Nell’ultimo mese in Italia, secondo le stime preliminari dell’Istat, i prezzi non sono aumentati, ma anzi hanno conosciuto una lieve diminuzione pari allo 0,1 per cento. Il tasso di inflazione annuo, infatti, sul mese di maggio passa dal 3,3 per cento del mese precedente al 3,2 per cento. La media per i Paesi europei però è del 2,4 per cento, facendo dell’Italia il Paese che soffre di più dell’inflazione in tutta l’Unione europea. Secondo l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (l’Ocse) invece, lo stesso tasso era rimasto invariato al 3,3 per cento.
L’inflazione attesa a maggio nei 17 Paesi dell’Eurozona è del 2,4 per cento, in calo rispetto al 2,6 per cento registrato ad aprile, stando alle rilevazioni parziali dell’Eurostat. Salgono i prezzi si su base annua che su quella mensile per zucchero, vino, prodotti di panetteria e pasticceria, uova. Scendono invece quelli di frutta e verdura fresca come quella di tutti i carburanti. A maggio comunque il rincaro del cosiddetto carrello della spesa, cioè i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti), è del 4,3 per cento su base annua, un rialzo ben superiore al tasso d’inflazione (3,2%), ma che risulta in frenata rispetto a +4,7 per cento di aprile.
Su base mensile invece i prezzi al consumo restano fermi, senza nessuno scostamento “congiunturale”. Come già rilevato dall’Ocse, il rallentamento inflattivo si giova del calo mensile dei prezzi per i beni energetici non regolamentati (carburanti) e di alcuni generi alimentari (frutta e verdura su base annua). Nel comparto degli alimenti però sempre su base annua aumentano la pasta, lo zucchero e il vino. L’aumento del costo della spesa su base mensile risente dei prezzi di prodotti di panetteria e pasticceria (+0,4%), della pasta (+0,2%) che crescono su base annua rispettivamente del 3 per cento e del 2,4 per cento. Lo zucchero continua ad impennare il suo costo al consumo, nell’ultimo mese è costato dello 0,4 per cento in più mentre in un anno il suo costo è lievitato del 9,4 per cento. A maggio, si registra un rialzo congiunturale del prezzo del vino (+0,3%), in crescita su base annua del 3,8 per cento. Giù invece il prezzo dei vegetali freschi. (Per gli Alimentari non lavorati, l’aumento su base mensile dei prezzi è principalmente imputabile al sostenuto rialzo dei prezzi della frutta fresca +6,1%;comunque in flessione del 3,4% sull’anno scorso). Piccola crescita del costo delle uova su base annua +1,1%, (+5,1% rispetto a maggio 2011), del pesce fresco di mare (+0,9%) e di quello di allevamento (+1,4%), in aumento in termini tendenziali, rispettivamente, del 3,2 per cento e del 4,9 per cento. Sempre per gli alimentari, infine, si segnala la diminuzione congiunturale dei prezzi dei vegetali freschi (-3,3%, -1,7% su base annua). L’Istat fotografa diminuzioni congiunturali dei prezzi di tutti i carburanti. In particolare la benzina diminuisce dell’1,7 per cento sul mese precedente, con il tasso di crescita tendenziale che, pur mantenendo la doppia cifra, scende al 17,7 per cento (ad aprile era a +20,9% ). Stesso discorso su base mensile per il prezzo de gasolio per mezzi di trasporto (-1,7%) che però sale su base annua del 19,1 per cento.
Rispetto a un anno prima, dice ancora l’Istat, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende al 4,0 per cento dal 4,2 per cento del mese precedente e quello dei prezzi dei servizi si porta al 2,1 per cento (era +2,2% ad aprile). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi diminuisce di un decimo di punto rispetto al mese di aprile.