Nel mondo del calcio italiano cosa c’è di peggio dello scandalo-scommesse? Semplice: le dichiarazioni sullo scandalo-scommesse. Monti attacca, i protagonisti del sistema si difendono. E riescono a realizzare un’impresa che sembrava impossibile: superare quanto detto dal premier in termini di demagogia, leggerezza e, perché no, ignoranza (nel senso vero del termine, dove ignorare vuol dire non sapere). L’uscita iper populista del presidente del Consiglio (“Gioverebbe fermare il calcio per due o tre anni”), del resto, ha provocato nel Paese una crociata ‘anti pallone’ che suona stonata e mal calibrata per almeno due motivi.
L’attacco di Mario Monti
Innanzitutto perché stoppare i campionati significherebbe infliggere una mazzata tremenda a quella che è considerata la terza economia del Paese, con ripercussioni negative e incalcolabili per un indotto che coinvolge centinaia di migliaia di persone (stima per difetto). Non solo. Rinunciare a Serie A e B per un periodo seppur breve vorrebbe dire dar ragione a chi il sistema lo sta rovinando dall’interno, con condotte ignobili specie se inserite in un mondo, quello dello sport, in cui determinati valori (onestà, sana competizione, rispetto per gli avversari) dovrebbero essere vangelo. Oltrettutto – ed è bene ricordarlo sempre – “zingari” e corrotti rappresentano una minoranza, seppur dal peso specifico importante, che non deve penalizzare chi ogni giorno vive con dignità la propria passione pallonara.
La difesa incerta di Conte, buffone Prandelli
Diciamola tutta: il professore ha detto una fesseria, che tale rimane nonostante l’aurea di sobrietà con cui è stata pronunciata. I protagonisti, quindi, in teoria hanno fatto più che bene a difendere il loro orticello (che è anche quello di milioni di italiani). Solo in teoria, però. Perché poi la pratica dice altro. Dice di un allenatore (Antonio Conte della Juventus) che, dopo aver ‘subìto’ una perquisizione, si presenta in sala stampa e ha il coraggio di sostenere che il magistrato lo doveva avvisare prima. No comment. Dice del portiere delle Nazionale (Gigi Buffon) che attacca duramente i magistrati per aver avvisato la stampa prima della perquisizione a Coverciano, macchiando con il tono e la scelta delle sue parole (“Vergogna, è una vergogna”) una considerazione non sbagliata (a che serve, infatti, il clamore di una perquisizione nella casa degli azzurri?). E dice, infine, di un commissario tecnico che prima derubrica lo scandalo all’azione di “40 sfigatelli imbarazzanti da difendere” e poi – forse per provocazione, più probabile per frustrazione – se ne esce con un inqualificabile “se serve al calcio, rinunciamo agli Europei“. Come se la nazionale fosse proprietà del selezionatore, dei giocatori e della Federazione e non di un intero Paese.
L’ha sparata talmente grossa, Prandelli, che è dovuto intervenire persino il ministro dell’Interno, il quale, a differenza del suo capo di Governo, ha preferito l’italico catenaccio (“Andate e giocate bene”) all’eccessiva foga di quel “fermiamo il calcio per due o tre anni”. A prescindere dalle parole del ministro Cancellieri, però, resta una considerazione: se i protagonisti del calcio si difendono con tale faciloneria, difficile che la sobria demagogia del professor Monti non attecchisca sempre più in un Paese ormai schifato dai magheggi di “40 sfigatelli” con il portafoglio pieno e la testa vuota. E la demagogia, in questa situazione, è molto più pericolosa di quanto possa sembrare, perché riesce a far passare in secondo piano i fatti. Che pure non fanno bene al calcio.
L’autogol (si spera occasionale) della giustizia sportiva
Non fa bene, per dirne una, che la giustizia sportiva abbia accettato le richieste di patteggiamento di alcune società deferite per le scommesse. Un esempio su tutti: il Grosseto. La società maremmana è stata coinvolta (per ora suo malgrado) in otto presunte combine e ha patteggiato una pena ridicola: 6 punti di penalizzazione e 40mila euro di ammenda. Che, tanto per far di conto, significa che una combine, per i giudici federali, vale cinquemila euro e meno di un punto di penalizzazione in classifica. Come dire: in termini economici rende di più giocare, truccare le gare, scommettere e beccarsi la gommosa severità della giustizia ‘per sport’ che rispettare le regole. Cosa significa? Che in una situazione del genere non stanno sbagliando solo i Conte, i Prandelli e i Buffon, ma anche chi, in una logica di difesa e ‘depurazione’ del sistema, dovrebbe infliggere pene esemplari a chi quel sistema cerca di distruggerlo.
Insomma, se il metro è questo, i processi ai “40 sfigatelli” rischiano di finire in farsa. E di alimentare una maldicenza assai diffusa. Quale? Quella che parla di giudici sportivi per definizione non indipendenti in quanto membri effettivi di un meccanismo in grado di digerire le malefatte dei tesserati senza neanche un bruciore di stomaco. Se così dovesse essere anche nel processo madre di tutte le magagne (ovvero quello che coinvolge gli indagati di Serie A), allora sarebbe davvero impossibile convincere la casalinga di Voghera che i campionati non vanno fermati.
Pierluigi Giordano Cardone
Giornalista
Sport - 1 Giugno 2012
Scommesse: cross dei pm, debole colpo di testa di Monti, autogol del calcio
Nel mondo del calcio italiano cosa c’è di peggio dello scandalo-scommesse? Semplice: le dichiarazioni sullo scandalo-scommesse. Monti attacca, i protagonisti del sistema si difendono. E riescono a realizzare un’impresa che sembrava impossibile: superare quanto detto dal premier in termini di demagogia, leggerezza e, perché no, ignoranza (nel senso vero del termine, dove ignorare vuol dire non sapere). L’uscita iper populista del presidente del Consiglio (“Gioverebbe fermare il calcio per due o tre anni”), del resto, ha provocato nel Paese una crociata ‘anti pallone’ che suona stonata e mal calibrata per almeno due motivi.
L’attacco di Mario Monti
Innanzitutto perché stoppare i campionati significherebbe infliggere una mazzata tremenda a quella che è considerata la terza economia del Paese, con ripercussioni negative e incalcolabili per un indotto che coinvolge centinaia di migliaia di persone (stima per difetto). Non solo. Rinunciare a Serie A e B per un periodo seppur breve vorrebbe dire dar ragione a chi il sistema lo sta rovinando dall’interno, con condotte ignobili specie se inserite in un mondo, quello dello sport, in cui determinati valori (onestà, sana competizione, rispetto per gli avversari) dovrebbero essere vangelo. Oltrettutto – ed è bene ricordarlo sempre – “zingari” e corrotti rappresentano una minoranza, seppur dal peso specifico importante, che non deve penalizzare chi ogni giorno vive con dignità la propria passione pallonara.
La difesa incerta di Conte, buffone Prandelli
Diciamola tutta: il professore ha detto una fesseria, che tale rimane nonostante l’aurea di sobrietà con cui è stata pronunciata. I protagonisti, quindi, in teoria hanno fatto più che bene a difendere il loro orticello (che è anche quello di milioni di italiani). Solo in teoria, però. Perché poi la pratica dice altro. Dice di un allenatore (Antonio Conte della Juventus) che, dopo aver ‘subìto’ una perquisizione, si presenta in sala stampa e ha il coraggio di sostenere che il magistrato lo doveva avvisare prima. No comment. Dice del portiere delle Nazionale (Gigi Buffon) che attacca duramente i magistrati per aver avvisato la stampa prima della perquisizione a Coverciano, macchiando con il tono e la scelta delle sue parole (“Vergogna, è una vergogna”) una considerazione non sbagliata (a che serve, infatti, il clamore di una perquisizione nella casa degli azzurri?). E dice, infine, di un commissario tecnico che prima derubrica lo scandalo all’azione di “40 sfigatelli imbarazzanti da difendere” e poi – forse per provocazione, più probabile per frustrazione – se ne esce con un inqualificabile “se serve al calcio, rinunciamo agli Europei“. Come se la nazionale fosse proprietà del selezionatore, dei giocatori e della Federazione e non di un intero Paese.
L’ha sparata talmente grossa, Prandelli, che è dovuto intervenire persino il ministro dell’Interno, il quale, a differenza del suo capo di Governo, ha preferito l’italico catenaccio (“Andate e giocate bene”) all’eccessiva foga di quel “fermiamo il calcio per due o tre anni”. A prescindere dalle parole del ministro Cancellieri, però, resta una considerazione: se i protagonisti del calcio si difendono con tale faciloneria, difficile che la sobria demagogia del professor Monti non attecchisca sempre più in un Paese ormai schifato dai magheggi di “40 sfigatelli” con il portafoglio pieno e la testa vuota. E la demagogia, in questa situazione, è molto più pericolosa di quanto possa sembrare, perché riesce a far passare in secondo piano i fatti. Che pure non fanno bene al calcio.
L’autogol (si spera occasionale) della giustizia sportiva
Non fa bene, per dirne una, che la giustizia sportiva abbia accettato le richieste di patteggiamento di alcune società deferite per le scommesse. Un esempio su tutti: il Grosseto. La società maremmana è stata coinvolta (per ora suo malgrado) in otto presunte combine e ha patteggiato una pena ridicola: 6 punti di penalizzazione e 40mila euro di ammenda. Che, tanto per far di conto, significa che una combine, per i giudici federali, vale cinquemila euro e meno di un punto di penalizzazione in classifica. Come dire: in termini economici rende di più giocare, truccare le gare, scommettere e beccarsi la gommosa severità della giustizia ‘per sport’ che rispettare le regole. Cosa significa? Che in una situazione del genere non stanno sbagliando solo i Conte, i Prandelli e i Buffon, ma anche chi, in una logica di difesa e ‘depurazione’ del sistema, dovrebbe infliggere pene esemplari a chi quel sistema cerca di distruggerlo.
Insomma, se il metro è questo, i processi ai “40 sfigatelli” rischiano di finire in farsa. E di alimentare una maldicenza assai diffusa. Quale? Quella che parla di giudici sportivi per definizione non indipendenti in quanto membri effettivi di un meccanismo in grado di digerire le malefatte dei tesserati senza neanche un bruciore di stomaco. Se così dovesse essere anche nel processo madre di tutte le magagne (ovvero quello che coinvolge gli indagati di Serie A), allora sarebbe davvero impossibile convincere la casalinga di Voghera che i campionati non vanno fermati.
Articolo Precedente
Scommesse, Prandelli: ‘Se serve niente Europei’. Figc impugna sentenze sportive?
Articolo Successivo
Calcioscommese, Buffon si difende: “Con i miei soldi faccio quello che voglio”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ultimi articoli di FQ Sport
F1 & MotoGp
MotoGp, Marc Marquez vince anche il gran premio d’Argentina: dopo due tappe è a punteggio pieno davanti al fratello
F1 & MotoGp
Il nervosismo di Hamilton per la pioggia, l’acqua nel sedile di Leclerc. Che ammette: “Testacoda errore mio”
F1 & MotoGp
Gp Australia, il destino opposto degli esordienti: l’italiano Antonelli 4°, in lacrime Hadjar fuori durante il giro di formazione
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.