso di crescita e non perchè lo chiedono i mercati finanziari”.
La prima reazione al voto di fiducia sull’articolo 18 è di Antonio Di Pietro, dopo che l’Italia dei Valori è stato l’unico partito a opporsi alla riforma del mercato del lavoro: “L’approvazione della prima fiducia al Senato sulla modifica dell’articolo 18 è la prima coltellata inferta dal governo ai diritti dei lavoratori. La crisi non si risana facendola pagare alle fasce sociali più deboli e agli onesti cittadini”.
La seduta si è conclusa e riprenderà domani con la votazione per le altre due fiducie e alle 12 le dichiarazioni di voto da parte dei gruppi parlamentari. Alle 13 è previsto il voto sul provvedimento.