Però è evidente che la giustizia continua a essere un nervo scoperto per la politica: prima l’emendamento Pini sulla responsabilità civile dei giudici; e ora Catricalà. La domanda è: c’è davvero un problema di giudizio disciplinare per i magistrati? Veramente un po’ sì; però è difficile trovare una soluzione. Gli illeciti disciplinari riguardano il comportamento del giudice sul lavoro: in genere ritardi ingiustificati nel deposito delle sentenze; ma spesso comportamenti incompatibili con il ruolo del magistrato, per esempio amicizie con pregiudicati; oppure, nel caso dei capi degli uffici, incapacità organizzative. La commissione di reati naturalmente non rientra nel disciplinare: se un giudice si fa corrompere si fa un normale processo.
Teoricamente tutto ciò potrebbe essere migliorato: affidiamo il giudizio disciplinare a un’autorità autonoma rispetto ai magistrati e così evitiamo i (tanti o pochi) favoritismi. Solo che il problema si sposta sulla nomina dei componenti di questa autorità. La classe politica semplicemente non è in grado di esprimere persone autonome e indipendenti: il vincolo di appartenenza alla fazione è incompatibile con l’imparzialità nel giudizio. Sicché chiunque capisce che è privo di senso affidare il giudizio su un magistrato a gente appartenente a un ambiente caratterizzato da un tasso di illegalità superiore a quello delle più degradate periferie urbane. Insomma, per evitare qualche favoritismo (magari anche più di qualche) si apre la strada alla persecuzione programmata del giudice scomodo. Allora?
Ecco, si potrebbe provare così: un’Alta corte disciplinare per magistrati ordinari, amministrativi e contabili i cui componenti sono sorteggiati tra i magistrati e gli avvocati in pensione (magari con un limite di età) e i professori universitari in materie di diritto; si incrociano le dita e si sta a guardare. Dovrebbe funzionare. La competenza professionale è ragionevolmente garantita. L’autonomia e l’indipendenza anche: bisognerebbe essere proprio sfortunati per cascare sull’amico di B. o di Cuffaro o di Cosentino etc. Vero è che sono tanti…