Da chi vuole far diventare detraibili i biglietti per i luoghi d’arte a chi vuole “adottare” un monumento emiliano, dagli incassi delle partite di calcio all’acquisto di prodotti tipici per contribuire alla ripresa dell’economia, dai contributi della Caritas (in termini di risorse umane, ma anche di denaro liquido) all’appello ai “vip” di Pupo fino a una tassa sugli sms, un contributo dei massoni del Goi e del governo del Kosovo. E ancora l’8 per mille da deviare sulle zone in ginocchio per il sisma. Su tutto, poi, la proposta di Antonio Di Pietro di devolvere alle zone terremotate i finanziamenti che sarebbero destinati ai partiti a giugno (i 90 milioni e più). Oltre al primo provvedimento del governo, con l’aumento di 2 centesimi al litro dell’accisa sulla benzina che porterà entrate per circa 500 milioni di euro e la deroga del patto di stabilità per i Comuni colpiti dal terremoto in Emilia le forme con cui gli italiani (e non solo) vogliono contribuire alla ricostruzione si moltiplicano.
Le misure del governo. L’aumento dell’accisa sulla benzina, ha spiegato il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli sarà in vigore fino al 31 dicembre. In favore dei terremotati andrà anche parte dei fondi resi disponibili dalla spending review. “Credo si debba evitare l’aumento dell’Iva, però vedremo” ha spiegato il presidente del consiglio Mario Monti. Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha chiesto anche all’Unione Petrolifera di valutare l’opportunità di ridurre il prezzo industriale dei carburanti (al netto delle imposte) per farsi carico di parte dell’aumento dell’accisa deciso dal Governo per finanziare l’emergenza terremoto. “Siamo certi che, in questo momento di emergenza per tanti cittadini e imprese – ha dichiarato Passera – anche le aziende petrolifere, che rappresentano uno dei comparti industriali più importanti a livello nazionale, vorranno fare la loro parte”. In ogni caso l’iniziativa dell’incremento delle accise, per le associazioni dei consumatori, è “inopportuna”.
Gli aiuti dell’Ue. Un aiuto è atteso anche dall’Unione Europea. Esperti della Commissione europea e della Regione si riuniranno a Bruxelles l’8 giugno per discutere del supporto finanziario comunitario per le zone colpite dal terremoto. Il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani ha ricordato che l’Ue può effettuare donazioni a fondo perduto “fino al 2,5% del danno dimostrato”, includendo danni a infrastrutture (come ponti, ospedali o rete elettrica) e la spesa sostenuta per gli sfollati. L’Abruzzo ha per esempio ricevuto dopo il terremoto 500 milioni di euro. “L’Europa è pronta ad aiutare concretamente l’Italia a far fronte ai danni del terremoto” ha assicurato il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Domenica il Commissario per la politica regionale Johannes Hahn si recherà domenica prossima nelle zone colpite insieme a Tajani. Si è dichiarata pronta ad aiutare l’Italia anche la Germania, con il ministro degli Esteri Guido Westerwelle.
“Devolvere i rimborsi dei partiti”. Dall’Italia dei Valori, invece, arriva la proposta di destinare subito 250 milioni di euro alle popolazioni terremotate dell’Emilia: 150 tagliando la cosiddetta “legge mancia” e altri 100 stornando l’ultima tranche dei rimborsi elettorali ai partiti in pagamento a luglio. A presentare l’iniziativa è stato il presidente Antonio Di Pietro: “Abbiamo depositato in commissione Bilancio una risoluzione per venire incontro ai primi 150 milioni di euro, che la commissione può emanare in 5 minuti”.
In precedenza, per dire il vero, si erano levate alcune voci che, in modo più misurato, avevano introdotto l’argomento: per Raffaele Lauro (Pdl) i partiti dovrebbero rinunciare alla tranche di luglio, per il collega di partito Antonio Leone invece è già stato fatto qualcosa visto che le misure del governo si aggiungono “ai 90 milioni di euro derivanti dalla riduzione del finanziamento pubblico dei partiti, confluiti in un fondo per le catastrofi approvato dalla Camera la scorsa settimana”. Lo stesso chiede il consigliere regionale della Lombardia della Lega Nord Giosuè Frosio.
Il confronto sulla parata del 2 giugno. Poi non si placa la polemica sulla parata del 2 giugno nonostante le parole chiare di ieri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del presidente del Consiglio Mario Monti. Insistono in particolare da sinistra, come Massimo Rossi della Federazione della Sinistra, che protesta spiegando che “è il momento di spalare e non quello di sfilare”, rilanciando forse inconsapevolmente l’esatto titolo di prima pagina di oggi della Padania. Mentre il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero sottolinea che “perfino Forlani fece meglio”, su questa linea si trova anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno: “Un ultimo rispettoso appello: qui dalla provincia di Modena sono ancora più convinto che siano in tempo per annullare la sfilata” scrive su Twitter.
L’8 per mille. Ma un altro fronte si apre sull’8 per mille. Da una parte intervengono due consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, Andrea Defranceschi e Giovanni Favia: “Il gettito economico derivante dall’8 per mille sia destinato dallo Stato alla popolazione e alle aziende emiliane colpite dal terremoto”. Dall’altra i Radicali: “Chiediamo al governo Monti di promuovere immediatamente spot televisivi e radiofonici per invitare i contribuenti italiani a devolvere l’8 per mille allo Stato, per fornire aiuti immediati alle popolazioni terremotate dell’Emilia” dichiara il presidente Silvio Viale.
Tassa sugli sms. Oltre alle iniziative di enti locali, associazioni e partiti che aprono conti correnti (Sinistra e Libertà, Unione sindacale di base, Acli, i Comuni aquilani) spuntano diverse proposte. Il senatore Carlo Giovanardi (modenese, Pdl) ha chiesto “che venga stanziato almeno un miliardo di euro anche attraverso l’introduzione di una piccola tassa sugli sms perché tutti diano quel poco che consenta alle zone colpite di ripartire”.
“Crediti d’imposta per la sicurezza”. Il deputato (e responsabile Green Economy) del Pd Ermete Realacci chiede invece un provvedimento per incrementare la prevenzione: “C’è una misura che mi aspetto da anni che venga fatta, una misura che consenta ai cittadini e alle imprese di mettere in sicurezza le case e le aziende con una defiscalizzazione. Per esempio, c’è una misura che fino a oggi ha funzionato: il 55 percento di credito d’imposta per il risparmio energetico, che è stato usato finora da un milione e quattrocentomila famiglie italiane. Stabilizziamolo e estendiamolo al consolidamento antisismico. Aiuterebbe a vivere in sicurezza e rilancerebbe anche l’edilizia”.
“Cultura come risorsa”. Per il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto si può anche introdurre una detrazione per i “biglietti per le visite nei luoghi d’arte detraibili come le ristrutturazioni e le spese sanitarie. Discutiamo l’aliquota, la franchigia e il limite, ma agiamo subito: c’è da attivare un Paese in profonda crisi. La cultura – spiega – è un bene comune primario e con la fiscalità può essere una risorsa anche per la ricostruzione nelle zone in stato di emergenza, come l’Emilia-Romagna: qui le detrazioni potrebbero essere estese ai soggiorni, bloccando la tassa di soggiorno ed evitando l’ipotesi di un’ennesima accisa sui carburanti”.
“Adottiamo i monumenti”. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris evita le polemiche sulla parata del 2 giugno e ribatte che “come amministrazione abbiamo già adottato dei provvedimenti concreti per stare vicini alle popolazioni dell’Emilia così duramente colpite dal terremoto. Abbiamo anche pensato di acquistare prodotti di quelle terre per sostenere la loro economia”; nel frattempo il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci manda un messaggio agli emiliani proponendo di contribuire a recuperare “in tempi brevi ed efficaci il grande patrimonio storico e culturale che è parte dell’identità italiana tutta”. Unioncamere ha già approvato un intervento con uno stanziamento di 2 milioni di euro a favore delle Camere di Commercio delle quattro province colpite dal terremoto (Modena, Bologna, Ferrara, Mantova).
I soldi del calcio. Il calcio sconquassato dagli scandali vuol mettere la propria parte: parte dell’incasso di play off e play out di serie B (dove militano due squadre della provincia di Modena, il Modena stesso e il Sassuolo) andranno alle popolazioni colpite dal terremoto, mentre la Lega Nazionale Dilettanti ha già contribuito con 100mila euro, come aveva già fatto per il sisma abruzzese.
L’aiuto del Kosovo. In prima linea come al solito le associazioni religiose. La Caritas ha messo a disposizione 100mila euro e molti operatori per operare con i colleghi dell’Emilia Romagna, l’organizzazione internazionale Islamic Relief ha lanciato una raccolta fondi per fornire tende, sacchi a pelo, kit di pannolini, latte in polvere, come ha spiegato il manager della sezione italiana Omar El Sayed. Sottoscrizioni stanno arrivando dalla Svizzera, dagli Stati Uniti (e New York in particolare), Australia e Inghilterra attraverso la Fondazione Migrantes. Il governo del Kosovo, riunito oggi sotto la presidenza del premier Hashim Thaci, ha deciso di stanziare 20 mila euro.
Pupo: “I vip ci mettano il denaro oltre che la faccia”. Una sottoscrizione nazionale è stata lanciata anche dal presidente dei massoni del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi. Infine Pupo cerca di toccare l’orgoglio dei personaggi dello spettacolo: “Invito i vip non solo a metterci la faccia, ma a cominciare a metterci anche del denaro, ognuno per quello che può. E’ importante che i personaggi noti che chiedono i soldi alla gente comune, dimostrino quanto hanno dato loro in beneficenza” ha detto durante un suo programma radio. “Non è ostentazione – ha concluso – bisogna pensare che viviamo un momento particolare, e la credibilità è fondamentale”.