Ancora decine di scosse nella notte e ancora crolli. Le ultime alle 3.13 del mattino e alle 3.56. Più che la terra che manca sotto ai piedi, è il rumore, quel boato che precede la terra che trema, i vetri che si rompono, le tende blu della protezione civile che sembrano perdere gli ancoraggi.
Sono le 21 e 20 quando arriva la prima scossa sismica di magnitudo 5.1.L’hanno sentita a Padova, dove la gente è scesa in strada, a Trento, Verona, Bolzano. E, ancora una volta, a Milano. Mezza Italia. Siamo a Novi di Modena, crocevia tra le province di Reggio Emilia, Mantova e Modena. Pianura padana. La zona rossa del paese è distrutta. Mentre la terra tremava diverse persone sono cadute e sono state trasportate dalle ambulanze all’ospedale di Carpi. Un carabiniere in servizio contro gli sciacalli racconta che seppure i giornali ne abbiano parlato poco questo è uno dei comuni che più sta soffrendo. È completamene evacuato, 11.500 persone senza casa, aggiunte a quelle evacuate in tutta la zona dal 20 maggio si arriva a una cifra incalcolabile, decine di migliaia.
Il rumore della torre di Novi di Modena che stavolta si sbriciolava, finita dal colpo di grazia dell’ultima forte scossa, è stato coperto dal rombo della terra che tremava. Poi una nuvola di polvere ha coperto tutto. Quando si è diradata, la scena che si è presentata ai cronisti arrivati sul posto è stata questa: al di sotto del punto dove, prima, c’era la torre ora si trova un cumulo di pietre. Quello era il campanile. In cima restano le travi di legno, piegate dalla violenza della scossa. Quelle travi sostenevano le campane, sepolte anch’esse dalla polvere. Ora la strada che porta alla piazza è stata isolata. La torre dell’Orologio non c’è più, dopo 300 anni esatti: era stata costruita nel 1712.
La gente, questa volta, piange. Si avvicina ai giornalisti e chiede una verità che nessuno può avere in tasca. “Quanto continuerà ancora? Abbiamo perso tutto, la terra ci ha portato via tutto, quattro mura e un futuro per i nostri figli”. Sono tutti molto confusi e provati da un inferno che sembra non terminare. Non credono neppure ai bollettini della protezione civile. “Questi non sono 5.1, le scosse sono molto più forti. Ne ho sentite altre in questi anni, ma queste sono molto diverse. Io ho l’impressione di sentire delle esplosioni. Non ci raccontano né quello che accade né quello che ci aspetta”, racconta un signore appoggiato al cancello della sua casa.
“Qui a Novi siamo tutti sfollati, anche io. Ma stiamo bene, non ci sono stati feriti, solo due anziani che hanno avuto piccoli malori e sono stati accolti nella tensostruttura che abbiamo attrezzato – racconta Luisa Turci, il sindaco – e non ci sono stati feriti -prosegue il primo cittadino – perché siamo tutti fuori casa. Anche io e mio marito dormiamo da martedì scorso in una canadese che abbiamo sistemato nel giardino di mia cognata”.
Il campo allestito a Novi per assistere gli sfollati ha accolto altre persone, che non erano già “accreditate”, ma che hanno deciso, spaventate, di rivolgersi agli operatori della struttura dopo le scosse forti. Fino a ieri sera dormivano in auto, ma ora non si sentono più sicuri neanche lì. “C’è stato un boato fortissimo – racconta a ilfattoquotidiano.it la vice-capo campo di Novi, Patrizia Alessio – di colpo era come se l’aria si fosse fermata. Poi c’è stato un boato e una scossa fortissima. Ci siamo radunati a centro campo, per un po’ è andata via anche la corrente elettrica”.
Il terremoto di magnitudo 5.1 ha avuto epicentro tra Novi di Modena, San Possidonio e Concordia (dove è collassato su un lato il Teatro del popolo). Crolli anche Finale Emilia. Durante l’intera giornata si sono susseguite decine di scosse, 43 in tutto: tre di queste sopra i 3 gradi della scala Richter. La magnitudo più alta, 3.8, è stata registrata tra Mirandola e Cavezzo, intorno alle 20.
Poi, dopo la scossa delle 21,20 in circa 90 minuti si sono susseguite in rapida successione altre 19 scosse a distanza di 5-10 minuti una dall’altra. Sono state tutte di potenza compresa tra 3,3 – la prima 10 minuti dopo quella più forte – e 2. L’ipocentro di tutte le scosse è stato localizzato a bassissima profondità tra 1,4 km e al massimo 2,2 km. Più vicina alla superficie è l’origine del sisma maggiori sono gli effetti a parità di intensità.
A Mirandola la gente si è riversata in strada, cellulare all’orecchio, e ha tentato di contattare parenti e amici per avere informazioni. Al momento non si registrano crolli nella zona rossa ma sono in corso le verifiche. Il centro storico della cittadina era già stato in precedenza totalmente chiuso ai pedoni. La Protezione civile dell’Emilia Romagna e le forze dell’ordine sono al lavoro per verificare se la scossa di terremoto di questa sera abbia provocato nuovi danni.
Scuole chiuse a Sassuolo, Modena e Mantova. Tutte le scuole domani e martedì resteranno chiuse a Modena, dove il Comune ha prolungato l’ordinanza che terminava proprio ieri. Stesso provvedimento a Sassuolo. “Si tratta – ha spiegato il sindaco Luca Caselli – di una misura assolutamente precauzionale ma indispensabile per dare la possibilità ai tecnici comunali di fare le necessarie ulteriori analisi e controlli”. Scuole chiuse domani anche a Maranello e Formigine. Nelle zone della Bassa, epicentro del sisma, è peraltro già stata decisa la fine anticipata dell’anno scolastico.
“Durerà a lungo il periodo sismico conseguente alle scosse registrate in questi giorni” spiega il sismologo dell’Ingv, Alessandro Amato. “La scossa di magnitudo 5.1 registrata alle 21.20 – ha detto Amato – è avvenuta a 9,1 chilometri di profondità e ha riguardato la zona del modenese già attiva da alcuni giorni dopo l’evento del 29 maggio di magnitudo 5.8. Da allora quella zona del settore occidentale che comprende un’area di 15-20 chilometri si sono registrate tantissime scosse di magnitudo inferiore a 4 e nel pomeriggio di magnitudo 3.8 e poi stasera di 5.1; l’area dunque è la stessa dei giorni passati e si tratta a tutti gli effetti di una replica della scossa del 29 maggio”. Caratteristica di quella zona rilevata anche in anni passati, ha ricordato il sismologo, è la durata del fenomeno sismico. A distanza di pochi giorni si sono registrate anche punte di 5.8 e il periodo sismico durerà a lungo.
di Emiliano Liuzzi e David Marceddu