Adottato il cosiddetto "modello L'Aquila" per questioni di sicurezza. Tutti gli stabili delle scuole del paese sono inagibili eccetto quello di un istituto di medie inferiori in cui è stato ricavato un centro d'accoglienza
“E’ anche una questione di sicurezza – ha spiegato il sindaco – se organizziamo gli orali, possiamo esaminare gruppi ristretti di studenti volta per volta, mentre gli esami scritti richiedono spazi più ampi e concentrazioni di ragazzi maggiori”.
Al momento, infatti, Mirandola è priva di scuole agibili e anche l’edificio che ospita le medie, accanto al centro sportivo in cui è stato allestito uno dei campi di accoglienza, è stato evacuato nei giorni scorsi a scopo precauzionale. Alcuni pannelli del controsoffitto hanno ceduto e per garantire l’incolumità degli operatori comunali, della protezione civile, della croce rossa e di chi si recava nella temporanea sede dell’amministrazione cittadina per segnalare i danni subiti o per prenotare i sopralluoghi di agibilità con i vigili del fuoco, si è preferito sistemare tutti in alcune tende allestite nel giardino all’ingresso.
“In questo modo – ha aggiunto il sindaco – garantiremo che tutti possano completare l’anno, soprattutto gli studenti delle superiori, che si trovano in un momento cruciale della loro carriera scolastica”.
La soluzione è stata approvata anche dalla Regione e “parlando con altri comuni limitrofi – ha sottolineato Benatti – probabilmente questa sarà la soluzione comune”. Nel modenese, infatti, la devastazione provocata dal terremoto del 20 maggio, e poi da quello di martedì, intervallata da uno sciame sismico incessante e “logorante”, è stata vasta, tanto che la maggior parte delle città vicine ha il centro storico transennato e identificato come zona rossa. Da Massa Finalese a San Felice sul Panaro, da Finale Emilia a Medolla.
In seguito, “se il terremoto dovesse risparmiarci – ha aggiunto il primo cittadino di Mirandola – e se si dovessero liberare strutture, agibili e verificate daremo la possibilità agli istituti che lo richiederanno di tenere anche i test scritti, magari si può pensare di concedere loro gli spazi oggi adibiti alle mense. Ma probabilmente non ce ne sarà bisogno in quanto il modello L’Aquila si è già rivelato efficace in altre situazioni”.
Per gli studenti che non devono dare alcun esame di fine anno, invece, il Miur, il ministero dell’Istruzione, ha già confermato la piena validità dell’anno scolastico 2011/2012 anche per gli alunni degli istituti dei comuni terremotati. Questo, ha scritto il ministero in una nota, “sebbene non verrà rispettato il limite minimo di 200 giorni di lezione previsti dalla legge numero 297 del 1994”, perché “la mancata effettuazione dei 200 giorni di lezione dovuta a cause di forza maggiore, quali calamità naturali o eccezionali eventi atmosferici non compromette la regolare valutazione del percorso scolastico e del profitto degli studenti”.
A Modena e a Bologna, comunque, le scuole rimarranno chiuse in via precauzionale e gli studenti torneranno in aula regolarmente lunedì 4 maggio. Dopo il secondo sisma di magnitudo 5.8 infatti, le scosse di assestamento si sono susseguite forti e veloci, a ritmi di pochi minuti l’una dall’altra, mantenendo alto il livello di allarme nelle forze dell’ordine e nella popolazione, che ha occupato tutti gli spazi verdi disponibili per allestire piccole tende da campeggio in cui pernottare. Nella notte, del resto, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ne ha registrate 31, tutte con magnitudo al di sotto del 3. La più alta con magnitudo 2.9 è avvenuta a 00:40 e ha avuto come epicentro le campagne fra Medolla, San Felice e Mirandola. Nella giornata di ieri, invece, la terra aveva tremato più forte fino alle 21.04, quando i sismografi hanno registrato una scossa di magnitudo 4.2, avvertita anche a Bologna.