La sentenza è stata emessa al termine di un procedimento con rito abbreviato che rappresenta un stralcio del processo in corso dinanzi alla seconda sezione penale del Tribunale di Bari in cui l'ex ministro è imputato insieme ad altre 60 persone
“Assolto perché il fatto non costituisce reato” e “per non aver commesso il fatto”. Il gup del Tribunale di Bari Giulia Romanazzi ha assolto con formula piena l’ex ministro Raffaele Fitto (Pdl) imputato per due episodi di falso nell’ambito del processo cosiddetto ‘La Fiorita‘. La sentenza è stata emessa al termine di un procedimento con rito abbreviato che rappresenta un stralcio del processo in corso dinanzi alla seconda sezione penale del Tribunale in cui Fitto è imputato insieme ad altre 60 persone. Fitto è stato assolto da un capo d’imputazione “perché il fatto non costituisce reato”, dall’altro “per non aver commesso il fatto”.
Le accuse nei confronti dell’ex ministro del governo Berlusconi prendevano spunto da due delibere del 2004 – la prima di giunta regionale e la seconda dell’Ares (Agenzia regionale sanitaria), su un appalto da 198 milioni di euro per la gestione di 11 residenze sanitarie assistite – nel periodo in cui Fitto era presidente della Regione Puglia.
“Il venir meno di questi reati – ha commentato il difensore di Fitto, Francesco Paolo Sisto – deve indurre ad una approfondita riflessione sulla fondatezza delle ulteriori accuse mosse a Fitto. E’ venuto meno un doppio presupposto fondamentale dell’impalcatura dell’accusa”. Le ulteriori accuse cui il difensore fa riferimento riguardano i due presunti episodi di corruzione, tra cui una presunta tangente da 500 mila euro ricevuta dall’editore romano Giampaolo Angelucci per l’illecito finanziamento al partito di Fitto, ovvero La Puglia prima di tutto, per i quali è già sotto processo.
Il procedimento in abbreviato, infatti, deriva dalla sentenza con cui la Cassazione, il 17 gennaio 2011, ha parzialmente accolto il ricorso della Procura di Bari contro il proscioglimento di Fitto e di altri 14 imputati. Per quanto riguarda la posizione di Fitto, il ricorso si riferiva alla sentenza con cui l’11 dicembre 2009 il gup del Tribunale di Bari, Rosa Calia Di Pinto, aveva prosciolto l’allora governatore dai reati di associazione per delinquere, concussione e falso, e lo aveva rinviato a giudizio per altre sei imputazioni. La Cassazione aveva confermato il proscioglimento dal reato associativo e dalla concussione, annullando con rinvio la sentenza limitatamente a due episodi di falso per un nuovo esame dinanzi al gup.