200 milioni di euro di aiuti da parte del fondo di solidarietà europeo e nuove risorse per le imprese terremotate. La visita del vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani e del commissario alla Politica regionale Johannes Hahn, che insieme al capo della Protezione civile Franco Gabrielli e al presidente della Regione Vasco Errani hanno sorvolato le zone emiliano romagnole devastate dal sisma del 20 maggio, e poi da quello del 29, si è tradotta in aiuti che, ha promesso Hahn, arriveranno al più presto. “L’Europa ci sarà – ha sottolineato il commissario – la situazione attuale è estremamente difficile per molte persone, non solo per coloro che hanno perso la loro abitazione ma anche per chi ora teme di perdere il proprio lavoro ed è importante che, per ripartire, si convincano le imprese a non delocalizzare all’estero”.
Le soluzioni per aiutare una terra che da sempre è cuore produttivo della sua nazione, e che oggi conta circa 14.000 sfollati e milioni di euro di danni alle imprese, ha chiarito il commissario europeo, sono diverse e la prima, che verrà attivata già nelle prossime settimane, è il ricorso al fondo di solidarietà. “Fondo che può essere utilizzato nelle circostanze definite come catastrofe o disastro nazionale, ma in base a ciò che ho visto, questo caso corrisponde esattamente alla nostra definizione”. I danni stimati, secondo la commissione, ammontano a circa 5 miliardi di euro, per questo “noi potremo dare un aiuto dell’ordine di 150 – 200 milioni di euro”.
In secondo luogo, l’Unione Europea ha deciso di stanziare fondi provenienti dallo sviluppo agricolo. “Il commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos ha deciso di riassegnare il 4% del fondo di sviluppo rurale a vantaggio delle regioni colpite dal terremoto, circa 100 milioni di euro”. Risorse che, ha aggiunto Hahn, si sommeranno ai “fondi adibiti ai programmi operativi, che verranno invece devoluti per la ricostruzione delle zone terremotate. Purtroppo una parte di queste risorse era già stata assegnata e parliamo di importi a due cifre, ma sono comunque significativi”.
Riguardo ai fondi erogati per i progetti europei che, a causa del sisma, non potranno essere portati a termine per via dei danni provocati dal terremoto, il commissario Hahn ha garantito che “non verrà chiesto, a chi li ha ricevuti, di restituirli”.
Industria. Per quanto concerne, invece, la tutela e la ripresa del tessuto industriale della regione Emilia Romagna, il vicepresidente Tajani ha assicurato “il massimo impegno europeo per evitare la delocalizzazione all’estero delle imprese”. Non ha caso, ha sottolineato Tajani, “l’Unione Europea ha intenzione di stanziare 7 miliardi di euro per le nanotecnologie” che in Mirandola hanno un distretto di primo piano.“Vogliamo dare un segnale di fiducia agli imprenditori, perché sentano di poter rimanere qui a produrre, perché sappiano che le istituzioni a tutti i livelli stanno lavorando per velocizzare la ripresa”.
Turismo. Rassicurazioni anche sul fronte del turismo che, negli scorsi giorni, aveva a sua volta subito gli scossoni del terremoto e della paura di recarsi in vacanza in luoghi che sono stati giudicati erroneamente a rischio. Alle disdette effettuate nella riviera romagnola, infatti, Tajani risposto con una lettera che domani verrà inoltrata ai ministeri del turismo europei ed extraeuropei, al fine di evitare errori, sul web come sulla stampa internazionale, “per quanto riguarda la localizzazione dei due terremoti”. “Lavoreremo – ha sottolineato il commissario – per presentare l’Emilia Romagna come destinazione turistica, marittima ma anche dell’entroterra”.
Questi provvedimenti, ha garantito il presidente Errani, verranno avviati al più presto, non appena verrà fornito alla commissione un dossier completo della valutazione danni, che si sta ultimando in queste ore.
“Noi emiliani – ha chiarito il governatore dell’Emilia Romagna – gestiamo l’emergenza e allo stesso tempo lavoriamo alla ricostruzione perché vogliamo ripartire. Tutte le operazioni che pianificheremo verranno decise insieme ai sindaci, perché il nostro modo di costruire la strategia di ripresa è legata ai problemi concreti e reali, ai numeri e al territorio. Il nostro obiettivo, a cui non rinunceremo mai, è salvaguardare la comunità. Quindi lavorare dentro a un impianto che parte dal territorio, perché non faremo mai cadere nulla dall’alto”.