Il 14 gennaio 2011 l’ufficio italiano brevetti e marchi riceve la registrazione di un marchio. Non sembra una notizia importante, visto che sono migliaia i marchi e loghi registrati ogni anno. Ma non si tratta un marchio qualunque. Si tratta del logo di Generazione Futuro, movimento giovanile di Futuro e Libertà. E a registrarlo non è l’associazione ma il coordinatore nazionale Gianmario Mariniello. Il giovane aversano, fedelissimo di Italo Bocchino, ha dunque registrato a suo nome il marchio di un movimento politico, riservando per sé la proprietà di un logo che dovrebbe appartenere al giovanile finiano e non a un singolo individuo. Una prassi non consueta per un partito politico, soprattutto se si considera che Generazione Futuro sottosta a regole democratiche in quanto a scelta dei suoi rappresentanti. Cosa succederà quando, prima o poi, Gianmario Mariniello non sarà più il coordinatore nazionale di GF? A chi andrà il logo? Mariniello userà la proprietà del marchio per esercitare pressioni sul movimento? Tutte domande lecite, e un po’ maliziose, per una questione che è tutt’altro che secondaria. Basti pensare alle voci insistenti sulla proprietà del simbolo della Lega Nord che apparterebbe a Umberto Bossi e alle conseguenti implicazioni politica della cosa.

Fa riflettere, poi, la lunghissima lista di beni e servizi per cui Mariniello ha registrato il simbolo: portachiavi, fermasoldi, fermacravatta, medaglie, monete, spille, ciondoli, orologi, giornali, libri, riviste, opuscoli, bandiere di carta, francobolli, astucci, agende, biglietti da visita, volantini, fazzoletti di carta, portapenne, calendari, quaderni, matite, biro, gomme, sottobicchieri, adesivi, poster, gagliardetti in carta, borse, ombrelli, cartelle, zaini, aste per bandiere, foulard (in stoffa e in seta, per i più chic tra i giovani finiani), cappelli, ciabatte, magliette, pubblicità, consulenza aziendale, pubbliche relazioni, organizzazione e pianificazione di manifestazioni sportive aventi per scopo il trattenimento; servizi connessi con la realizzazione di attività sportive e lo sviluppo dello sport; affitto di attrezzature per proiezioni cinematografiche ed accessori relativi; studi cinematografici; cinema; servizi per le produzioni di pellicole cinematografiche e la produzione di programmi radiofonici e televisivi; programmazione di spedizioni scientifiche; organizzazione di rally e corse; servizi resi da un istituto educativo, vale a dire: scuole per l’insegnamento della storia, disegno, lingue, recitazione; servizi resi da associazioni culturali e di trasmissione di pellicole cinematografiche; un’attività consistente nello studio e nella stesura di testi e di musiche per programmi televisivi, radiofonici e per film; un’attività consistente nella preparazione di sceneggiature di programmi televisivi, radiofonici, di pellicole cinematografiche e di programmi destinati ad essere trasmessi anche via satellite; servizi resi da produttori, direttori e scrittori nell’ambito della produzione radio e televisiva e di pellicole cinematografiche; produzioni circensi; un’attività consistente nell’educazione di individui, anche mediante corsi di formazione politica; un’attività rivolta a favore e per conto di terzi, nel settore dei divertimenti e degli spettacoli; divertimenti; spettacoli; pubblicazione di libri. E poi, solo in fondo all’elenco: servizi personali e sociali resi a terzi, da un partito politico per la promozione della vita sociale ed economica della nazione.

Circa un anno fa, Paolo Bracalini su Il Giornale aveva polemizzato con lo stesso Mariniello in merito alla società Ita2020 Srl, con sede ad Aversa, esclusivista per l’utilizzo dei marchi finiani e produttrice di gadget poi venduti ai circoli locali di Generazione Futuro e Generazione Italia (la corrente bocchiniana di Fli). Il titolare di Ita2020 Srl è Dino Carratù, altro giovane collaboratore di Italo Bocchino e vicinissimo allo stesso Mariniello. Proprietà e utilizzo commerciale del marchio, dunque, sono roba privata di Gianmario Mariniello. Niente di illegale, per carità, ma è quantomeno questione di opportunità.

E per il giovane e rampante bocchiniano non è proprio il miglior periodo. Da qualche settimana le fibrillazioni interne a Generazione Futuro sono diventate vere e proprie faide, con un corposo gruppo di giovani finiani che stanno dando battaglia negli organi del movimento per far fuori il coordinatore nazionale, accusato di essere accentratore e dispotico. Proprio negli ultimi giorni è nata Zero+, un’associazione politica trasversale creata proprio dai frondisti finiani, a cominciare dall’intera classe dirigente giovanile lombarda, che ha abbandonato in massa Generazione Futuro dopo un braccio di ferro con il coordinatore, condito da insulti reciproci sui social network.

Forse l’atteggiamento di Mariniello deriva proprio dalla sicurezza che il marchio di Generazione Futuro è roba sua e nessun congresso democratico potrà mai levarglielo. Certo è che scoprire della registrazione personale di un marchio politico non farà altro che acuire gli scontri tra i giovani di Futuro e Libertà. Anche perché, ci dice un frondista che preferisce rimanere anonimo, “al legale rappresentante del movimento dovrebbe andare come è ovvio la titolarità del simbolo, non certo la proprietà in prima persona. Ma non sono stupito: Mariniello si è sempre comportato da padre-padrone, avallato da Italo Bocchino”. Nubi nere si addensano sui cieli finiani, peraltro non certo sereni negli ultimi tempi. E i giovani, che non vogliono essere meno dei loro mentori e protettori adulti, si stanno adeguando. A colpi di marchi registrati, beninteso, perché la politica è marketing e merchandising, anche per il partito meno berlusconiano del momento.

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