“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. I buoni e saggi detti di una volta. Ieri l’ex governatore Pd della Campania Antonio Bassolino era fianco a fianco con il commissario campano del Pdl Francesco Nitto Palma e con il candidato sindaco Pdl di Napoli Gianni Lettieri. Tutti insieme appassionatamente per presentare il libro ‘Demagogistris” di Alessandro Iovino e per cercare di fare a pezzi l’immagine dell’uomo che ha spazzato via Pd, Pdl e la politica delle clientele, delle consulenze e dei comitati d’affari dalla scena di Napoli: il sindaco arancione Luigi de Magistris.

Ecco il fior da fiore delle loro dichiarazioni. Bassolino: “de Magistris? Arrogante e sbruffoncello. Egogistris è più ego che demagogia. Mi impressiona la sua autocelebrazione. Sui rifiuti, non importa se noi li spedivamo in Germania e tutti, allora, fuoco amico o nemico, sparavano contro di me; mentre oggi nessuno dice nulla se la spazzatura va in Olanda, benché qualche contestatore sia pure diventato amministratoreNon v’è progettualità, non v’è un’idea di città e si continua a discutere sulle idee del ’93”. Nitto Palma: “Bassolino? Sarebbe un buon sindaco, se si ricandidasse i napoletani lo voterebbero. Lo vorrei nel Pdl, gli manderò la tessera onoraria”. Lettieri ha detto qualcosa sullo sforamento del patto di stabilità, lasciamo perdere.

L’operazione (non mi riferisco al libro) va presa per quella che è: il tentativo velleitario e disperato di un gruppo di politicanti bocciati dalla storia e finalmente puniti da un elettorato inferocito. Un elettorato che l’anno scorso ha scaricato la rabbia contro venti anni di malgoverno napoletano e di consociativismo sinistra-destra premiando la freschezza e le idee di un candidato sindaco la cui storia personale, professionale e politica ha reso credibile la sua proposta di cambiamento. In un anno di amministrazione, de Magistris non è stato perfetto ed è legittimo muovergli alcune critiche. Chi scrive questo post non apprezza il modo in cui gestisce i rapporti con il presidente del Napoli Aurelio De Laurentis, gli rimprovera la poca chiarezza con cui ha destituito Raphael Rossi dalla guida della municipalizzata dei rifiuti, non capisce il perché offra spazio al dialogo con Alfredo Romeo sul progetto Insula. Ma riconosce a de Magistris il piglio dell’amministratore che non lascia le cose come stanno per quieto vivere, il coraggio con cui ha varato la Ztl più grande d’Europa, l’aver impedito con le unghie e con i denti che la spazzatura tornasse a inondare Napoli.

Ci vorrebbero pagine e pagine per approfondire il giudizio sul su o operato ma non è questo il punto. Il punto è che c’è qualcosa di malsano nel vedere colui che continua a essere il leader di mezzo Pd locale e i capi del Pdl napoletano e campano seduti allo stesso tavolo per parlare male di de Magistris. Io ritengo sia una delle prove che il sindaco di Napoli sta lavorando bene sul versante del rinnovamento. Mi lascia francamente perplesso (per non dire altro) che a ‘giudicare’ de Magistris sul versante dei rifiuti sia l’imputato di un processo sul contratto d’appalto tra Regione Campania e Impregilo che è stata la causa della più grande e disastrosa emergenza ambientale della storia di questo Paese. E mi viene in mente un’intervista al Corriere della Sera del 4 settembre 2006, quando col governo Prodi da poco in carica e in uno dei suoi rari momenti di buona salute, momento storico irripetibile per mettere mano su una seria legge sul conflitto d’interessi, Bassolino dichiara che “Berlusconi può essere l’uomo del dialogo” e invoca una legge “che non sia punitiva nei suoi confronti e non appaia neppure tale”. Ecco, caro Bassolino: tu dialoga con Berlusconi e i suoi accoliti, e lascia stare de Magistris che sta provando a risolvere i guai che voi due avete combinato.

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