Finisce con uno scontro di fuoco tra Antonio Di Pietro e il presidente della Repubblica la Festa del due giugno, accompagnata quest’anno dalle polemiche sui soldi “sprecati” in concomitanza con il terremoto in Emilia. ”Non sa di che parla” aveva detto Giorgio Napolitano ai giornalisti che gli riportavano le parole del leader dell’Idv, che aveva definito la parata una “sagra dello spreco“. Durissima la controreplica di Di Pietro: “Secondo il Presidente della Repubblica io non saprei quel che dico, ma lui non sa quel che fa. Criticando me”, ha aggiunto, “in realtà ha offeso milioni di italiani che non la pensano come lui”. Secondo l’ex magistrato, “il Capo dello Stato se la prende con me perché pensa di poter colpire quel che ritiene essere l’anello debole della catena, ma qualcuno farebbe bene ad informarlo che sono milioni i cittadini che hanno trovato di cattivo gusto la parata e soprattutto il ricevimento, tenutosi ieri sera ai giardini del Quirinale, a base di pasticcini, torte e champagne”. Napolitano aveva già tirato una frecciata ai contestatori del 2 giugno: “Alcuni hanno utilizzato un po’ strumentalmente l’emergenza del terremoto“.
La 66esima Festa della Repubblica è stata accompagnata dalle polemiche in tutto il suo svolgimento. “Soldi buttati nel cesso”. “Perplesso, ma ci sono”. “L’importante è essere sobri”. Parole rispettivamente di Roberto Maroni, Nicola Zingaretti, Anna Maria Cancellieri. Non è servito dimezzare la parata militare, né scegliere il basso profilo per essere vicini ed esprimere solidarietà per le vittime del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna.
Gli attacchi continuano. E non sono teneri. Su tutti quello dell’ex ministro dell’Interno, che parla di “soldi buttati nel cesso” per descrivere i 2,9 milioni di euro utilizzati dallo Stato per questo giorno di festa, seppur sobria. “Non partecipiamo alle celebrazioni – ha spiegato – perché queste feste, questi buffet, dovevano essere tutti cancellati per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto”. Per l’ex ministro dell’Interno è “inopportuno festeggiare un evento mentre c’è gente che soffre, gente che è morta, gente che ha perso tutto e l’aiuto dello Stato poteva essere e deve essere molto più concreto che celebrare una festa facendo buffet e buttando soldi nel cesso”.
Oppure quella di Pierferdinando Casini, che su Twitter ha sottolineato alcune assenze di peso: “Molti politici disertano la parata del 2 giugno. Destra e sinistra sull’onda della demagogia!” ha scritto il leader dell’Udc sul social network, il quale poi ha aggiunto che ”c’è da mettersi le mani nei capelli: c’è chi pensa di guadagnare popoplarità non venendo qui. Questa è veramente una cosa ridicola”. Tra gli assenti ci sono anche i rappresentanti dell’Italia dei Valori: “Non saremo presenti alla sfilata militare di oggi a Roma – ha scritto Antonio Di Pietro sul suo blog – In un momento così difficile per il nostro Paese, siamo più che mai sensibili alla necessità di celebrare la nascita dello Stato repubblicano. Riteniamo, però, che lo si possa fare solo restando fedeli ai principi che ispirarono quella nascita, non con festeggiamenti formali che quei principi li ignorano”.
Il leader dell’Idv, poi, ha spiegato la sua presa di posizione, attaccando duramente chi ha deciso di far tenere comunque la manifestazione. “Oggi – ha scritto Di Pietro – mentre le famiglie delle vittime del terremoto piangono i loro cari e intere popolazioni stanno soffrendo, questa costosa parata di reparti militari è una mancanza di rispetto, non solo nei confronti di quelle popolazioni ma anche dei principi della Repubblica. Siamo sorpresi e amaramente stupiti per una tale assenza di sensibilità da parte delle istituzioni dello Stato italiano. In questo momento – ha continuato l’ex pm – centinaia di migliaia di cittadini italiani, pur nelle difficoltà immense provocate dalla crisi e dalle misure sbagliate decise da questo governo, fanno quel che possono per aiutare le popolazioni terremotate. Dallo Stato ci si attenderebbe un’identica prova di serietà e concreta solidarietà, non la scelta assurda di buttare al vento alcuni milioni di euro”.
Altra vistosa assenza in tribuna d’onore quella del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il primo cittadino della capitale – che nei giorni precedenti si era detto contrario alla sfilata, chiedendo un ripensamento in segno di lutto e rispetto per le popolazioni colpite dal recente dal terremoto in Emilia – è stato sostituito dal presidente dell’assemblea capitolina Marco Pomarici. Presenti, invece, sia la presidente della Regione Lazio Renata Polverini che il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, secondo cui quella di oggi “è una giornata complessa”. “Personalmente – ha detto Zingaretti – avevo molte perplessità a tenere questa parata e le ho anche espresse nelle forme dovute, ma nel momento in cui il presidente della Repubblica decide di mantenerla con tutte le istituzioni, il compito delle istituzioni e di chi le rappresenta è essere presente”.
Le celebrazioni solenni, tuttavia, come ampiamente anticipato alla vigilia, sono state all’insegna della sobrietà, come confermato anche dal ministro dell’Interno. “L’importante è che tutto sia molto sobrio e pieno di significati. E i significati ci sono tutti” ha detto Annamaria Cancellieri, prima dell’inizio della parata militare in via dei Fori Imperiali. “