Il tentativo di acquistare il San Raffaele da parte della Santa Sede, con la cordata Ior famiglia Malacalza, sarebbe partito anche dalle “sollecitazioni politiche arrivate all’ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi“. L’Espresso ricostruisce il piano pubblica grazie a una e-mail inviata da Gotti Tedeschi, da qualche giorno non più nel board dell’Istituto per le Opere di Religione, a don Lech Piechota, segretario particolare del segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone.
L’oggetto della mail, spedita il 4 ottobre scorso, recita: “Memo per Sua Eccellenza Reverendissima – da parte di Ettore Gotti Tedeschi”. “La missiva traccia la genesi del rapporto tra lo Ior e il San Raffaele. Il banchiere amico di Giulio Tremonti, già inviso agli occhi di Bertone per – scrive il settimanale – aver accennato ai magistrati italiani di conti cifrati della banca vaticana, scrive parlando di sé in terza persona: ‘Nel periodo fine maggio, inizio giugno di quest’anno Ettore Gotti Tedeschi viene sollecitato da più parti a verificare l’interesse della Santa Sede al salvataggio del San Raffaele”.
Da dove e da chi vengono le sollecitazioni per aiutare la creatura di Don Verzè, morto a dicembre scorso, schiacciata da oltre un miliardo e mezzo di debiti? Secondo L’Espresso Gotti Tedeschi fa nomi e cognomi: “Dal dottor Carlo Salvatori, ex amministratore delegato di Cariplo e ex presidente di Unicredit, al momento consigliere di amministratore del San Raffaele; dal professor Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo; successivamente Corrado Passera, ad di Banca Intesa (all’epoca dei fatti ora ministro dello Sviluppo Economico, ndr); dal presidente della Regione Lombardia, Formigoni“. Non manca nella lista il nome di Gianni Letta, che avrebbe avvicinato il capo dello Ior informalmente. Viene anche ricorda anche che le “banche più esposte nei confronti del crac sono Intesa e Unicredit”. Il mittente dell’email continua: “Gotti Tedeschi riferisce a Sua Eccellenza Reverendissima segretario di Stato, che autorizza l’inizio di analisi con il presidente del Bambin Gesù, professor Giuseppe Profiti“. Poi nominato vice presidente della Fondazione e dimissionario dopo la discesa in campo dell’imprenditore Giuseppe Rotelli, che aveva superato l’offerta Ior-Malcalza.
Il settimanale ricorda che è l’allora capo dello Ior, nelle “settimane successive, a organizzare a Milano gli incontri con pezzi da novanta come Guzzetti, Passera e lo stesso Don Verzè”. “Terminati i quali (gli incontri, ndr) si procede nel progetto che si sviluppa nelle settimane successive con una procedura concordata con il tribunale di Milano e indicando i quattro membri del consiglio”.