Ancora scosse nella notte nelle zone terremotate. L’Ingv ne ha registrate 31, però tutte con magnitudo al di sotto del 3. La più alta con magnitudo 2.9 è avvenuta a 00:40 e ha avuto come epicentro le campagne fra Medolla, San Felice e Mirandola. Ieri sera alle 21.04 scossa di magnitudo 4.2, avvertita lievemente anche a Bologna.
Turisti in fuga dall’Emilia Romagna. A causa delle notizie del terremoto in Emilia ci sono state alcune disdette da parte di turisti, soprattutto dall’estero, che volevano andare sulla costa romagnola. “Ora il fenomeno sta rientrando. Ed era una cosa anche comprensibile: le distanze sono così brevi, tra le zone terremotate e la Riviera, che dall’estero si fa fatica a capire che la costa non è stata toccata”. Lo spiega all’Ansa l’assessore al turismo della Regione Emilia-Romagna Maurizio Melucci. Che parla senza problemi di “tentativi di sciacallaggio economico per deviare flussi turistici”. “E’ inevitabile pensarlo quando vengono diffuse notizie errate. Ci sono stati turisti dall’estero che hanno chiamato gli operatori dicendo che avevano saputo di aeroporti chiusi, strade non percorribili, di allerta di ministeri che invitavano i turisti a non venire in Italia – spiega – tutte cose false. Nei prossimi giorni partirà anche una campagna di informazione, nostra con Enit e il Ministero del Turismo, per tranquillizzare tutti che al di la delle zone più colpite, qui, come sulla costa del Veneto e del Friuli Venezia Giulia funziona tutto più che bene”.
Gabrielli: “Burocrazia più snella per ricostruire il futuro dei terremotati”. La delocalizzazione è ”un rischio reale. Stare fermi e perdere mercato può essere mortale per le aziende”, e per questo “il nostro compito è una burocrazia snella per garantire subito la ripresa”. A dirlo, in un’intervista all’Unità, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli che evidenzia una seconda necessità ai fini della ripartenza: i soldi.
“Il governo ha deciso un intervento triennale. Per il 2012 arriveranno 500 milioni e sono soldi pressoché certi”, afferma Gabrielli. Le emergenze, spiega, sono quattro: “i danni alle strutture produttive, il settore che ha più urgenza; strutture pubbliche, ad esempio scuole; edilizia privata e beni culturali. I primi 500 milioni saranno impiegati secondo questo schema”.
In merito alle critiche ricevute, “poiché questo dramma è anche il primo banco di prova del nuovo assetto della Protezione civile, non escludo che ci sia stato un malinteso senso di abbandono che il governo ha percepito e sta risolvendo”, dichiara il prefetto.
Quanto al decreto legge 59, “alcuni aspetti sono molto positivi. Rispetto alla legge 10 che dal 26 febbraio 2011 aveva svuotato del tutto il ruolo della Protezione civile, adesso sono definiti bene i ruoli”, osserva Gabrielli. Tuttavia “il decreto presenta alcune criticità dovute a rigidità”. “Il decreto Emilia – prosegue – sarà il paradigma per declinare la nuova Protezione civile. Dovrà definire e potenziare i compiti del Dipartimento e tratteggiare le procedure perché il territorio diventi artefice del suo futuro”.
Dopo le polemiche Napolitano il 7 giugno nelle zone del sisma. “Ho avuto in giornata una nuova cordiale telefonata con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si è informato su come procedono gli interventi legati all’emergenza terremoto. Nel corso del colloquio abbiamo concordato per giovedì 7 giugno una sua visita nelle aree colpite dal sisma”. Lo annuncia il presidente della Regione Vasco Errani, dopo che sul web era montata l’indignazione per la scelta del presidente delle repubblica di tirare dritto rispetto alle richieste di destinare le risorse per la parata del 2 giugno alla ricostruzione delle zone terremotate.
Questa mattina il presidente della Repubblica ha spedito un videomessaggio confermando la sua visita per il 7 giugno: “Sentiamo profondo dolore e angoscia. L’impegno dello stato e la solidarietà nazionale per ricostruire la vita e le zone terremotate non mancherà. Conosco la tempra emiliana. Ce la faremo”.