I sondaggi danno le formazioni tradizionali in picchiata, così nel mondo della politica si muovono personalità esterne al tradizionale sistema partitico. Anche per contrastare il boom dei 5 Stelle. Così, oltre al tormentone Montezemolo, si moltiplicano le voci di un impegno del giornalista campano in supporto al Pd, a quello di una formazione capitanata dal ministro Passera. C'è poi l'operazione restyling Pdl, che i rumor vorrebero affidata a un gruppo di donne-simbolo dell'ultimo decennio di Berlusconi
La Terza Repubblica sarà l’Apocalisse dei partiti? L’ultimo, devastante sondaggio dell’Ipsos a Ballarò ha fornito dati eloquenti. Il 55 per cento del campione considera esaurita la spinta propulsiva dei “partiti tradizionali”, anche se dovessero presentare le fatidiche “facce nuove”. Per quanto riguarda poi il prossimo inquilino di Palazzo Chigi, il 31 per cento vorrebbe “un nuovo rappresentante della società civile”. Monti e il resto si trovano ben sotto: appena il 14 per cento per l’attuale premier, mentre i segretari dei due partiti maggiori, Pd e Pdl, assommano addirittura il 18 per cento: 10 per Bersani e 8 per Alfano. Un disastro accentuato dalla crescita continua del Movimento 5 Stelle: 19,8 per cento a fronte del 25,6 del Pd e del 16,8 del Pdl. Per tentare di arginare il boom del grillismo (che ha di fatto già ribaltato il tavolo dell’inciucio o della Grande Coalizione), anche nei partiti è cominciata la rincorsa alle liste civiche, antica idea di Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega. La scorsa settimana, il dibattito ha quasi distrutto quel che resta del Pdl: la nomenklatura ex forzista ed ex An contro lo spacchettamento a favore di una rete di liste capeggiata da Daniela Santanchè. E lo stesso Berlusconi ha ammesso pubblicamente l’ipotesi di un centrodestra civico. Adesso è il turno del Pd sotto schiaffo del giornale-partito di Repubblica. L’idea di una lista Saviano voluta da De Benedetti, Scalfari e Mauro sta causando una rivolta tra i democrat. Lo stesso Saviano ha smentito una sua candidatura ma non il progetto. Il centro, poi. Tra il tecnico Passera e l’eterno indeciso Montezemolo (che ha smentito come Saviano: no alla candidatura ma sì alle liste) passa il futuro dei moderati, che disperatamente Berlusconi vorrebbe riunire in una confederazione. Tutto però dipenderà dal nuovo sistema elettorale, se cambierà. E non è escluso che anche il Porcellum veda in campo coalizioni fatte soprattutto di liste civiche.
TECNICI – Passera e i (vari) passerotti
In origine sono stati Mario Monti e Corrado Passera soprattutto. Quando, all’inizio dell’anno, l’esecutivo tecnico era ancora in luna di miele con il Paese, la corte al premier e al suo superministro dello Sviluppo economico è stata serratissima. Attorno a loro sono stati disegnati scenari di una Grande Coalizione permanente e in parte civica che oggi stanno svanendo. A sopravvivere però sono le ambizioni del banchiere Passera, cui la politica e il governo degli affari correnti piacciono sempre di più. Passera e il suo collega Andrea Riccardi, titolare della Cooperazione internazionale, potrebbero essere tasselli importanti di una lista da integrare con il Partito della Nazione alias Udc di Pier Ferdinando Casini. Le prove generali di questa civica moderata potrebbero avvenire prima delle politiche del 2013: un voto anticipato in Sicilia favorirebbe l’aggregazione di un polo attorno a Pietro Grasso, procuratore nazionale dell’Antimafia.
ANTIPOLITICA A DESTRA – Il casting della Santanchè
La sincera ammirazione per il metodo grillino, combinata con una forte insofferenza per le facce vecchie del Pdl, ha spinto Silvio Berlusconi, nelle sue cene del lunedì ad Arcore, a cavalcare da destra il nuovo vento civico. L’ipotesi è spacchettare o svuotare il Pdl con una rete di liste movimentiste a tema, con a capo, per esempio, Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla. Dalla cerchia berlusconiana viene anche confermata una selezione in corso per trovare “facce nuove” e “facce giovani” da lanciare alle prossime elezioni. È stato scritto che questo casting sarebbe curato da Guido Bertolaso, amico della cricca del G8 e della Protezione civile. A tutto questo, il Pdl di Angelino Alfano sta reagendo debolmente, impantanandosi in un surreale dibattito sul “direttorio” da affiancare al segretario. In pratica ex ministri come Fitto, la Gelmini e la Meloni.
MOVIMENTO 5 STELLE – Il ciclone Grillo in orbita
In un’intervista su Sette, il magazine del Corriere della Sera, Beppe Grillo vede così il futuro della prossima legislatura: “Noi vogliamo che cambi la società intera. Probabilmente saremo l’unica opposizione a un governo con dentro tutti. Banchieri, finanzieri, Confindustria, vecchi partiti, Montezemolo”. Quanti saranno i grillini in Parlamento? Il sondaggio Ipsos dà in pratica il Movimento 5 Stelle già al 20 per cento: secondo partito del Paese quando mancano almeno dieci mesi alle elezioni del 2013. Il vento grillino è diventato impetuoso alle amministrative di maggio con la conquista di quattro sindaci, tra cui quello di Parma (Federico Pizzarotti al 60,22 per cento nel ballottaggio con il candidato di centrosinistra), e due sconfitte sul filo di lana, Budrio e Garbagnate. Il M5S è diventato l’incubo dei partiti tradizionali, a partire dal garante dell’inciucio ABC: Napolitano. Il Quirinale prima ha paragonato Grillo all’Uomo Qualunque di Giannini poi ha negato il boom elettorale del suo movimento.
SAVIANO E REPUBBLICA – In prima fila Zagrebelsky e De Gregorio
Non solo Saviano, che ieri però ha smentito. Ma anche Concita De Gregorio e Gustavo Zagrebelsky. Sono questi i tre nomi che da giorni circolano per il listone di Repubblica che potrebbe allearsi con il Pd alle politiche. La discussione sta squassando il partito di Bersani (nonché di D’Alema e Veltroni) e ancora non è chiaro il punto di arrivo. Secondo una parte del Pd, il listone Savia-no potrebbe ridurre il peso della foto di Vasto con Idv di Antonio Di Pietro e Sel di Nichi Vendola. Per un’altra corrente di pensiero, invece, il Partito dovrebbe inglobare i candidati della società civile, sull’antico modello degli indipendenti di sinistra. Bersani rimanda tutto al cambiamento della legge elettorale, ma anche un bambino sa che il Porcellum dei nominati non nega la possibilità di una coalizione fatta di partiti e liste civiche. Resta il nodo del candidato premier. Bersani non farà passi indietro, ma Renzi è pronto a contrastarlo e lo stesso partito di Repubblica, a partire dall’Ingegnere, giudica il segretario del Pd una figura debole.
ITALIA FUTURA E ALTRA ITALIA – Montezemolo l’eterno tormentone
Al Fatto, Luca di Montezemolo ha smentito l’ipotesi di candidarsi a capo della sua associazione “Italia Futura”. Ormai quello del presidente della Ferrari è un tormentone senza scadenza, che va avanti da anni. In ogni caso le liste civiche di IF dovrebbero essere pronte per il 2013. In questa direzione, il lavoro alla sede di Roma, nel quartiere Prati, è quotidiano. Lì opera il direttore di IF, l’ex dalemiano Andrea Romano. Anche il senatore Nicola Rossi è un ex dalemiano e dà sostanza alla parte economica del programma elettorale di IF insieme con Irene Tinagli. L’associazione di Montezemolo debutterà come lista civica con una convention a metà luglio ed è trasversale. Accanto a ex ds ci sono ex leghisti (Cè) ed ex berlusconiani (Scalpelli). Montezemolo (che ieri ha visto Fini) potrebbe anche essere il capo di un nuovo centrodestra, secondo un’opzione di Berlusconi. E ieri è nato un gruppo parlamentare di berlusconiani-montezemoliani, “Altra Italia” comprendente Stracquadanio, Pecorella e la Bertolini.
INTELLETTUALI ANTI-GRILLINI – Un’altra Alba della sinistra
Si chiama Alba e significa Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente. La prima assemblea nazionale si è tenuta al Palamandela di Firenze alla fine di aprile. Migliaia le firme per un manifesto che chiede un’altra politica “nelle forme e nelle passioni”, dopo l’incapacità dei partiti di autoriformarsi. Il nuovo soggetto politico, che farà liste civiche nel 2013, è stato battezzato dallo storico Paul Ginsborg, già girotondino. Con lui: Stefano Rodotà, Luciano Gallino, Ugo Mattei, Marco Revelli, Paolo Cacciari, Chiara Giunti, Nicoletta Pirotta e Alberto Lucarelli. Alba sta crescendo su tutto il territorio nazionale e vanta almeno 80 gruppi locali. È una civica anti-grillina da sinistra, come ha spiegato Ginsborg: “Vorremmo porci come un’alternativa a Beppe Grillo perché ci sono molte persone che chiedono un rinnovamento ma non si riconoscono nel grillismo. Alba non esclude l’ipotesi di un’alleanza con il Pd, ma è più probabile che alla fine vada da sola alle politiche
LA CREATURA DI EMILIANO – I sindaci e “il trio perfetto”
Sul Mattino di ieri, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si è mantenuto largo sul neo-partito dei sindaci che nello scorso inverno sembrava invece cosa fatta: “Voglio fare la rivoluzione da sindaco”. Detto questo, da “uomo di sinistra” ha precisato che non si possono affidare a Grillo le istanze di cambiamento. Il sogno è quello di mettere insieme i primi cittadini di sinistra, ultimo arrivato Leoluca Orlando, e appellarsi a Bersani, Di Pietro, Vendola e Ferrero. Oltre a De Magistris e Orlando, entrambi dell’Italia dei Valori, la griglia della potenziale creatura include Zedda (Cagliari), Pisapia (Milano) ed Emiliano (Bari). A marzo, proprio De Magistris disse che questa lista valeva almeno il 20 per cento. Poi è arrivato il boom Grillo e nel frattempo Emiliano a Bari è stato alle prese con l’inchiesta delle cozze pelose. Il progetto è, o era, di fare la sinistra del centrosinistra. Come disse lo stesso Emiliano: “Io, Luigi e Nichi siamo il trio perfetto”.
MANIFESTO OPERAIO – La Fiom tentata dal Parlamento
La tentazione c’è: una lista Fiom alle prossime elezioni sui temi del lavoro e dell’articolo 18. Tutto si deciderà il 9 giugno, quando il gruppo dirigente delle tute blu della Cgil, guidato da Maurizio Landini, incontrerà i leader della foto di Vasto, i movimenti, i sindaci progressisti. Il manifesto dell’impegno politico è in queste parole di Giorgio Airaudo, numero due della Fiom, all’ultimo comitato centrale del sindacato dei metalmeccanici: “In questi anni abbiamo fatto una battaglia per difendere i diritti, e per questo sempre inseguiti dall’accusa di fare politica. Da oggi in poi, visto che le nostre battaglie non hanno trovato sponda, dobbiamo puntare a inserire i diritti e il lavoro nell’agenda della politica. Dobbiamo fare politica, quindi, a viso aperto, perché il sindacato e i lavoratori non restino più soli”. Se alla fine la Fiom dovesse battersi alle prossime elezioni con una propria lista sarebbe un’altra rivoluzione, dopo il boom delle liste civiche. Ma Landini punta a un accordo col Pd.
da Il Fatto Quotidiano del 1 giugno 2012