Partiamo dai fatti: adottare un bambino può costare fino a 30mila euro. E’ quanto una coppia italiana che riuscisse a superare i test d’idoneità e l’esame del Tribunale dei Minori avranno speso alla fine dell’iter per l‘adozione internazionale. Un iter che può durare quattro anni.
Dal 2006 al 2011, i decreti di idoneità concessi alle coppie italiane sono calati del 50%: da 6.273 a 3.179. Di questo passo, entro il 2020 le adozioni in Italia tenderanno allo zero. Intanto, nel mondo, ogni anno ci sono 5 milioni di bambini che vengono abbandonati. E secondo Unicef sono 168 milioni quelli che vivono oggi fuori da un contesto familiare.
Di fronte a questo scenario, Ai.Bi Amici dei Bambini (organizzazione non governativa costituita da famiglie adottive e affidatarie italiane) lancia una proposta di riforma della legge 184/1983 secondo la quale l’adozione dovrebbe essere gratuita, più rapida e meno inquisitoria.
“Abbiamo lanciato questa iniziativa allo scopo di salvare l’adozione internazionale, proponendo la gratuità per le fasce di cittadini meno abbienti, senza andare a pesare di un solo euro sul bilancio dello Stato”, racconta il presidente dell’associazione, Marco Griffini.
Ma non è solo una questione di possibilità economica: “L’Italia perde ogni anno centinaia di coppie potenzialmente accoglienti a causa di una cultura sociale e giudiziaria di natura inquisitoria che tende a vedere gli aspiranti genitori come soggetti spinti da motivi egoistici, pronti a tutto pur di soddisfare il proprio desiderio di avere un figlio. In realtà adottare dovrebbe essere considerata quella che è: la cosa più naturale del mondo”. Invece. “Invece c’è una sorta di accanimento nella selezione delle coppie: indagini estenuanti, un iter burocratico troppo lungo e scoraggiante che arriva tranquillamente a durare anche quattro anni”.
Nasce così un vero e proprio Manifesto. Obbiettivo: adozione gratuita per i meno abbienti, tempistiche ridotte per legge, adozione possibile anche da parte di chi non è sposato per minori con esigenze particolari, la famiglia come risorsa da valorizzare da parte dei servizi sociali e non da vivisezionare di fronte a un tribunale in cerca di chissà quali motivazioni occulte verso l’adozione. Per promuoverlo e trasformarlo in una riforma di legge, Ai.Bi. ha lanciato una campagna di raccolta firme. Perchè 168 milioni di bambini, nel mondo, sognano genitori che ancora non hanno. Non scoraggiamoci.