C’è la stazione ferroviaria chiusa e i parcheggi pubblici mai utilizzati e vandalizzati, rifiuti abbandonati in tombe dell’età del rame e scavi mai completati sotto capannoni di fabbriche chiuse negli anni 80. Lo spettacolo che si presenta ai visitatori fuori dalle mura antiche di Paestum è desolante. Ma all’interno della città antica le cose non vanno meglio: dei 120 ettari considerati dall’ Unesco patrimonio dell’umanità, solo poco più di venti sono di proprietà dello Stato. Tutto il resto è in mano ai privati, che da decenni coltivano sulle rovine della città della Magna Grecia. E’ per recuperare quel patrimonio che Legambiente ha lanciato Paestumanità, un progetto di azionariato sociale finalizzato ad acquistare e salvaguardare i terreni compresi all’interno delle mura. “Si tratta di un patrimonio che appartiene al mondo – dice Lucio Capo, della Legambiente locale – e al mondo chiediamo di venire qui a Paestum a rendersi cosciente di avere questo tipo di proprietà” di Andrea Postiglione