I democratici hanno annunciato l'allontanamento dal governo regionale targato Mpa, ma per il momento non proporranno alcuna mozione di sfiducia contro il presidente, imputato coatto davanti al gup per concorso esterno in associazione mafiosa
Un attimo prima che la nave Sicilia capitanata da Raffaele Lombardo affondi, l’equipaggio del Partito Democratico cerca di abbandonarla in tutta fretta. A due anni e mezzo dal ribaltone che aveva portato il Pd nella maggioranza regionale guidata dal Movimento per l’Autonomia, i vertici siciliani del partito di Pier Luigi Bersani stanno infatti tentando di liberarsi dall’abbraccio mortale di Raffaele Lombardo. O almeno ci provano a parole.
I democratici infatti hanno annunciato l’allontanamento dal governo regionale targato Mpa, ma per il momento non proporranno alcuna mozione di sfiducia contro il presidente della Sicilia. Lombardo, imputato coatto davanti al gup per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva annunciato nei giorni scorsi le sue dimissioni per la fine di luglio, promettendo di non ricandidarsi alle nuove elezioni dell’autunno prossimo. Se il presidente dovesse mantenere l’impegno, il Pd si limiterà quindi ad allontanarsi dalla maggioranza di governo, guardando dall’esterno gli ultimi due mesi di legislatura.
“Lombardo si dimetterà? Per me le parole sono pietre e le istituzioni sono sacre. La data delle elezioni e delle dimissioni per noi non è in discussione. Se non dovesse succedere, saremmo di fronte a un tradimento delle cose dette” ha commentato caustico Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Assemblea Regionale Siciliana e regista insieme al senatore Peppe Lumia dell’accordo con il Movimento per l’Autonomia alla fine del 2009. Come dire che in fondo, il sospetto che Lombardo non si dimetta, o che addirittura provi a ricandidarsi, è più che fondato. La goccia che ha spinto il Pd ad allontanarsi dal governo infatti è rappresentata dall’ennesimo restyling che il governatore etneo ha attuato alla sua giunta.
Questa volta però si è trattato di un rimpasto che ha visto entrare in giunta esponenti politici e non più solo assessori tecnici. Alessandro Aricò, candidato di Futuro e Libertà ed Mpa a sindaco di Palermo alle ultime amministrative, è stato scelto come nuovo assessore al Territorio al posto di Sebastiano Di Betta, mentre il deputato dell’Api Giuseppe Spampinato è stato nominato al vertice dell’assessorato al Lavoro in sostituzione di Andrea Piraino. Mosse che, dal punto di vista del Pd, potrebbero celare il tentativo di Lombardo di allargare la maggioranza in vista della prossime elezioni. “Non possiamo accettare l’idea che si possa pensare a un governo elettorale, cioè che serva per lanciare le prossime alleanze. Le ultime nomine di Lombardo hanno fatto mutare il profilo del governo. Il gruppo parlamentare del Pd ha chiesto di convocare la direzione regionale nelle prossime ore per prendere le conseguenze politiche: è esaurita e chiusa la fase di sostegno al governo tecnico” ha annunciato Cracolici alla conferenza stampa convocata in tutta fretta per esporre le mosse del Pd.
In seguito all’ultimo mini rimpasto l’ex prefetto Giosuè Marino, assessore all’Energia e vice presidente della Regione, si era dimesso dal governo sbattendo la porta. Adesso il timore più grande per Lombardo è quindi che si ritirino dalla giunta anche gli assessori tecnici di area democratica, ovvero Pier Carmelo Russo e Mario Centorrino, rispettivamente responsabili delle infrastrutture e dell’istruzione. Cracolici però sull’argomento è stato cauto: “Gli assessori di Lombardo vicini al Pd? La scelta di abbandonare la giunta sarà unicamente loro”.
Per gli elettori del Pd che aspettavano da tempo la fine dell’insana alleanza con Lombardo non è però ancora arrivato il momento di tirare un sospiro di sollievo. Cracolici infatti ha parlato anche delle prossime mosse in tema di alleanze. Nonostante il tonfo del Pd alle ultime amministrative palermitane (7,7 per cento) e la speculare affermazione di partiti come Italia dei Valori, anche questa volta la chimera da raggiungere per il capogruppo dei democratici è l’alleanza con le forze moderate. “Noi manteniamo un metodo e un approccio: pensiamo che la Sicilia debba riuscire a fare stare insieme le forze del centrosinistra e quelle moderate e autonomiste. L’Udc? Lo considero un elemento essenziale dell’alleanza per le regionali. Al momento non ci siamo rivolta la parola, ma ci guardiamo da lontano. Certo, è inutile dire che le forze del centrosinistra in Sicilia non siano per nulla maggioritarie”. E quasi subodorando una pronta replica da parte del neo sindaco di Palermo Leoluca Orlando (che dopo la sonante vittoria alle amministrative lo ha stuzzicato a più riprese), alla fine della conferenza stampa Cracolici ha messo le mani avanti ricordando che “le ragioni che ho espresso qui sono condivise da tutto il partito”.