Una decina di edifici passati al setaccio. Piano terra, primo piano, secondo. Poi gli uomini della Forestale salgono in quei sottotetti che dovrebbero essere semplici solai, ma a Bormio sono stati venduti come abitabili. Questo almeno il sospetto della Procura di Sondrio, che nei mesi scorsi ha predisposto ispezioni anche in altri comuni della Valtellina. Da ieri tocca ad alcuni immobili costruiti di recente dalla New Future dell’imprenditore locale Enrico Davide Bracchi. E soprattutto a cinque palazzine realizzate dalla General Project & Contract di Giorgio Pozzi, consigliere regionale del Pdl.
Due giorni di controlli in cui sono state riscontrate diverse irregolarità, così come era già accaduto per le ispezioni effettuate nel vicino Comune di Valdisotto. Va avanti l’inchiesta sugli abusi edilizi coordinata dal procuratore capo di Sondrio, Fabio Napoleone, con l’ausilio degli uomini del comandante provinciale del Corpo Forestale, Andrea Turco. I primi avvisi di garanzia sono partiti nelle scorse settimane. Uno è stato recapitato a Franco Cederna, il notaio di Sondrio che ha controfirmato gli atti al vaglio degli inquirenti. L’ipotesi è che siano state vendute come abitabili parti degli alloggi che secondo i progetti originari non avrebbero dovuto esserlo. E senza che nei rogiti venisse dichiarato il prezzo per i metri quadrati in più, con il sospetto di ingenti pagamenti in nero.
Un avviso di garanzia è stato consegnato anche a Bracchi, imprenditore già coinvolto in un’inchiesta sugli appalti per i mondiali di sci del 2005 a Bormio. Non risulta invece al momento indagato Giorgio Pozzi, uomo forte del Pdl in Regione Lombardia. E’ lui il presidente della Commissione Territorio dove è stato a lungo in discussione il piano casa regionale: un progetto di legge pensato dalla giunta Formigoni che avrebbe potuto essere un colpo di spugna per l’inchiesta di Sondrio. Perché il testo trasmesso in commissione dall’assessore a Territorio e urbanistica, il leghista Daniele Belotti, conteneva un comma per rendere abitabili sin da subito tutti i sottotetti realizzati entro la fine del 2010, senza aspettare i cinque anni previsti dalla legge in vigore. Per l’opposizione si trattava di una sanatoria nascosta per gli abusi edilizi di quei costruttori che, le loro mansarde, le avevano rese abitabili sin da subito.
La norma, saltata in commissione solo all’ultimo, è stata riproposta in Aula lo scorso 6 marzo, grazie a un emendamento a firma del consigliere del Pdl Angelo Giammario. Ma quello era il giorno dell’avviso di garanzia recapitato al presidente del Consiglio regionale Davide Boni. Emendamento ritirato prima del voto, meglio non aggiungere altre polemiche in una delle giornate più nere per la maggioranza del Pirellone.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la rinuncia a quel comma però è pesata, soprattutto a quei consiglieri che più rappresentano gli interessi degli imprenditori edili. Tra di loro, Ugo Parolo (Lega), che del piano casa è stato il relatore. E lo stesso Pozzi, che non ha costruito solo a Bormio con la General Project & Contract, ma attraverso diverse società fa affari in più parti della Lombardia. Migliaia di sottotetti resi abitabili da un giorno all’altro valevano fiumi di denaro. E la possibilità di non chiamare più abusi edilizi le irregolarità ipotizzate dalla procura di Sondrio. Come quelle riscontrate a Valdisotto, dove due mesi fa un’ordinanza comunale ha richiesto la demolizione delle opere abusive realizzate nei sottotetti. Irregolarità simili a quelle che ora vengono trovate negli appartamenti ispezionati a Bormio. Anche qui, se gli illeciti verranno confermati dalle indagini, il rischio è che vengano imposte demolizioni parziali. In aggiunta alle conseguenze penali per committenti, costruttori, tecnici e amministratori locali compiacenti.