L’Emilia non avrà new town e casette prefabbricate come per il terremoto de L’Aquila. A dirlo stamattina è stato il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, che nel centro della protezione civile di Marzaglia alle porte di Modena, ha incontrato i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

 

“La priorità – ha spiegato il governatore che è anche il commissario per l’emergenza terremoto – è utilizzare il patrimonio immobiliare sfitto, sulla base della verifica vedremo i numeri e se ci sono le condizioni. Stiamo già facendo un censimento su queste abitazioni che sono tante. Sistemeremo gli appartamenti con le attrezzature necessarie e su questo procederemo”. Insomma l’ombra della cementificazione selvaggia d’emergenza che ha caratterizzato il terremoto abruzzese del 2009 sembra essere lontana dalla pianura padana. “Stiamo facendo la valutazione dei danni, dobbiamo capire bene quante sono le abitazioni inagibili e ci vuole un po’ di tempo. Dopo di che attiveremo dubito la cosiddetta fase due, per una sistemazione degna e di qualità per la nostra popolazione”.

 

L’occasione della visita è stata la celebrazione della festa della Repubblica che i leader delle tre più importante sigle sindacali hanno voluto celebrare nelle zone del sisma. È Errani a tenere banco nelle risposte ai giornalisti. “Abbattere la burocrazia, semplificare al massimo e rispetto delle norme. Sulla base di questo vogliamo costruire un patto sociale per riattivare subito il lavoro. Noi siamo fatti così”. La paura, in questa zona di infiltrazioni della criminalità organizzata, è però che le mafie possano entrare nel business della ricostruzione. “Sappiamo che cosa sono le istituzioni, che cosa è la trasparenza e la lotta alla criminalità organizzata” ha detto il governatore.

 

L’obiettivo è non fare scappare le aziende, tema forte di questi primi giorni del dopo-sisma. Molte fabbriche non possono fermarsi e vogliono, quando possono, spostare la produzione per non perdere il cliente. Il passo da qui a una delocalizzazione definitiva è molto breve. “Lavoreremo per fare in modo che le imprese che devono fare produzioni subito possano spostarsi per garantire la produzione e non perdere il cliente – spiega Errani – ma allo stesso tempo possano preparare gli strumenti per ripartire dallo stabilimento emiliano”. Già, ma come evitare che il trasferimento da provvisorio possa diventare definitivo? “Abbiamo già ottenuto un fondo di rotazione a tasso zero per tutte le imprese, che serva per riattivare o ricostruire il proprio impianto. Del resto – ha proseguito il presidente emiliano romagnolo – ci sono già accordi tra imprese dello stesso settore che prendono le produzioni dalle aziende in crisi e le portano avanti. Così la fabbrica aiutata non perde il cliente e appena si risistema può ripartire”.

 

Di accelerazione delle procedure ha parlato anche Susanna Camusso. “Ci sono delle norme vigenti che determinano quali sono le sicurezze delle imprese, norme per chi deve ricostruire e per chi avesse anche costruito prima, e poi ovviamente bisogna guardare ogni singola realtà, non si può fare uno specchietto identico in tutte le situazioni. Lo sforzo che credo vada fatto -ha detto il segretario Cgil – è accelerare le procedure”.

 

Errani, che ha parlato di uno stanziamento per la ricostruzione di 2 miliardi e 500 milioni (mezzo miliardo nel 2012,il resto in tranche fino al 2014) ha anche assicurato che le aziende della zona in credito con lo stato, nel giro di 10 giorni avranno i loro pagamenti dalla pubblica amministrazione.

di David Marceddu e Annalisa Dall’Oca


 

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